Questo post é stato scritto un paio di giorni fa, ma visto che oggi é l'Earth Day, beh, pensavo che potesse essere pertinente, a modo suo.
Bene, come scrivevo un po' piú sotto, ho rispolverato la mia vecchia bici, dopo averla lasciata sotto la neve tutto l'inverno. Fin qui, ammetto che non c'é nulla di interessante. Un sacco di gente va in bicicletta, specie con la buona stagione. Il fatto é che venerdí l'ho usata per andare al lavoro, e ho realizzato che é un pericolo pubblico: i freni sono non-riparabili (particolare residuo dal precedente autunno), i perni, nonostante le oliature, scricchiolano come e meglio delle mie giunture, i fili delle luci si sono rotti in qualche punto nascosto dentro il telaio, il manubrio é talmente usurato che ciurla deliziosamente, a dispetto di tutti gli interventi della chiave inglese. Il dettaglio inspiegabile é stato invece il perfetto pompaggio della camere d'aria, dopo parecchi mesi di inutilizzo
A questo punto, per evitare di lasciare orfano il Mezzovikingo e i figli di coloro che potrei incontrare sulla mia strada, abbiamo deciso di comprare una bicicletta nuova, per me e anche per il Vikingo, perché chiaramente lui mica puó essere meno figo. Lui aveva una bicicletta vecchia di un quarto di secolo, tipo militare, rubata a diciotto anni per fare una ragazzata, ridipinta e ancora perfettamente funzionante. Osservandola da vicino, un'Italica come me puó meravigliarsi dell'assenza dei freni sul manubrio. Il particolare, che ho notato solo qui in Svezia (i miei lettori internazionali mi correggano se sbaglio), vien dal fatto che le biciclette svedesi adottano volentieri il freno a pedale: pedalando in avanti si pedala, pedalando all'indietro si frena. Bruscamente. La prima volta che ebbi bisogno di farmi prestare una bici di questo tipo, andai avanti nel panico piú profondo per l'impossibilitá di far ruotare i pedali a vuoto e aggiustare la posizione dei miei piedi, nonché per non poter frenare gradualmente.
Inutile dire che la mia nuova bici é di modello normale, per me, almeno.
Comprare una bicicletta qui nell'Ultima Thule é un salasso economico che va accuratamente pianificato. Per ragioni inspiegabili, il bolide che ho acquistato nel weekend é quattro volte piú costoso della bici che mi portai dietro dalla Germania sette anni fa, nonostante caratteristiche e optionals pressoché simili. A questo punto mi aspetto che duri almeno quattro volte di piú, una trentina d'anni diciamo, il che non dovrebbe essere un'utopia visto che la bicicletta della mia povera nonna é ancora in circolazione. Le faranno ancora le bici come una volta? Vedremo. Intanto, all'acquisto si viene provvisti di un capace lucchetto, un'assicurazione contro il furto per tre mesi, un codice della bici, un codice della chiave, insomma, tutte le informazioni tipicamente destinate a restar seppellite in qualche cassetto, e diventare introvabili al momento del bisogno.
Usare una bicicletta appena comprata é un'esperienza a calorie zero (specialmente se la strada dal negozio a casa é in discesa): i freni funzionano, la catena perfettamente lubrificata scivola nel cambio, tutto é pace e voluttá.
Andare in bicicletta nell'Ultima Thule é un'esperienza che, per una reduce dalle strade padovane come me, si riassume in una parola: lusso. Le strade dell'Ultima Thule sono fiancheggiate da un'incredibile ragnatela di piste ciclabili (spazzate e insassolinate d'inverno), gli automobilisti in genere si fermano, le piste piú ripide sono riscaldate d'inverno per evitare adrenalinici effetti toboga.
Sulle strade padovane un* ciclista rischia la vita ogni giorno, a causa delle auto.
Sulle strade dell'Ultima Thule, un* ciclista rischia la vita un paio di volte alla settimana. Perlopiú, a causa degli altri ciclisti. Ne esistono diverse categorie, alcune delle quali meritano la segnalazione per la loro capacitá d'irritare il prossimo, cioé me.
Fedele alla Linea. La sua, quella che rappresenta il minimo percorso tra due punti nel piano euclideo. Questo tipo ha conoscenze matematiche limitate, ed ignora l'esistenza dello Spazio Curvo. Se vi capita d'incontrarlo, siate pronti sul manubrio. Se la strada é ricoperta da: un subdolo straterello di ghiaccio appena riformatosi la notte, da fango, da uno strato di sassetti non ancora spazzati, oppure siete in presenza di neve bagnata a solchi, sono emeriti fatti vostri. Nell'eventualitá, mettete in conto l'acquisto di un paio di pantaloni nuovi, e magari anche di una ruota.
L'Ottimista. Sottospecie del Fedele alla Linea, di tipo molto Veloce. Ha una fiducia smisurata negli altri, specialmente verso l'altrui efficienza frenante e prontezza di riflessi. Dal canto suo, ha deciso di non averne bisogno, la vita é bella anche senza.
L'Olimpionico. Comprende spesso le sopracitate due categorie. Ha muscoli d'acciaio, bicicletta Ultimo Modello, occhialetti scuri. Raggiunge velocitá prossime a quelle del suono, per cui non fate in tempo a percepirlo, che giá siete comodamente distesi sull'asfalto a riveder le stelle. Per contropartita, non arriverá a sentire la catena d'insulti che gli state urlando nei piú improbabili idiomi stranieri e dialetti della bassa Trevigiana.
L'Ostruzionista. Evidentemente dotato di occhi camaleontici, o presi in prestito alle beccacce: riesce a capire esattamente la vostra posizione alle sue spalle, e si sposta in modo tale da impedirvi il sorpasso. La sua velocitá é, naturalmente, un metro al secondo inferiore alla vostra. Di solito lo s'incontra quando si é in ritardo al lavoro.
Il Gruppo Regola di Hund , o della massima Molteplicitá: "Se due o piú elettroni occupano orbitali a uguale energia, gli elettroni occupano il maggior numero possibile di questi orbitali, e a spin paralleli". Stessa cosa avviene con un gruppo di ciclisti che vada nella stessa direzione: essi si allargheranno parallelamente fino ad occupare l'intera larghezza della strada, indipendentemente da quanto é ampia. Essendo questa la situazione a piú bassa energia, l'intero gruppo viaggerá sempre (molto) piú lentamente di voi. Comportamento tipico degli studenti liceali, evidentemente freschi di lezioni di Chimica e Fisica.
Lo Sprovveduto. Forse la categoria peggiore. Gira con un mezzo di solito non a norma di legge, ignorando disposizioni fondamentali come metter i fari, disporre di freni funzionanti, usare il casco. È imbranato a far le curve, prendendole troppo larghe o troppo strette, taglia la strada all'improvviso, indeciso fino all'ultimo quale direzione prendere, non di rado perde l'eventuale bagaglio per non saperlo legare al seggiolino come il Buon Senso comanda.
A quale categoria appartenga la sottoscritta, beh, questo non ve lo racconto.