Dopo tanto che ci pensavo, ci riflettevo, e sondavo le occasioni: l'ho fatto.
Non so come andrá a finire esattamente (non dipende tutto da me), peró almeno ci sto provando. Immagino che ci sará gente lá fuori che mi taccerá di comportamento poco etico, ingratitudine, ipocrisia, opportunismo. E vabbé, io sono contenta cosí.
Dunque, cosa combina questa femmina disgraziata.
Molto semplicemente, sono tornata, stavolta di mia sponte e senza costrizioni di sorta, da quella bestia vicaria di Cthulhu detta in Svezia Migrationsverket, e mi sono offerta in sacrificio, diciamo cosí.
Del MV avevo giá avuto occasione di parlarne qualche tempo fa, per cui le sue Pratiche maligne, tentacolari ed autotentacolanti sono giá state svelate.
Il motivo di tanto masochismo é un'innocentina domanda di Cittadinanza Svedese che ho spedito di recente.
La Procedura in sé é abbastanza asettica: uno va sul sito del MV ad una pagina apposita, dove gli vengono richieste informazioni su dov'é nato, se ha documenti in regola, che ci fa nel Regno Gialloblú e quanto guadagna e da quanto tempo, se si accompagna ad un partner ed in qual modo. Anche in questo caso almeno due terzi delle domande sono decisamente superflue, perché le risposte sono custodite da altre Autoritá ben piú affidabili e tentacolari della mia povera memoria di novella genitrice (e di fatto, non per nulla, ho sbagliato a dichiarare la data della mia convivenza, di un anno posteriore al vero)
Alla fine di tutta la trafila viene richiesto il pagamento di 1500 succose corone per il fastidio che state dando agli stressatissimi Funzionari, nonché la stampa del questionario, una firma sotto, e la sua spedizione insieme al vostro preziosissimo Passaporto italico in Pelle di Tartufo Marrone verso un oscuro indirizzo di R'lyeh Norrköping.
Da questo momento in poi non saprete piú nulla. Sul sito del MV c'é comunque un test dove potete scoprire le vostre probabilitá di essere accolti in seno dal Miglior Paese del Mondo Civile.
In soldoni, vi serve essere maggiorenni, avere un documento valido, godere giá di un permesso di soggiorno permamente da tempo sufficiente, ed aver fatto i bravi sul suolo di Svezia. È anche raccomandabile non aver fatto troppe ferie altrove.
Siccome credo di soddisfare tali requisiti, mi aspetterei di vedere la mia domanda evasa molto facilmente. Contattando i loro uffici, rispondono invece un po' imbarazzati che hanno una pacca di lavoro con queste cartacce, e non ci vorrá meno di un anno per sapere se si verrá considerati degni del Regno. Se nel frattempo vi dovesse servire il passaporto per andare in giro, sappiate che potrebbero liberarlo dal sequestro dopo circa un mesetto dalla spedizione, su vostra richiesta.
Dunque, come dicevo, mi sono decisa a tradire la Patria che mi ha dato i natali, foraggiato fino al termine degli studi, e poi mandato letteralmente a quel Paese (anzi, Paesi, perché finora ho abitato in tre). In realtá un'Italica cittadina puó continuare ad avere il piede in due scarpe, perché i due Paesi hanno un contratto che permette la conservazione della nazionalitá precedente dopo aver ottenuto la nuova.
(a questa notizia il Vikingo assunse un'aria imbronciata, risentito dal fatto che sará l'unico in famiglia a non avere il doppio passaporto)
Perché?
Naturalmente perché a me piace il principio niente tasse senza rappresentanza, e quindi, dopo aver dato una certa quota di pecunia a chi amministra la mia vita, vorrei anche poter influenzare le decisioni di chi decide di come io, la mia famiglia, i miei figli potrebbero vivere.
Poi c'é anche uno squisitamente opportunistico motivo del non mi puoi piú buttar fuori. Dopotutto, tengo pure Prole qui. Se mi attengo allo Stereotipo, i lettori italici di queste righe capiranno benissimo che é straziante separare la Mamma dai propri Bambini.
Un altro opportunistico motivo ha a che vedere con maggiori possibilitá d'occupazione, perché in certi Organismi si deve avere la Cittadinanza per lavorare (ad esempio se volete diventare Ministro/a con l'intenzione di dare una regolata a tutta l'assurda burocrazia, no?)
Poi, senza troppa ironia, c'é anche una questione simbolica e d'identitá nazionale.
Come accenno ogni tanto, vivo all'estero ormai da una dozzina d'anni. Ammettendo l'esistenza di un sentimento d'Identitá Nazionale (immagino dato da un tipo di cultura, cose che si imparano a scuola, abitudini ecc), ecco, qui vivo una crisi -appunto- d'identitá.
Tantissimi lustri fa, leggendo Il Sergente nella Neve di Rigoni Stern, mi restó impresso nella memoria il senso di distacco e straniamento vissuto dal soldato a fine guerra e tornando in famiglia.
Sará colpa della neve, ma io provo altrettanto. Tornare periodicamente in Italia dopo molti anni di stabile assenza procura un effetto simile. Guardo la TV e non mi ritrovo piú nella mentalitá che viene comunicata. Vedo la mentalitá che circola in Italia nei discorsi della gente, nei giornali o in diversi forum: certe visioni del mondo sembrano lontane anni luce da me, a favore di altre piú scandinave che ormai dó per scontate. Parlo ad esempio del rapporto con la Religione Istituzionale, le Pari Opportunitá, un certo tipo d'integritá professionale e politica, l'Immagine.
Oddio, mica voglio dire che la Svezia sia un'altro Pianeta, peró un altro Paese sí.
Come se non bastasse, mi sorprendo a sognare in diverse lingue, a commettere errori stridenti nella mia madrelingua, oppure
ad usare instintivamente vocaboli che in italiano non esistono (ebbene
sí, perfino la lingua svedese, a detta di alcuni troppo poco varia, ha
vocaboli ad hoc dove l'italiano difetta. Hinna, al posto di fare in tempo a. Se ut, anziché aver l'aspetto di.. )
Contemporaneamente, vivo in Svezia e continuo a sorridere o soffrire di certi estremi del politically correct, a imporre la cucina italica a quei poveracci dei miei familiari perché mi sembra piú buona (per poi scoprire che il Mezzovikingo preferisce quella della Nonna. Paterna), a irritarmi per l'applicazione del lagom o per la poverissima scelta nelle librerie o nei negozi di piastrelle.
A questo punto, sono ben coerente nell'avere una doppia nazionalitá. Aggiornamenti tra un anno a questa parte. E comunque, il ketchup sulla pasta proprio no.