Saturday, 19 January 2013

Lingue a Palla



I primi giorni di Gennaio sono tempi di bilanci di Fine Anno. Il Fine Anno é quello del Mezzitalico, regalo della alla Befana venuto al mondo ormai poco piú di un anno fa in una Notte nevicchiosa: creatura volitiva, energica, dal crescente contenuto di amfetamine endogene (specie notturne), e che ha rallentato non poco l'aggiornamento del presente spazio virtuale.
A proposito di quest'ultimo, quando iniziai a scriverci il Mezzovikingo aveva piú o meno la stessa etá che ha il Mezzitalico adesso. All'epoca perció non avevo aggiornato un granché sull'evoluzione linguistica di un poppante di nazionalitá mista. Ora che ho un campione statistico sul 100% piú significativo, vale a dire due poppanti anziché uno, potrei azzardarmi a tirare qualche somma su come si sono evoluti a contatto con le due favelle, da zero alla prima parola.

Prima di tutto, varrebbe la pena riepilogare come funzionano le cose dai noi.
Il metodo adottato é quello cripticamente denominato OPOL, cioé One Parent One Language: io parlo solo ed esclusivamente italico ai pargoli in qualunque circostanza (con tutte le limitazioni e gli errori dovuti a tredici anni di permanenza all'estero), il Vikingo mio consorte parla sempre svedese.
Le pari opportunitá tra le due favelle sono pesantemente minate dal fatto che il Vikingo puó rivolgersi a me solo in svedese, ad eccezione di alcuni sporadici Vocaboli divenuti, chissá perché, Legge Linguistica Familiare (se vi interessa sapere quali, vi rientrano 'gamberetti', 'patatine', 'Amore', 'Ciao', 'prosciuttocrudo', insomma il solito stereotipo degli Italiani amoremangiare).
Anche il contesto é prevalentemente svedese, visto che i contatti col Secondo paese hanno cadenza annuale, e i nonni materni credono che Skype e internet siano indecenti creature Cthuliane.
Mentre col Mezzovikingo io ero l'unica interlocutrice italica, il Mezzitalico ha il privilegio di sentirmi usare la lingua di Dante non solo con lui ma anche col fratello. È quindi probabile, ma non ovvio, che potrebbe considerarla un pelo piú utile di quanto non faccia il fratello maggiore.
Un'altra premessa é che i due non sono particolarmente precoci dal punto di vista linguistico, per quanto abbiano la parlantina facile ed allegra. Immagino dunque che le loro prestazioni rientrino nella media.

Leggendo in giro, qualcuno ha sostenuto che i poppanti riconoscano il suono della lingua materna giá appena scodellati al mondo, e che apprezzino il significato di alcune parole d'uso frequente verso i sei mesi.
Non ho conoscenze cosí sofisticate da aver potuto rifare gli esperimenti con la mia Prole, ma posso dire che i due, rispettivamente a 8 mesi e mezzo e 9, erano in grado di rispondere alle domande, poste nelle due lingue: 
Dov'é la palla? 
Var är bollen?
(che significano esattamente la stessa cosa)

I figlioli rispondevano guardando correttamente, e talvolta andando a prendere, l'oggetto in questione tra i diversi che contribuiscono all'Entropia dei nostri pavimenti. Il motivo per cui la Palla sia uno dei primissimi oggetti riconosciuti linguisticamente tra altri, resta un mistero la cui risoluzione affido a qualche psicologo infantile.
Nel corso dei mesi seguenti, una reazione simile si poteva man mano estendere ad altri oggetti e persone d'interesse.
Per motivi oscuri, la -relativamente complessa- frase in italiano: 'cos'ha la mamma in testa?' grosso motivo d'ilaritá per il mio secondogenito, veniva riconosciuta correttamente dal Mezzitalico giá appena dopo i nove mesi di vita extrauterina, dal momento che il figliolo rivolgeva il suo sguardo direttamente alla sommitá del mio cranio, ci fosse o meno qualcosa sopra.

E in quanto al parlare? So che esistono fior di poppanti in grado di snocciolare frasette giá con le prime pappe, per poi cantarvi la canzoncina verso l'anno.
I miei poppanti mantengono un profilo assai piú discreto, ed entrambi cominciano a  pronunciare qualcosa di diverso dalla lallazione solo verso l'anno. La lingua in cui lo fanno non é immediatamente riconoscibile. Mamma, appannaggio del Mezzovikingo, é la stessa in entrambi gli idiomi.
Il testardissimo Mezzitalico invece ci ossessiona (lo dice anche in sogno) con un dá! dá!, accompagnato da un perentorio dito indice: la sillaba sembrerebbe la perfetta fusione tra lá! e där!, che indicano il luogo dove vuol farsi accompagnare. Ogni tanto e recentemente, sussurrando con la sua voce da basso (perció non posso assicurare di aver sentito giusto), punta il dito sulla tetta commentando appunto te-ta, oppure si rigira tra le mani un pannolino e conclude, grevemente: ca-ca. Dopodiché potrebbe agitare graziosamente la mano e abbozzare un Tao, chiaro invito filosofico a seguire il vostro Sentiero (dev'essere la somiglianza dell'Infante con un Buddino in miniatura ad aver causato tal precoce Saggezza).
Apparentemente, quindi, la madrelingua sembra esser la lingua madre fino ad adesso.

E il Primogenito che fa? Forte della sua supremazia fisica, si compiace di redarguire il fratellino al minimo segno di sconfinamento territoriale, e anche no.
Se volete sapere chi tra me e il Vikingo é il depositario della Disciplina familiare, sappiate che il Mezzovikingo, di solito refrattario alla favella della Penisola, spontaneamente si rivolge al fratello in perfetto italiano con frasi del tipo 'Non voglio!', 'No, non é per te!', 'Non puoi!'. Solo in condizioni estreme di Esproprio Proletario, emergono i sentimenti piú profondi del Giovane Capitalista, e qui si vede qual é la sua lingua delle Emozioni, giacché un deciso 'Dumma dig!' o 'bajskorv' (stupido e stronzo,) esplodono in faccia all'ignaro poppante, che rimira meravigliato la scenata.
(per i piú curiosi: no, il Vikingo non usa pronunciare tali graziosi epiteti in famiglia. Vedete che succede a mandare i bambini all'asilo?)



13 comments:

TopGun said...

Era un po' che non ti leggevo, è stato uno spasso ripassare di qui :).

Anonymous said...

Beh certo ue bimbi non è facile, ma tu ce la farai :) e poi sono troppo belli entrambi, un saluto alla famiglia!

Anonymous said...

Splendidi affreschi di vita italo-svedese...adoro questo genere di racconti linguistici essendo un'amante e studiosa delle lingue straniere!!!

PS per i bimbi bilingui è frequente iniziare a parlare un po' più tardi, ma pensi che tu lo sappia già!!!
Saluti,

Irene

Eilan82 said...

Mi fai sempre ridere!!! :D
Dai un bacino al "Buddino" (troooppo bello) e anche se in ritardo... buon primo compleannooooooo!!!! *__*

Morgaine le Fée said...

@TopGun: il piacere é mio di risentirti. Purtroppo qua da noi ultimamente il tempo libero (per scrivere qui) é un concetto molto astratto.
@Gattosolitario: grazie :) per farcela, ce la si fa, con quali risultati poi non so :D
@Irene: ciao! Tutti dicono questa cosa del ritardo dei bilingui. io in realtá non preoccupo molto, tutto sommato sono nella norma degli altri bambini che vedo qui. Ho invece l'impressione, in generale e su base empirica, che i bambini italiani abbiano uno sviluppo linguistico piú precoce degli svedesi.
@Eilan! grazie mille! Ho giá provveduto :) adesso che lo scrivi vedo anche che buddino potrebbe essere inteso non solo come piccolo Buddha, ma anche come Budino, che comunque si adatta perfettamente al personaggio :D

Anonymous said...

addirittura?! Bacio :-)

ilGot said...

Vuoi dire che nella lingua svedese così lagom esiste anche "stronzo"? Corro a dirla a mia moglie, così sarà l'argomento domani all'SFI ;)

Morgaine le Fée said...

@lastradamaestra: naturalmente non é un'osservazione che ha valore scientifico. Peró ho avuto quest'impressione, paragonando bambini italiani che conosco e bambini svedesi.
@IlGot: bajskorv, letteralmente tradotto, é una 'salsiccia di cacca', ed é usato per insultare. :D Il termine é un po' infantile, e infatti gli adulti usano di solito 'skitstövel', cioé stivale di merda.
Penso che 'stronzo' sia la traduzione italiana piú vicina a questi termini.
(gli svedesi saranno anche lagom, ma hanno comunque una serie di insulti nel loro vocabolario :D. Mentre i nostri sono a sfondo sessuale, i loro ce l'hanno di piú col demonio, non so perché. Sará il retaggio dei tempi luterani)

Mammamsterdam said...

Uguale, uguale uguale, solo con l' olandese al posto del vikingo idioma. E per i primio 4 anni di vita al nido li consideravano ritardati linguisticamente fino al giorno in cui con figlio 1 mi sono fermata a giocare quando sono andata a riprenderlo e a un certo punto una maestra esterrefatta ha detto: ma come, con te PARLA. al che mi era venuto da dire: ma voi che cazzo ci fate con questo bambino 3 giorni la settimana? Comunque per via che avevo una scuola di lingue sottocasa e quindi tra insegnanti, corsisti, stagisti e in pi`¨le prove del gruppo teatrale italiano, l' idioma italico los entivano meglio dell' altro, fino a 4 anni, piur cpn tutta la calma e la flemma del mondo, i miei erano fortemente socializzati e idiomizzati verso l' italiano. Poi sono andati a scuola e niente, siamo tornati lingua di minoranza. Poi tra le vacanze, un anno di due settimane di colonia giornaliera al mare (consegna alle 9, ritiro alle 17) e soprattutto Topolino che leggono al chilo in tutte le lingue possibili, devo dire che parlano, eccome se parlano. E figlio 1 a scuola ha pure ricevuto un programma Plus, corso di italiano per autodidatti, e in effetti da allora ha iniziato a usare bene i pronomi personali oggetto.

Mammamsterdam said...

Per un paio d' anni i miei figli pensavano che strono significasse; pirata della strada, chi ti ha dato la patente? Fino al giorno in cui durante un litigio per andarcene dalla spiaggi (49 gradi all' ombra, io stanca morta, mia madre isterica e i figli che ogni volta che gli facevi a fatica la doccia si rifacevano la panatura di sabbia rotolandosi) io e figlio 2 incazzati camminavamo fianco a fianco in silensio e lui a tre anni mi fa udibilissimo; stlonsa. Da allora è un urlo di battaglia tra tutte le mie emiche blogger su facebookk, che ti devo dire.

Morgaine le Fée said...

@Mammaamsterdam: e voi siete anche fortunati ad essere in due genitori a parlare italiano. Io fralaltro, adesso che sono sequestrata dal poppante non metto piú a letto il grande, il quale perció si perde anche il momento della lettura.
Ma il tuo figlio 1 dunque a scuola ha un'ora d'italiano?
Mi hai fatto ridere un sacco con l'uso e il significato (reali e afferratti) della parola stronzo/a)

Dottor Manhattan said...

so che non centra nulla con il post, ma oggi mi sei capitata su linkedin come persona che potrei conoscere...

Morgaine le Fée said...

@Random Walk: questa é degna di approfondimento (ma come hai capito che ero io?). A me Linkedin va a spulciare nella lista email della mia casella, ma non mi risulta che io e te abbiamo mai scambiato corrispondenza... Boh!

 
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