Wednesday 31 March 2010

Le Foto di Marzo

Ultimo giorno utile di questo mese, e quindi appuntamento con le Foto di Marzo. Pochissime novitá, in quanto i paesaggi sono ancora bianchissimi, il mare congelatissimo, e solo le temperature hanno deciso di portarsi un pochetto al di sopra del punto di fusione dell'acqua (talvolta, mica sempre, eh). A proposito di Mare Gelato, mi sono mangiata un po' le mani dopo che ieri mi é capitato di volare sopra il Golfo di Botnia in una giornata addirittura di cielo limpido, cosa non scontata da queste parti: non ho pensato di portarmi via la macchina fotografica, e quindi la Maestosa Visione dall'alto del mare gelato non é stata immortalata. Vorrá dire che capiterá nelle Foto del Mese della prossima primavera, ammesso e non concesso che questo Blog sia ancora in vita.

Segnali di Primavera:
la prima pioggia

i primi risvegli dal sottosuolo:


il Disgelo che avanza:


e ricami di ghiaccio

Beh, ma forse é ancora presto per illudersi troppo:


duna di un metro davanti alla veranda della stuga


Il cielo di Marzo

Piccola, orribile parentesi, che dimostra come un cellulare possa competere degnamente con Photoshop (potrebbe anche andar bene per calunniare l'Azienda Trasporti Suburbani  locale):

Segue a ruota: il Norrland e l'Arte della Manutenzione della Bicicletta.
il Parcheggio


Custodia Antifurto Gratuita

Rottamazione

Infine, timidi, e quasi fuori luogo Segnali Pasquali (ognuno si arrangia come puó)


Sunday 28 March 2010

Dell' ABC e altre incongruenze

Passano i mesi, cambiano le stagioni (l'arrivo della primavera non per nulla ci ha fatto passare dai -20 dell'inverno, ai -3 gradi degli ultimi giorni), i piccoli Mezzivikinghi crescono.
Il nostro ha passato i 21 mesi e si avvicina alla data in cui sui voli aerei non sará piú classificato come enfant, ma dovrá usufruire di posto suo con allegato biglietto ben piú caro. Con l'avanzata dell'etá, aumentano i capelli che ha in testa (scandinaviamente sottili e radi) e aumenta la capacitá comunicativa dell'enfant. Se l'aspetto del Mezzovikingo é molto piú svedese che italico, il suo temperamento é definitivamente al di fuori degli schemi del Buon Norrlandese: il piccoletto s'é guadagnato il titolo non solo di pratkvarn (per la spiegazione del termine vi rimando qui), ma anche quello piú veneto di racola. Si dá anche il caso che uno dei cliché svedesi sul mio Paese di nascita imponga agli italici di esser un popolo dedito al Canto in ogni occasione, come una conoscente del Vikingo ci riveló durante l'ultimo Capodanno. Il Mezzovikingo non fa nulla per smentire queste accuse infamanti e comincia le sue giornate intonando lodi all'Apemaia, la Pimpa, la Mamma e il Pappa; non di rado le esibizioni sono accompagnate da balletti e coreografie degne del Melodifestival.
A chi suggerisse un'origine Genetica delle suddette abilitá, rispondo subito che la sottoscritta ha collezionato i suoi piú grossi fallimenti esattamente nelle discipline di matrice Musicale. La spiegazione piú scientifica che potrei dare é che invece la Reincarnazione esiste, e il Mezzovikingo nella sua vita precedente nacque in qualche Territorio Ispanico: a riprova della mia teoria, informo che il piccoletto ha preso l'abitudine di pronunciare alla maniera spagnola tutte le doppie L. Il pollo diventa regolarmente poijo, la palla paija, mentre la tetta assume un grazioso diminutivo dal suono non esattamente italico: la titita. (la lingua svedese non prevede diminutivi, nel caso qualcuno se lo chiedesse). La spiegazione rimane oscura, visto che il Mezzovikingo non ha conoscenze ispaniche, per quel che ne sappiamo.

Altro interesse del Mezzovikingo, come tutti i Bravi Bambini devono avere, sono i Libri. Qualche mese fa, un cugino del Vikingo ebbe la buona idea di regalare al piccolo l'ABC, illustrato dal popolare disegnatore e suonatore jazz svedese Jan Lööf, libro che raccomanderei, se ne esistesse la traduzione in italiano, come minimo per le belle e originali figure.


Il risultato fu che il Mezzovikingo é diventato ossessionato da ogni lettera che vede, e cerca di "leggerle" appena vede qualsiasi cosa che ne contenga di sufficientemente grandi: il titolo di un libro, l'insegna di un negozio, la scatola del latte. Fin qui, noi saremmo anche contenti. Peró. 
Peró doveva esserci l'inghippo. In barba alle raccomandazioni di molti pedagoghi, che suggeriscono coerenza genitoriale nell'educazione dei figli, devo dire che qui arrivano invece le prime, clamorose incongruenze tra Madre e Padre: la pronuncia delle Lettere dell'Alfabeto nelle nostre rispettive lingue. L'Italiano, come ben si sa, pronuncia tutto come viene scritto (per una volta, i latini sono piú coerenti). Lo Svedese, invece, ha le seguenti regole, che metto qua sotto: a sinistra come si scrivono, a destra come si pronunciano (dal punto di vista italico).


Insomma, in casa Mezzovikinga s'apre il baratro dell'incertezza ogni volta che il Mezzovikingo prende in mano il Libro della Discordia e impone, a volte a me, talvolta al mio consorte, di illustrargli usi e costumi delle suddette Lettere. La cosa divertente della O é che comunque non viene sempre pronunciata U: ogni tanto é U, ogni tanto é proprio O (questo mi assicura qualche punto di credibilitá extra alle orecchie dell'infante).
Il Mezzovikingo ha pure stabilito quali parole vadano esclusivamente pronunciate in svedese, e quali in italiano. È di poco tempo fa il seguente dialogo, tra me e il piccoletto, di ritorno dall'asilo e fiancheggiando alti cumuli di neve.
M: bubbudle tu (...) badu ta, THAKTOH!
Io: Ahhh... (ah, ecco) sí, qui é passato il TRATTORE (lo spalaneve), ha fatto questi mucchi di neve.
M (seriosissimo, scuote la testa): NEEE. Neee.
Io: Come no? Non é passato il trattore?
M: NEEEHEE! Noo!
Io: No il trattore??
M: Nee, THAKTOH! Thaktoh!
Io: il trattore, appunto.
M (spazientito): THAKTOH!
Io (...) ah. (ultimo tentativo) Beh, ma si puó dire anche trattore. Io dico trattore.
M: Thaktoh. 
Ostinato come sua madre. Buon sangue non mente.

Scena simile e opposta col padre che, entusiastissimo, legge al figlio una storiella con una mucca (ko, o kossa, in svedese): "MUTTA, pappa, MUTTA".
Di esempi simili ce ne sarebbero altri. La logica di queste scelte é impenetrabile, comunque.
Molto interessante resta inoltre il modo con cui il Mezzovikingo apostrofa i nonni. Quelli svedesi sono indubitabilmente, Nonna e Nonno, al punto che quando il piccolo vede la lettera F (di farmor, nonna paterna), questa diventa la F di Nonna. La foto di mia madre riceve sempre, invece, la definizione di mormor (nonna materna, appunto, in svedese). Vedremo un po' che succederá quando ci caleremo nel Belpaese.

Mi era giá capitato di riferire che in svedese maschile e femminile non esistono. Esistono invece gli articoli en ed ett, la cui logica di attribuzione é quasi totalmente arbitraria. Esistono anche gli aggettivi possessivi min, mitt, e mina, quest'ultimo usato per i plurali.
Ah, Ok, grazie per la lezione non richiesta, direte voi.
Questa (ed é l'ultima) era per spiegare che il Mezzovikingo ha combinato diplomaticamente le Usanze Linguistiche delle due Culture, e deciso che min é maschile, mentre mina, anziché plurale, deve necessariamente essere femminile: ed é cosí che lo sentirete dire min pappa e mina mamma.

Logico, no?


Wednesday 24 March 2010

Religione Sami - Introduzione


Con questo post inizia, come promesso, una serie di puntate a pubblicazione irregolare sulla (antica) religione e tradizioni spirituali Same, tradotta e riassunta dal sito Samer.se, versione svedese (c'é, come detto, anche quella inglese, ma é piú stringata). La puntata di oggi vuol essere un'introduzione, ed é tratta dal testo di Åsa Virdi Kroik. 
Buona lettura.

"La parte piú antica della storia Same é avvolta nell'oscuritá, e altrettanto poco si sa della loro religione. Quel che si sa, é che i Same si affermarono come cacciatori e pescatori nell'area attualmente abitata, e le loro credenze sono molto simili a quelle di altre popolazioni indigene cacciatrici, come certi gruppi d'Indiani d'America, gli Inuit e diverse popolazioni siberiane.
Terra e acqua sono entitá viventi e devono essere rispettate attraverso rituali ed una vita parsimoniosa. Il credo Same si é modificato nel tempo anche per l'influenza degli Scandinavi e delle loro religioni, sia quella delle divinitá Asa, che quella cristiana. L'esistenza fianco a fianco dei due gruppi ha fatto sí che entrambi si siano influenzati a vicenda.

Fonti dal 1100
La piú antica note fonte scritta sulla religione Same deriva da uno scritto storico norvegese del 1100. Si racconta di come un nåjd, uno sciamano same, cade in trance tramite il suo tamburo per guarire un malato. Anche i disegni del tamburo vengono descritti: una barca con remi, renne con finimenti, e una balena. La persona che ha costruito il tamburo ha probabilmente vissuto lungo la costa norvegese, in territorio same meridionale: lo si capisce da forma e decorazioni del tamburo stesso. Viene descritto come simile ad un setaccio ed é il tamburo dei Sami del sud che ha questa forma.

Molto piú tardi, verso la fine del 1600, si riportano descrizioni piú dettagliate sulla religione tradizionale same. Ora sono i missionari che raccontano loro di una religione straniera. In questo periodo i Same hannno giá avuto contatti con la cristianitá, nella fattispecie il cattolicesimo. Si erano adottati usi e costumi cattolici, ma la Chiesa cattolica non aveva le stesse pretese dei missionari pietisti del 1600-1700, i quali richiesero che i Same cambiassero definitivamente le proprie credenze e la propria fede. Per la Chiesa cattolica era sufficiente essere cristiani superficialmente, ma ora i Sami furono veramente costretti a seguire l'insegnamento cristiano.

Grandi cambiamenti
Durante il 1600 e il 1700 i Same furono l'oggetto di massiccie campagne di conversione, dove furono costretti a rinunciare ai propri riti, ai propri simboli religiosi e agli sciamani. Centinaia di tamburi furono confiscati e bruciati. I nåjd furono costretti al silenzio o condannati al rogo per spaventare gli altri e costringere i Same alla 'buona condotta'. I bambini furono tolti ai genitori e messi in scuole, dove vennero sfruttati per denunciare genitori e parenti che ancora si rivolgevano all'antica fede.
Verso la fine del 1700 si riuscí infine a convertire il popolo same al cristianesimo. Durante il 1800 si crede che la maggior parte dei Same battezzasse i propri figli, si sposasse e fosse sepolta con riti cristiani, mentre l'antica religione restava nascosta, non raccontata ma velata in usi e consuetudini che non potevano piú rappresentare una minaccia contro il cristianesimo. Da questo momento i Same parlano della propria religione come di qualcosa appartenente al passato: si vede comunque che ,attraverso la mitologia e i ricordi, l'antica fede non é stata qualcosa che potesse essere lavata via cosí facilmente. Ormai, peró, non la si chiama piú religione.
 
La religione é rimasta
Le tradizioni vivono e cambiano col tempo: molti rituali, miti e altre conoscenze vengono perdute, mentre alri tipi di conoscenze rimangono i forme nascoste. Quelle meglio conservate sono rappresentate dai gesti quotidiani e il modo di pensare di cui tutti partecipavano, invece di quelle dei nåjd, che erano gli specialisti religiosi della comunitá. Hanno inoltre preso forma nuove modalitá di espressione spirituale nelle espressioni culturali, ed é questo che compone la fede dei Same al giorno d'oggi: si raccolgono le memorie degli anziani e le conoscenze acquisite, affrontando cosí i punti piú importanti dell'esistenza. Certi utilizzano i rituali della Chiesa, ma li colorano di tinte sami vestendo i costumi tradizionali, parlando la lingua same e usando il canto joik e altri modi d'espressione.
Altri si distaccano dalla Chiesa che ha perseguitato cosí tanto i Same e praticano invece altri riti in altre forme in cui si prende ispirazione sia dalla tradizione che dalla vita attuale, probabilmente anche da altre etnie e da popolazioni indigene dell'Artide."

Åsa Virdi Kroik

Monday 22 March 2010

La Montagna Innevata, o lo Tsunami Solido

Per coloro che conosco e apprezzano Thomas Mann posso rassicurarvi: questo post non raggiugerá la lunghezza dei tomi del Grande Scrittore Tedesco. Un po' per mancanza di tempo, e molto per mancanza di talento.
Invece, c'é qualcosa nel territorio dell'Ultima Thule che é degno di essere immortalato prima che il Disgelo lo cancelli del tutto: la Montagna di Neve.
Mi era giá capitato di scrivere di come la neve, qui da noi ma non solo, venga portata via a camionate per evitare che ostruisca definitivamente tutti i passaggi praticabili della cittadina. Un giorno il Vikingo osservó almeno una ventina di camion che cercavano di svuotare il Municipio dalle incomode precipitazioni.


Il portar via la neve in eccesso é, indubbiamente, una benedizione. Ogni tanto ci divertiamo a riflettere su cosa succederebbe se tutti gli ammassi nevosi disseminati nei dintorni dovessero liquefarsi all'improvviso. Un'onda di Tsunami bianco? Una Katrina Boreale? Beh, portatecela via. Anche perché, dopo un paio di mesi, perfino le strade piú larghe cominciano a diventare scomode.


Dove andasse a finire tutta questa neve, per me é sempre stato un Mistero. Il Vikingo, interpellato a riguardo, aveva talvolta farfugliato generiche indicazioni di "usi industriali": la neve doveva servire a seppellire qualcosa che doveva restare al fresco durante tutti i mesi primaverili. Boh. Supponendo che le industrie lavorino in continuo, come si sarebbero organizzati durante estate e autunno?
Infine, qualche settimana fa, venni informata sulla reale destinazione di tutta quest'acqua: il Comune dell'Ultima Thule ha adibito uno spazio apposito in periferia, dove creare una favolosa Montagna di Neve che avesse a sua disposizione tutto lo spazio possibile immaginabile per poter sciogliersi senza causare disturbo.
Adesso che le nevicate piú abbondanti dovrebbero esser finite, e lo Spettro del Disgelo comincia ad apparire, subdolo nei suoi rigagnoli di ghiaccio liscio, ecco che la Montagna di Neve puó mostrarsi all'Apice di tutta la sua Possenza, prima che il Sole arrivi a vincerla definitivamente.
Qui da lontano:


e via via sempre piú vicina:



Se non si fosse capito, questa collina non é coperta, bensí é fatta interamente di neve. In altre annate, per vederla sciogliersi del tutto, si sarebbe dovuto aspettare il mese di Giugno. Quest'anno Madre Natura si é tenuta sul generoso con le precipitazioni, e sul parco con le temperature, cosicché é stato stimato che la Montagna di Neve 2010 sparirá solo ad Agosto.
In altre parole, praticamente in tempo per la prima volta in cui il termometro tornerá a scendere sotto lo zero.

Saturday 20 March 2010

Traduzioni in arrivo

Nei due post precedenti ho avuto l'occasione di raccontare un po' sulla cultura same. C'é stato qualcuno che ha espresso il desiderio di saperne di piú sulla loro antica religione, tradizioni e cultura. Siccome io same non sono, e vivo circondata da puri svedesi (se mi si passa l'espressione un po' antipatica), per poter parlare di cultura same devo a mia volta documentarmi in giro.
In rete esistono la sempre omnipresente Wikipedia, e il sito ufficiale della comunitá Same, dove si possono trovare molte informazioni a riguardo. Quest'ultimo é disponibile anche in inglese, ma ho notato che la parte svedese é piú ricca. Per questo motivo, ho chiesto ed ottenuto l'autorizzazione dai responsabili di quest'ultimo di poter prendere parti dei loro articoli e tradurli in italiano (con tutte le questioni di copyright, é sempre meglio chiedere). Devo dire che sembravano ben felici di sapere che esiste qualcuno interessato alle loro tradizioni anche fuori Scandinavia.

Cosí, prossimamente su questi schermi, annuncio che ci saranno alcuni post su religione e cultura same, per tutti gli interessati, tratti dal sito samer.se. Spero vi faccia piacere.

(nella foto, un luogo di memoria per i morti secondo la tradizione same, fatto con sassi sovrapposti. La foto é stata fatta in Norvegia alcuni anni fa, presso il Circolo Polare Artico)

Wednesday 17 March 2010

Renna al tiro e affumicata (parte seconda)

Dunque, dicevo piú sotto, durante il fine settimana ho convinto il Vikingo ad andare a vedere qualcosa della Samiska Vecka o Ubmejen Biejviek, la Settimana Same che si organizza ogni anno in quel dell'Ultima Thule. Sebbene la cittá il paesotto che ci ospita non si trovi tecnicamente all'interno del territorio chiamato Lappland (che comprenderebbe una regione piú interna e verso le montagne), il fatto che sia comunque il luogo piú popoloso dell'intero Norrland lo rende adatto per ospitare manifestazioni un po' piú elaborate. La speranza é quella di poter avvicinare quanta piú gente possibile agli aspetti della cultura same, e per farlo ci vuole un buon marketing, ragion per cui l'iniziativa s'organizza qui.
L'evento ormai é trascorso, e il programma della manifestazione lo si puó ancora trovare in un sito apposito. Il programma includeva incontri di lettura sulla cultura same (libri, racconti, dibattiti), mostre d'arte con oggetti creati da same ed ispirati ai motivi tradizionali, possibilitá di assaggiare piatti tipici e di far conoscenza col Motore Mobile della Vita Lappone: la Renna.


Il tema di quest'anno ha riguardato Lingua e Letteratura.
Sebbene i Same siano solo alcune migliaia (circa 17000 in Svezia), sono comunque riusciti ad avere almeno tre diverse versioni della loro lingua, il Samiska, tra cui si contano una dozzina di dialetti. L'area dell'Ultima Thule ospita il suo peculiare dialetto, l'Umesamiska, che é praticamente estinto e, ci fu riferito durante la cena same di cui parlavo in precedenza, é parlato soltanto da circa una decina di persone.
La faccenda della lingua é molto importante per l'identificazione dei Sami con la loro cultura d'origine, anche pensando al fatto che durante l'invasione svedese nei secoli passati fu loro proibito di parlarla, e ci sono documenti che parlano di come molti bimbi piccoli venivano sistematicamente strappati ai genitori, ed obbligati a crescere sotto le tradizioni, la religione e la lingua svedese per distruggere il sentimento di appartenenza alla loro etnia.
Attualmente si cerca di compensare alle ingiustizie passate cercando di tutelare e promuovere la cultura delle minoranze etniche. Sempre in tema linguistico, viene trasmesso regolarmente nella TV nazionale un telegiornale in lingua same (non so quale versione), Oddasat, che tratta principalmente di notizie riguardanti questa etnia. I suoni e diverse parole mi ricordano molto il finlandese (per quel briciolo di finlandese con cui ho avuto a che fare).

Comunque, passando alla descrizione del nostro tempo libero, e considerando che noi andiamo in giro con un Mezzovikingo di 21 mesi, abbiamo pensato di saltare gli incontri culturali di racconti, e siamo passati a qualcosa di piú coinvolgente per un infante, cioé un Incontro con Bestie. La Bestia in questione é stata, ovviamente, la Renna. Presso il Centro Culturale-Museale dell'Ultima Thule detto Gammlia (maggiori informazioni le avevo riportate qua) c'é stata la possibilitá di salire su una slitta tradizionale tirata da una povera renna, e farsi un giretto di qualche centinaio di metri.


L'iniziativa era pensata soprattutto per i bambini, peró quando gli Infanti son proprio piccoletti, anche un genitore puó essere autorizzato a salirci. Fu cosí che l'annoiato Animale che vedete qui sotto fu costretto a scarrozzare me, un Mezzovikingo alquanto sospettoso, e una ragazzina di probabile madrelingua francese.
Si parte!

Date le temperature non esattamente primaverili c'é stato il conforto, dopo la gitarella, di gustare un piú Malcapitato Parente della sopracitata Bestia sotto forma di suovas, carne di renna affumicata diversi giorni, tagliata a striscioline sottilissime e passata in padella col solo condimento del sale (parecchio, a causa dell'estrema magrezza di queste carni). Il processo di affumicatura fa sí che il palato abbia l'illusione di una gran varietá di spezie. In realtá il massimo del contorno é una salsetta a base di panna e lingon, cioé mirtilli rossi.
Per praticitá le suovas vengono mangiate dentro un pane pita, accompagnate da una bevanda a base di succo di, indovinate che? mirtillo rosso:


Per sottrarsi alle intemperie c'era la possibilitá anche di sedersi dentro un'accogliente tenda same, detta kåta, che contiene una panca circolare intorno ad un fuoco. Quella che si vede qui sotto é una kåta di tipo permanente, mentre quella che fu issata durante i trascorsi Mercatini di Natale era di tipo trasportabile. Ricordo che la renna é un animale transumante, e perció i Same avevano un'esistenza di tipo nomade.


Comunque, le suovas erano proprio buone.
Nåå-nåå (arrivederci, piú o meno, in Samiska del Sud)

Sunday 14 March 2010

Renna al tiro e affumicata (parte prima)


Nonostante mi lamenti spesso dell'offerta di intrattenimento dell'Ultima Thule, devo dire che ogni anno, verso gli inizi di marzo, ha luogo un interessante evento riservato alla cultura Same (o Lappone, come ho giá scritto altre volte): la cosiddetta Samiska Vecka, o Settimana Same, in cui vengono organizzate diverse occasioni d'intrattenimento per far conoscere ed apprezzare gli aspetti della cultura Lappone. 
La mia impressione é che l'evento sia apprezzato perlopiú da turisti e non autoctoni, specialmente se si ascoltano le conversazioni e la lingua usata dai visitatori delle varie manifestazioni: qualche anno fa, per esempio, fu organizzata una cena a base di prodotti tipici same in quello che era l'unico ristorante cittadino d'ispirazione lappone (per gli eventuali interessati, il locale purtroppo ha chiuso ormai da tempo): ci ritrovammo ad essere tre ragazze italiane in una combriccola di soli same, alcuni dei quali abbigliati nel costume tradizionale, che é diverso da famiglia a famiglia. Dopo aver fatto conoscenza con alcuni commensali, alcuni di loro c'impressionarono con lo sfoggiare diverse frasi in buon italiano. Devo ammettere che, a nostra volta, non riuscimmo a contraccambiare in svedese decente.

Il problema é che tra Same e Svedesi non corre esattamente buon sangue, specialmente qui al Norrland. La questioni ha origini lontane nel tempo, quando gli svedesi vennero dal sud per sfruttare le ricche riserve minerarie del Norrland, le acque correnti e gli sterminati boschi, e considerarono gli indigeni (non troppo entusiasti dell'invasione) come fastidiosi selvaggi da scacciare ed, eventualmente, convertire al cristianesimo. Esiste un Museo a Kiruna dove sono documentate queste vicende. 

Al giorno d'oggi la disputa si basa essenzialmente su come disporre dei boschi: molti norrlandesi sono proprietari di appezzamenti la cui piantagione e manutenzione possono essere costose. I Same dal canto loro, essendo minoranza etnica, desiderano mantenere vive le proprie tradizioni, tra cui l'allevamento delle renne (renskötsel), il quale é faccenda nomade dovendo queste migrare tra coste e monti, a seconda della stagione. Il problema si presenta quando le renne in transumanza si prendono la libertá di andare a sgranocchiare un croccante e saporito bosco fresco di piantagione. 
Nella legge svedese é prevista la libertá di transito sui terreni, a patto di lasciare intatto l'equilibrio naturale (Allemansrätten: "Vedere, ma non essere visti, ascoltare, ma non farsi sentire, e non lasciare tracce di sé"). Il danneggiamento dei boschi piantati non é dunque permesso, ma le renne fan parte del paesaggio da millenni, oltre a godere della protezione accordata all'attivitá delle minoranze etniche, e quindi i proprietari dei boschi devono accettare le devastazioni.

Avendo uno zio proprietario di boschi, il Vikingo fa spesso facile sarcasmo sui Same (che si esprime, ad esempio, nel considerare estremamente ridicolo il canto di tipo joik). Tale ironia riguarda, un po' piú seriamente, le succitate discussioni attuali: secondo il Vikingo, se i Sami vogliono veramente conservare le loro tradizioni, dovrebbero essere coerenti ed usare i mezzi del passato, senza avvalersi di motoslitte ed elicotteri per radunare le renne. Il fatto che l'allevamento sia una faccenda poco redditizia, che abbisogna di contributi statali per la sopravvivenza, non facilita le cose. 
Inoltre, c'é da dire, esistono purtroppo discriminazioni interne alla stessa comunitá same verso coloro che hanno scelto vie diverse dall'allevamento della renna (renskötsel) e magari vivono a Stoccolma come qualunque altro svedese. Altri motivi di perplessitá riguardano la divisione dei compiti tra sessi diversi, che fa a pugni con l'ideale svedese di Pari Opportunitá; oppure quale sia la definizione di Same visto che piú o meno chiunque provenga da qui ha sicuramente un po' di discendenza lappone nei propri cromosomi (su quest'ultimo punto, si potrebbe dire che il Sametinget, l'organo di governo della comunitá same, accetta come membri coloro che si considerino same e che dimostrino di parlare una delle lingue o almeno abbiano avuto nonni o genitori che l'abbiano parlata).
I Same, da parte loro, oltre a voler conservare le proprie peculiari tradizioni, considerano i privilegi di cui godono come una specie di compensazione per le angherie del passato. Esprimere un giudizio da esterni é un po' difficile e, per una meridionale come me ha ancora il sopravvento l'interesse per qualcosa che gli italici considerano molto esotico.
La storia é complessa e meriterebbe approfondimenti che potrei dare un'altra volta, comunque basta per spiegare come mai il Vikingo abbia spesso un atteggiamento critico sui Sami, e quindi io abbia dovuto esercitare un po' d'arte diplomatica per convincerlo ad andare a vedere qualcosa di ció che é stato organizzato quest'anno. 

Il seguito nel prossimo post.

Monday 8 March 2010

Questa o Quello per me ímpari sono....

Avevo scritto nel post precedente che per la Giornata Internazionale della Donna non avrei avuto molto da postare. Di solito uso dire di come le Pari Opportunitá siano qualcosa che percepisco con mano in molti aspetti, pubblici o privati, della mia vita svedese. Mi capita anche di ricordare spesso ai miei interlocutori di come la suddetta quasi-Paritá sia data un po' per scontata in questo Paese e di come sarebbe bene restare sempre vigili, perché la Storia non torni indietro (ho l'impressione che qualcuno creda che la Paritá sia una caratteristica genetica degli Scandinavi. Non é vero: é il risultato di precise scelte politico-sociali di qualche decennio fa). 
Le femministe sono sempre all'allerta, ma si tratta perlopiú di donne di etá uguale o superiore alla mia.

Poi oggi m'é capitato di vedere quest'immagine sul sito del giornale svedese Aftonbladet, con relativo articolo correlato. La metto qui e sotto traduco, senza aggiungere troppo di mio. Tiratene voi le conclusioni che preferite.

 

La fetta rosa rappresenta la percentuale di donne impiegate in diversi settori, quella azzurra di uomini. Le variazioni sono riferite rispetto ad un anno fa e le percentuali indicate sono quelle relative alle donne. La legenda é tradotta da sinistra a destra e dall'alto in basso.

Presenza in parlamento: 46.6 %. Peggiorata -1.4 %
Stipendi delle donne come % di quelli maschili: 92.0%. peggiorati -1%
Disoccupazione: 44.7 %. Peggiorata -1.4%
Assenze per malattia 59.7%: Migliorate -1.2%
Congedi parentali: 78.5%. Immutata.
Possesso di un'auto: 27.1%. Immutata.
Istruzione (titolo universitario conseguito da donne): 66%. Immutata.
Governatori regionali: 43% Immutata.
Vescovi: 23 %. Migliorata +7.7%.
Giudici: 41.3%. Migliorata +0.7%.
Dirigenti di societá quotate in borsa: 3.6 %. Immutata.
Dirigenti di societá operanti nei media: 40%. Migliorata +5%.



Friday 5 March 2010

Homo Norrlandicus Norrlandicus

In vista della Festa della Donna, annuncio sin d'ora che non ho nulla da postare. Se in Italia perfino le Cozze come me han talvolta potuto, almeno in questa occasione, ricevere omaggi floreali (come se fosse servito a qualcosa per migliorare la mia condione sociale e lavorativa), in Svezia non solo ignorano l'esistenza dei famosi batuffoli gialli puzzolenti dalle fogliette asociali, ma addirittura nessun maschietto galante si disturberá a farvi gli auguri, o mie signore. Colpa del disamore svedese per le frivolezze, o merito della paritá quasi raggiunta tra i sessi, che non vede piú la necessitá di una Festa Apposita per le cromosomate XX? Certuni forse scomoderanno anche la Legge di Jante, suggerendo che le femmine non han da credere di poter godere di considerazione piú di chiunque altro.

Sia come sia, una certezza é che la Svezia se la cava abbastanza bene, in termini di Pari Opportunitá. E quindi, quassú é possibile trovare la risposta maschile agli onnipresenti Calendari di Nuditá Muliebri che gli Italici Quotidiani online pubblicizzano cosí assiduamente in ogni stagione dell'anno: stanchi dello strabordante Potere delle Femmine in questo Settore, i Norrlandesi propongono la loro Versione Virile e han creato il Gubbkalendern, ossia il Calendario delli Homini di Mezza Etá (gubbar). Qui sotto un assaggio:


Il Gubbkalendern inizialmente fu pensato per risolvere i malanni economici della stuga del villaggio di Jutis, nel Norrbotten. Le bollette di luce e riscaldamento erano diventate cosí ostiche da richiedere un intervento drastico. Ispirandosi ad un'idea dei pescatori di un villaggio Norvegese, il proprietario della stuga, alcuni abitanti del villaggio e i membri del club di caccia decisero di mostrare com'é fatto un uomo del Norrbotten (faccio notare che Svedesi e Norvegesi si danno del cretino gli uni con gli altri, ma poi non esitano a copiarsi a vicenda).
Quasi insperatamente, il calendario ebbe un enorme successo e andó via come il pane (cioé, in svedese si dice esser venduto come il burro, sälja som smör, da cui si evince qual é l'ingrediente base nella dieta dei miei concittadini), tanto che la congrega della stuga poté pure andare in attivo e addirittura permettersi di dare 20 corone per copia al Fondo di Ricerca per i Tumori (Cancerfonden). L'anno scorso il Cancerfonden si é preso 30.000 corone dai signori del gubbkalender, quindi fate voi.
Per chi pensa che la succosa foto qui sopra non sia sufficiente e vuole assaporare di piú, un'anteprima del resto del calendario la si puó trovare qua (devo dire che merita). 
Buona visione.

Tuesday 2 March 2010

Il Concorso delle Sculture di neve

Coloro che si sono sentiti raggelare le terga dopo aver letto di questo Concorso, crederanno che nelle Desolate Terre del Norrland la gente non abbia tutti i cavalli a casa (come si usa dire qua, de har inte alla hästar hemma, o meglio, sia proprio svitata). Per fare ammenda, e ripristinare un po' la reputazione dei miei concittadini, stavolta racconteró di un altro Concorso molto piú ragionevole che si usa tenere nel Centro dell'Ultima Thule l'ultimo weekend di Febbraio: il Concorso delle Sculture di Neve.
Nel Norrland la neve é una costante del paesaggio durante tutto il periodo che va da Novembre-Dicembre fino ad Aprile: gli spazzaneve l'ammucchiano ai margini delle strade e dentro ai cortili. Quando ce n'é troppa, vien portata via a camionate verso destinazioni di periferia, dove avrá utilizzi industriali. 
Qualche metro cubo peró ne avanza, ed é quindi scaricato nella via principale del centro, dove il candido materiale viene formato in otto cubi di circa 2-2.5 metri di lato. Ogni cubo é assegnato ad una squadra di tre aspiranti artisti, che lo modellerá in una Scultura ispirata ad un Tema, il quale varia annualmente e nella versione 2010 é la Vita Same (o Lappone). I partecipanti non lo fanno naturalmente per la sola Gloria ed Onore, ma sperano di aggiudicarsi un premio di 7000 corone.
Qui sotto arriva un assaggio delle Opere appena compiute. Siccome non sono Geneticamente Adattata alle temperature locali, e avevo al seguito un Mezzovikingo scalpitante, non son stata sufficientemente eroica da farmi tutto il viale e fotografare ogni scultura, per cui la Vincitrice, battezzata Nutured by Nature, manca nella lista delle immagini. Per rimediare all'inconveniente, ve la potete ammirare qua.
Tanti si sono lamentati, e io sono sostanzialmente d'accordo, che la qualitá dei lavori di quest'anno é molto scadente rispetto alle edizioni precedenti, giudizio molto simile a quello riservato, a suo tempo, all'appena passata edizione del Festival della Luce. Strano, visto che recentemente l'Ultima Thule s'é aggiudicata il titolo di Capitale Europea della Cultura 2014 e quindi ci si aspettava un impegno degno di tale onorificenza. Ed é un peccato, considerando che la neve e le temperature di quest'inverno sembrano promettere lunga vita ed integritá a queste Effimere Opere.
Ma ora lascio il posto alle immagini e il giudizio ai miei lettori. Si apprezzino anche, di scorcio, le Meraviglie Architettoniche del Centro cittadino.

Montagna Same, la seconda classificata:


L'uscita delle renne (il profilo rappresentato dovrebbe essere una renna, per l'appunto. Sulle fessure in primo piano non ho la piú pallida idea):


Unione di voci, piú o meno. Questa scultura, credo ispirata al joik lappone, ha lasciato perplessi molti dei miei concittadini. I bambini, pragmaticamente, la usano come scivolo per giocare:


La versione moderna delle renne da slitta: un Same che va sul gatto delle nevi. La fisionomia é un po' egizia, peró.


 Famiglia di scarpe (lapponi). Il riccetto sulla punta non é semplicemente un vezzo frivolo, ma serviva ad agganciare gli sci in tempi meno moderni. Una versione al naturale l'ho pubblicata qua.


Nonostante tutto (immagino si riferiscano alle intemperie che si devono affrontare negli inverni lapponi). Un cavaliere in stile futurista che rincorre/affronta un teschio. Non mi meraviglierebbe sapere che gli autori hanno qualche simpatia per gruppi punk:


Infine, uno scorcio di quelle che non ho visitato da vicino causa dita gelate. Inutile dire che la vincitrice era l'ultima della serie.


 
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