Thursday 21 November 2013

Anche chi muore si rivede -1-



Un esempio pratico dell'affermazione del titolo qui sopra, é per dire, la tenutaria del qui presente blog: risucchiata di linfa vitale da alcuni marmocchi non specificabili (ma non solo), riemerge sotto forma di zombie dalle melme grigiastre del periodo piú cupo dell'anno. A differenza di altri spazi virtuali, e a sommo vantaggio di chi legge, la mia faccia con annesse occhiaie mai verrá usata per illustrare le pareti di questa stanza.
Il mese di Halloween, Allahelgon, Samhain o quel che volete é perció il momento migliore per riprendere in mano questo spazio ormai desolato ed ammuffito.
In uno dei miei primi post avevo raccontato dei motivi che mi avevano condotto all'Ultima Thule. Avevo pure citato l'incoraggiante commento della mia genitrice prima della mia partenza, che suonava piú o meno cosí :
"non ci andrei mai in un posto cosí freddo"
L'osservazione climatica é abbastanza corretta, anche se il freddo (a differenza dell'oscuritá pre-solstizio) non é un grosso problema per vivere qui. Al giorno d'oggi la scienza e la tecnica han provvisto l'oramai comodo Norrlandese di tripli vetri, coibentazioni eccellenti, abiti hightech, auto coi sedili scaldaderetano, prese elettriche per i motori, pneumatici a prova di ghiaccio, sistemi di riscaldamento efficienti, ecologici ed economici come questo (in svedese), e tanti, tanti godis a buon prezzo. Quando si sprofonda sotto lo zero Celsius, l'aria diventa asciutta e profuma di neve, e non porta via troppo calore corporeo. Mica per niente preferisco trascorrere le ferie di Natale qui anziché nell'umidiccia Padania.

Per la mia curiositá, é assai piú interessante capire come accidenti sopravvivevano in questi luoghi quando le sopraelencate meraviglie tecnologiche ancora non esistevano. Chi erano gli Ultimathulesi di cento, duecento anni fa? Quali misteriose qualitá della psiche e del fisico li tenevano legati ad un suolo ingrato, carente di pomodori freschi, di affreschi rinascimentali e della biodiversitá di molteplici invasori stranieri a movimentarne lo spirito?

Nella libreria del Vikingo si mimetizza un fascicoletto scritto in Word, dalla copertina bianca, in cui campeggia la foto di un tizio austero e la dicitura "Cronache della Famiglia Vikingström e Antenati".
Poiché il Vikingo non sembra aver beneficiato di ascendenti illustri, ricchi e meridionali, l'incartamento narra perció un succulento viaggio, all'indietro di qualche secolo, nella vita di alcuni popolani Norrlandesi che vengono riportati in vita attraverso i registri delle chiese, atti di tribunali, inventari e testamenti.
L'autore della Krönika dice, nella sua prefazione:
"..ho trovato 14 vissuti nel 1500, 57 nel 1600 e 43 nel 1700. Piú di 20 generazioni a ritroso nel tempo...[...] La maggior parte erano contadini e coloni. Molti hanno fondato villaggi dalle parti di Lycksele e Degerfors, e perció avuto parte attiva nella colonizzazione della Lapponia. Uno di loro fu Jonas Nilsson, citato nella letteratura tedesca.
Alcuni divennero funzionari, tra loro Mårten Mårtensson, che contribuí con geni lapponi (lapponi e svedesi non usavano accoppiarsi, per cui l'evento é notevole ndt).
Poche donne vennero citate dai preti. Quei tempi erano cosí. Ma ce ne furono alcune. Malin Andersdotter si prese una colonia a Björksele e fondó quel villaggio. Margareta Grenholm fu la prima ostetrica del comune di Degerfors.
Molte tragedie han toccato il parentado nelle persone di giovani uomini, arruolati come soldati, mandati in guerra e ammazzati quasi subito da esperti militari di professione in Europa"

Ció che serve, nelle ricerche genealogiche, é il cognome degli antenati. L'uso di un unico termine per indicare una famiglia secondo ascendenza al maschile é una soluzione relativamente moderna da queste parti. Il primo Vikingström che ritroviamo nelle carte é un tal Olof Johansson Vikingström di Hornefors, nato nel 1793 e undicesimo di quindici figli. Prima di allora, si risolveva alla spiccia col patronimico, per cui il padre, per l'appunto Johan, porta il nome di Johan Nils-son, da cui si capisce che il nonno paterno di Olof non puó esser altri che Nils.
Ulrika, l'ultima sorellina di Olof, avrá invece e senza dubbio portato il nome di Johansdotter. Facile, no?
Il sistema del cognome-patronimico sembra dunque il piú usato in Svezia prima del diciannovesimo secolo, a partire dal quale diversi cominciano ad attribuirsi un cognome: come ad esempio i figli di tal Anna Sofia e Per Persson, che si faran chiamare Berggren (ramo di monte) , i nostri Vikingsström, e un Jonas, che si fece Flodin.

Parlando di prole piú o meno numerosa, le famiglie ottocentesche descritte nella Krönika hanno come comun denominatore un'incredibile prolificitá. Mentre io sto qui a far la Vittima e piangere il morto per soli due marmocchi che fan le ore piccole, gli Antenati, e soprattutto le Antenate del Vikingo, i morti li piangevano per davvero e indubbiamente dovevano aspettar la menopausa come una gran Liberazione.
Prendiamo ad esempio la famiglia di Nils Petter Carlsson, colono, ed Eva Charlotta Olofsdotter.
Si sposano a 24 anni, e mettono subito in moto la Fabbrica della Prole. Eva Charlotta sfornerá 11 creature, l'ultima all'etá di 43 anni, tanto per raccontare di puerpere attempate. Mi permetto di osservare che le primipare quarantenni dei giorni nostri, spesso criticatissime, arrivano al parto in condizioni molto meno sfatte di Eva Charlotta e colleghe.
E la Discendenza? Il primo figlio della coppia muore poco dopo un mese. Esattamente nove mesi dopo il triste evento, nasce il secondo, che batterá il fratellino vivendo fino a quasi 4 mesi, con la mamma giá incinta della terza. Si noti che il signor Nils Petter non deve aver nemmeno aspettato che la moglie smettesse di avere le lochiazioni, e che la fertilitá di costoro fu comunque impressionante.
La terza figlia raggiunge il record d'etá, e vive fino a 14 mesi, salutando la nascita della quarta, Sara Lotta, la quale sará molto piú fortunata e riuscirá a vivere fino a 90 anni. Sara Lotta, rimasta vedova e poverissima, s'ingegnó a sopravvivere diventando accattona professionista, al punto da divenire una celebritá dei luoghi, col soprannome di Mjöldomta (presa di farina, che frequentemente mendicava). Per chi é curioso su Sara Lotta, troverá un approfondimento (in svedese) qui.
La quinta -definita malaticcia- se ne andrá a 20 anni, vedendo un'altra sorellina morire a 5 mesi. I successivi, restanti figli, se la cavano giá meglio e, tranne una sedicenne, arriveranno a sperimentare i dolori dell'etá adulta.

Scorrendo le pagine della Krönika, si vede che piú o meno anche le altre famiglie spartivano un destino simile: il racconto di un professore tedesco, Friedrich Wilhelm von Schubert, in viaggio da queste parti cosí descrive il suo incontro con alcuni Antenati del Vikingo, nel luglio 1817 (tradotto dallo svedese dell'epoca):

"... Lillsele é un aggregato isolato, abitato da un colono di Piteå. Un destino avverso aveva colpito il pover'uomo. Aveva perso moglie e alcune figlie per la scarlattina. Tutti in casa si erano ammalati, perfino il bestiame a causa della mancanza di cure. I sopravvissuti ora erano sani. Lo stesso padrone di casa, uno svelto 70-enne, venne giú alla barca e ci invitó, a dispetto della sua povertá, a mangiar pesce ed uova fresche. Quando respinsi l'offerta, vennero alcune sue figlie con un po' di latte. Una di loro mi porse la ciotola con tal gentilezza e fermezza, che non potei piú rifiutare. Alla fine, scesi dalla barca ed entrai nel cortile. Tutto era lindo e piacevole a vedersi. Di quattordici figli ne vivevano sette. Le tre figlie si occupavano dei lavori domestici. Per il nutrimento di vacche e pecore venivan seccate foglie di betulla e pioppo, raccolte allo scopo anche da altre parti del Norrland, specialmente in Västerbotten e Ångermanland."

Non tutti questi antenati riuscirono nel tenersi una linda, seppur povera, piccola fattoria. In vari documenti della Krönika si legge di famiglie che contrassero debiti, non riuscirono a pagarli e perció emigrarono in altre parti del Paese.
Tra quelli rimasti, la Krönika narra di certi divenuti delinquenti, sorpresi a rubacchiare e condannati: come Samuel Andresson, il quale tra l'altro osó, con un parente, rubare un cavallo e mangiarselo. In un tempo in cui non si mangiavano cavalli, pare che le autoritá premiassero chi aveva il coraggio di una tale azione, e non chiedetemi il perché. Di quel parente, anch'egli un tipo losco, si é trovato scritto che una volta fu condannato alla gogna davanti alla chiesa, e altre volte alla frusta.
Tra coloro che erano rimasti, i mestieri piú in voga era quelli di contadino ed operaio, ma anche flottningsarbetare, ossia coloro che si occupavano del trasporto del legname per via fluviale (dopo la costruzione, in tempi piú moderni, di numerose dighe lungo i fiumi del Norrland, la flottazione fu dismessa come metodo di trasporto). Tra le donne, coloro che non erano assorbite a tempo pieno dagli impegni familiari spesso erano impiegate come serve, altre furono contadine e un paio addirittura ostetriche.

Piú avanti nel 19esimo secolo, fortune alterne divisero gli Antenati. Verso la fine del 19esimo secolo almeno 1.3 milioni di svedesi lasciarono alle spalle uno Stato enormemente povero e rinchiuso in un conservatorismo religioso politico e sociale, e si cercarono una Nuova Vita nel Nuovo Continente. Diversi ebbero fortuna.
Tra loro, alcuni degli antenati del Vikingo, che salparono verso l'America: alcuni ci restarono, altri ritornarono per la vecchiaia. L'economia nel primo Novecento divenne migliore, certi trovarono la fortuna nella Cittá dell'Ultima Thule (se il concetto di Cittá é relativo), qualcuno fece storia contribuendo all'introduzione del Cinema in questo Luogo scarno d'intrattenimenti.
Tuttavia, gli aneddoti piú interessanti si ritrovano nei secoli precedenti, e per comoditá li lasceró a un post successivo, Discendenti permettendo.


Friday 21 June 2013

Sogno di una Mezza Notte d'Estate

Questa, stando alle piú recenti app disponibili, é stata tra le notti piú corte dell'anno, (il che si capisce scientificamente subendo osservando il Ciclo Circadiano della mia Prole, ad esempio).
Poiché a causa di un'unica Congiunzione Astrale il Cielo del Norrland era pure limpido, ecco alcune fasi del fenomeno in progressione.
Si ringrazia il Mezzitalico per il supporto logistico offerto durante le ore piccole.

C'é ancora tempo per la grigliatina. Ore 22:23 



Il tramonto, passato da quattro minuti. Ore 23:07.




Il Momento di Mezzo, e culmine d'Oscuritá: ore 00:38.


Un po' piú tardi, al lato opposto della stuga: Elisa avrebbe dovuto cambiare il titolo di una delle sue piú riuscite canzoni. Il cielo si prepara per un'Alba a Nordest, ore 01: 29.



L'Alba arriverá quasi nemmeno un'ora dopo, alle 02:17. Qui peró, egrazziaddio, il Mezzitalico ha interrotto la sua collaborazione, e riferito che, se volevo svegliarmi di nuovo per immortalare tal trascurabile e quotidiano evento, avrei dovuto farlo senz'aiuti da parte sua.

Buona Midsommar a tutti.

Friday 31 May 2013

Lotta al Pregiudizio

Dunque, ricapitolando:

non é vero che la Svezia é sta patria del suicidio: leggere qui e, piú recentemente, anche da Antonio

non é vero neppure che si ubriacano piú di tanti altri.

ma, soprattutto, é una menzogna galattica affermare che in Norrland fa freddo:



(Questa é effettivamente la temperatura indoor, all'ombra e in presenza di corrente d'aria, registrata ierisera alle 19, tanto per fare i precisini. La temperatura outdoor non é registrata, perché adesso mica penserete che i termometri venduti qua siano tarati per valori superiori ai 31?)

Ora si tratta di indovinare quale delle seguenti famiglie si stia approfittando delle condizioni meteo e si stia dando ai bagordi:

1- la Famiglia Mezzovikinga
2- la Famiglia delle Viole Tricolor
3- la Famiglia Culicidae


Saturday 18 May 2013

Abitudini da cambiare

Come tutti forse (non) sanno, qua nel Regno Gialloblú se vi mandano una raccomandata, é molto probabile che dobbiate ritirarla al supermercato, oppure ad un vicino distributore di benzina, luoghi che di solito sono aperti anche in orari e giornate inusuali.
Fatto sta che oggi ho fatto un salto al distributore, perché un fogliettino ficcato nella nostra buca delle lettere indicava che c'é posta per me. Vabbé ecchécimporta, risuona nella mente di chi ha letto fin qui.
A chi ha visitato queste pagine in precedenza, m'é capitato di raccontare altre volte l'epilogo di fatti e decisioni costate l'attesa di nove mesi. Perció, qui arriva l'ultima puntata del processo iniziato appunto un nove mesi fa e descritto in questo post: l'invio della domanda per avere la cittadinanza svedese e quindi, finalmente, poter iniziare la mia scalata per la Presidenza del grigio Paese degli Alcolizzati Depressi. 
Gli sviluppi sono stati, in successione, questi:
- dopo un mesetto dalla mia ansökan, decido che rivoglio il mio passaporto, che non si sa mai che abbia voglia di farmi qualche viaggetto. Incredibile ma vero, é stata sufficiente una telefonata e 3-4 giorni d'attesa per rivedermelo a casa.
- un mese fa mi arriva una graziosa letterina del solito Migrationsverket, la quale suona all'incirca cosí:
rispediscimi quel tuo passaporto, che abbiamo scavato nella pila di ansökan, e abbiam ritrovato la tua. Ma ti é servito, poi? Su, raccontaci se ti sei fatta qualche giretto al di fuori della TuaProbabileFuturaPatria (qua ci annoiamo e ci piacerebbe qualche descrizione di luoghi esotici)
E poi senti, ma noi non abbiamo mica capito se tu qua hai un permesso di soggiorno permanente o no. Mica per niente siamo il Migrationsverket, eh. Fatti mandare una carta dal tuo datore di lavoro che indichi che non sei stata qua a sbafo negli ultimi cinque anni, e se sei stata a sbafo, chiedi la stessa carta all'ufficio occupazione (Arbetsförmedling) o alla mutua (Försäkringskassan).
Conoscendo il basaltico tempismo del MV, telefono direttamente all'ufficio indicato per aver rassicurazioni:
-Ciao belli. Mi avete richiesto il passaporto. Dal momento che voglio diventare svedese, potete immaginare che io dopo Midsommar vado in ferie con la famigghia, esattamente come tutti i buoni svedesi fanno, e il documento mi serve.Voi ce la fate prima d'allora?
-Uh, certo!
-E poi, capisco che vogliate sapere se io un lavoro ce l'ho. Ma, visto che siete una Myndighet, non potevate chiedere direttamente a Skatteverket, che vi forniva tutti i dati aggiornati in tempo reale e anche di piú, invece di farvi mandare una carta dal mio datore di lavoro?
-Ehm sí, effettivamente. Maaa, queste sono le regole. Eeehm, credo sia per la privacy.

L'ultima spiegazione é abbastanza esilarante, ma decido di non fare obiezioni. Dopotutto, potrebbe essere la stessa tizia che sta al telefono con me a decidere dei miei destini.

Il risultato finale di questa specie di gravidanza é una busta minimal, spedita ad un distributore di benzina durante un maggio straordinariamente torrido e contenente il mio passaporto italico, insieme a questo foglietto un po' piú bellino:


A questo punto siamo in tre in famiglia ad avere la doppia cittadinanza. Il Vikingo, forte della sua vera et unica (mica comprata come la mia!), ha proposto un brindisi serale, elencando poi i miei nuovi Doveri di Cittadina:
- mangiare solo pane di tipo knäckebröd, con su spalmati 100 grammi di burro a fetta.
- assicurarmi sempre della presenza del burro in frigo, in quantitá adeguate.
- alimentarmi, almeno 3-4 volte a settimana, con macaroni, falukorv e ketchup, e dire che sono buonissimi, volevo dire, jättegott.
- se qualcuno dovesse ispirarmi ira e disappunto, smetterla di esprimere sentimenti come una volgare mediterranea qualsiasi. Dire solamente 'bara bra' e poi denunciare la persona in questione allo Skatteverket. Dopotutto, quando quelli rumano, salta sempre fuori qualcosa.
- Almeno una strofetta dell'inno nazionale te la devi imparare.
- Smettila di rifiutarti di cantare smågrodorna attorno al palo di Midsommar.

azz.





Friday 26 April 2013

Vantaggi col Padre non Bilingue


Di solito in questo spazio virtuale non riporto aneddoti troppo personali: primo, perché é uno spazio pubblico e gli aneddoti personali sono, perlappunto, personali. Secondo, perché sono sicura che risulterebbero tremendamente noiosi, o almeno ancor piú noiosi del solito ammorbante contenuto Ultimathuliano da queste lande dimenticate da Thor.
Questo blog non ha nemmeno l'intenzione di essere molto mammesco, perché ci son giá un sacco di genitrici in rete che aggiornano sull'Epopee della propria Prole, e riescono a farlo con stile molto piú interessante del mio.

Siccome peró qui si parla anche di come vivere mezzovikingamente in Patria Vikinga, ecco che ogni tanto saltano fuori situazioni-chiave che -forse- meritano d'esser riportate.
Il Mezzovikingo cresce, ed ha quasi raggiunto la ragguardevole etá dei cinque anni: fatto che implica l'adorante ammirazione del fratello minore e una buona dose di furbizie terribilmente naïve dirette a noi adulti. Il Mezzovikingo, nonostante l'aspetto molto Vikingo, ha preso comunque alcuni tratti da me, compresa una certa debolezza per i Carboidrati semplici.
È cosí che, in tempi di ricorrenti visite da virus, al Pargolo vien concesso di gustarsi qualche gelato per placare le fauci infiammate. In via di guarigione, stamane ci prova col Vikingo, e domanda un gelato a colazione, che tentar non nuoce.
Il padre decide che non é affatto necessario.
Il Mezzovikingo si dirige perció verso di me, e con i migliori occhioni blu da Bambi che si ritrova mi fa: 
-Mamma, posso mangiare un gelato per colazione? ieri sera mi hai detto che potevo perché avevo la tosse.
-No bello, ieri sera potevi, ma stamattina no. Ti faccio un panino.
Gli occhioni da Bambi si abbassano sotto le lunghe ciglia, e il proprietario si allontana deluso senza proferire verbo. Mezzo secondo dopo, l'illuminazione: perfettamente consapevole delle scarse conoscenze linguistiche del padre, si accosta a lui di nuovo e gli spiega con aria da venditore professionista:
-papá, la mamma ha detto che posso avere un gelato, perché ho la tosse e anche ieri sera l'ho avuto.

Il Vikingo mi squadra in stato confusionale. Fortunatamente, lo salva qualche nozione del messaggio dei segni mediterraneo.

Tuesday 23 April 2013

La Barchetta

Row, row, row your boat,
Gently down the stream.
Merrily, merrily, merrily, merrily,
Life is but a dream.


Mentre un famosissimo Stato Mediterraneo riprende il suo torpido Letargo popolato d'Incubi, l'Ultima Thule continua nella sua fase di Risveglio, accelerata da quelle che qua vengon dette, senza alcun'apparente ironia, temperature primaverili, ossia quelle comprese tra zero e dieci gradi Celsius: quelle che bastano, ai sensi del Norrlandese, per liberarsi dalle cuticole invernali, mettersi in maniche corte in piazza a sfoggiare le cruditá, comprare decine di vasetti di viole pansé, ed inaugurare l'Epopea dell'Idrocarburo Aromatico Policiclico, ossia della Grigliata.
Nel giro di un paio di settimane i miei concittadini riscoprono geografie dimenticate e ricoperte da mezz'anno di nevi grigiastre, riscoprono l'esistenza del colore verde marrone e sognano perció di ampliare le proprie tavolozze. La Natura corre timidamente in aiuto con le Tussilago e i Crocus (qui sotto una primizia catturata in stuga):



Se l'animo romantico et gentile che si annida in qualche anfratto del mio neurone mi fa apprezzare cigni e fiorelletti come segni preferiti del cambio di Stagione, quell'altra parte chimica mefitica et sientifica del mio Essere non puó fare a meno di registrare i Cambiamenti di Stato del monossido d'hydrogeno, se non altro perché se n'é accumulato parecchio nei mesi precedenti.
Lo strato di ghiaccio che copre il mare davanti alla stuga ha le ore contate, e presto sará di nuovo disponibile per quei corroboranti bagnetti che allietano il cosiddetto 'inverno verde'* dei Norrlandesi. Poiché quest'ultimi sono tremendamente putibondi, e diciamo pure inetti nel promuovere le bellezze della loro Terra presso il pubblico, m'accollo io quest'impegno, e assicuro che nella stagione giusta il Norrland offre infinite spiagge candide e acque di splendore cristallino:



(A chi osasse mettere in dubbio la mia ultima affermazione consiglio serenamente di dare una ripassata ai propri vecchi testi di Fisica delle superiori, eh.)

Un altro importante Luogo d'Acqua dell'Ultima Thule é sicuramente il grande ed oscuro Fiume che l'attraversa, serpente testimone di incaute immersioni e pesca di frodo a salmoni ripieni di diossina. Anche il Fiume si cala una coperta di ghiaccio quando arriva l'inverno, e se la toglie a pezzi piú o meno in questo periodo, proprio quando i gabbiani  fan ressa sulle sue rive per disputarsi i resti degli hamburger del sabato sera.
L'Evento del Disgelo del fiume é atteso con una curiosa scommessa: dal 1966, ogni inverno gli Ultimathuliani usano calare su un certo punto del ghiaccio del fiume una curiosa barchetta a vela dall'esotico e pretenzioso nome di UmanRiver, costruita con due canoe e una veletta piena di pubblicitá. Contemporaneamente é possibile scommettere sul momento del Disgelo, segnato dal veleggiare della barchetta, non piú ferma nei ghiacci, verso un traguardo un po' piú a valle.
Ignoro se chi vince venga ricompensato per l'acuta previsione, ma gli organizzatori dell'Evento assicurano che l'incasso dei biglietti viene devoluto a scopi benefici. Quest'anno é la ricerca sul cancro ad aver tratto vantaggio da questo Segnale di Primavera, che ha avuto luogo dunque il 21 aprile alle 14.28, perfettamente nella norma se si guarda la tabella nella pagina dedicata in Wikipedia.


* l'interessante definizione dell'estate nordica come 'inverno verde' fu data dalla prima Regina Bernadotte di Svezia, la francese Desirée o Desideria, la quale nel suo grande Amore verso la sua patria adottiva dichiaró che in Svezia vi sono solo due stagioni: l'Inverno Bianco, e l'Inverno Verde. E tutto che non abitava neppure nel Norrland.

Wednesday 17 April 2013

Segnali di cambiamento

Questo non é, dato il titolo, un post politico.
Nemmeno é l'annuncio di qualche Novitá Demografica (come m'era riuscito di fare all'annuncio del Mezzitalico), perché qui il laboratorio artigiano s'é pensionato e se avessimo ancora prole andrebbe a finire che posto sul blog una volta ogni dieci mesi.
Questa settimana dó ufficialmente l'Annuncio dell'Arrivo della tanto sospirata Primavera nelle lande dell'Ultima Thule:
qui la primavera non arriva il 21 marzo, come gl'infingardi Astronomi vogliono illudere;
e nemmeno quando c'é una, almeno una settimana di temperature sopra lo zero Celsius, come i beffardi Metereologi svedesi vogliono farci credere;
e non gli alberi in fiore, che appena cade il primo petalo é giá autunno;
e non le prime gemme degli alberi, perché le lepri e i caprioli se le son mangiate durante l'inverno:


(qui quel poveraccio del Melo, che evidentemente se la spassa peggio del suo collega descritto da Daniela)


la Primavera arriva nei mattini di nebbia coi Cigni selvatici, le Gru (cosí amate dai contadini!), e le Oche del Canadá sui campi ostinatamente innevati :



e anche con le graziose Pavoncelle (Vanellus vanellus, Tofsvipa per i miei concittadini), che indugiano sospettose all'ombra dei grandi volatili, e cercano un buco di terra per far nascere i loro pargoli.


Puntando il naso all'insú, le lunghe e precise formazioni a V veleggiano oltre la nebbia del mattino, e scaldano i cuori intirizziti degli Ultimathuliani dopo il Grande Letargo.

Monday 1 April 2013

Mondo cane, Mondo di m...



L'Ultima Thule, per chi ancora la credesse composta di campagnoli illitteratissimi e dediti a segar nei boschi, é in realtá alla massima Avanguardia per tutto ció che dicesi Teccnologgico et Avanzatissimo.

Non felici di ció, gli Ultmathulesi sono convinti Animalisti, Veganissimi e, al di fuori dell'Homo Sapiens Norrlandicus, amano tutto ció che appartiene al Regno Animale. Perció, un bel po' di loro possiede un Cane.
Il cane, nonostante sia un'ottima ed obbediente Bestia che raramente mette in discussione le Regole della Societá, continua peró imperterrito in piccole azioni di Disobbedienza Civile quali l'alleggerire il corpo in Luoghi Pubblici, senza alcun rispetto per i suoi Benefattori.

Ció deve aver irritato a sufficienza gli Amministratori della mia cittá, poiché il Comune ha deciso di metter al suo posto quegli scriteriati padroni di quadrupede che non raccolgono il Concime canino negli appositi sacchettini, almeno stando all'articolo pubblicato oggi sul giornale locale. Prossimamente, perció, tutti i cani dell'Ultima Thule -circa 8000-, saranno catalogati nel loro DNA, affinché i lor escrementi non risultino piú anonimi all'Autoritá Pubblica, se rinvenuti.

Se dunque vi trovaste a passeggiare nell'ameno territorio dell'Ultima Thule, e trovaste a terra qualche Reperto che vi disturba, sappiate che potrete raccoglierlo e portarlo al dedicato Ufficio Comunale, il quale provvederá senz'indugio all'analisi del DNA per risalire a quale scriteriato Padrone dovrá esser spedita una salata multa per Vilipendio al Suolo Pubblico.


O no? ;)


Saturday 30 March 2013

Fiori rosa, fiori di Pesco (o di Sorbo, eh)

Ricapitolando: é il 30 marzo, domani é Pasqua, in Giappone fioriscono i ciliegi sakura, in Sicilia i mandorli han dato del suo, nello Stivale prosperano le stelline.
Prima che qualcuno o qualcuna si spertichi in battutine spiritose, assicuro che anche noi nel Norrland, con le nostre risorse, ci arrangiamo egregiamente.

Fuori:


e anche dentro casa:


Con gli ultimi fiori di brina, e i primi (indoor) della stagione, auguro Buona Pasqua a tutti: pure a chi, come me, non é religioso, perché un bel rito propiziatorio per accelerare la Primavera male non fa.


(e si noti l'altezza del mucchietto di neve davanti alla veranda, nonché il mare d'argento su cui luccica l'Astro d'argento)


Monday 18 March 2013

La Cometa Panstarrs non esiste

Il cielo dell'Ultima Thule fa quel che gli pare, sapevatelo.
Nonostante il soggiorno in stuga, con tramonti d'oro e cristallo ed un soffitto siderale appena appena velato da qualche cirro di passaggio, la tanto declamata Cometa Panstarrs ha deluso l'unica fessa interessata dell'Ultima Thule che ostinatamente ha tralasciato la serale schiavitú dei fornelli per cercare di vederla.

Se proprio volete vedere l'effetto che fa il Sole ai corpi celesti che passano nella sua sfera d'influenza, esistono comunque manifestazioni molto piú interessanti (ed anche un pelo piú frequenti) ammirabili dalle mie parti.
Ecco dunque una meravigliosa Aurora Boreale, una Norrsken, che ieri sera ha infiammato di danze pallide e remote tutta la Volta Celeste.
Si dice che l'Aurora possa emettere suoni. 
Alcuni sostengono che é una pia illusione, altri giurano di avere udito l'accompagnamento musicale a queste Danze. Di solito non ho mai sentito nulla, ma ieri sera avrei creduto di percepire un lungo, profondo e distante richiamo di corno di caccia, un soffio leggero sull'orlo di un tubo di metallo, che forse null'altro era che il sibilo del vento tra le dune di ghiaccio e neve sul mare.

La danza é iniziata dopo cena, con le solite (noi all'Ultima Thule possiamo permetterci di usare il termine solite) cortine verde pallido bordate di lilla, da un canto all'altro del cielo, ondeggianti sinuosamente da est a ovest, e provenienti da Nord come usano fare. Verso le 22-23 l'intensitá delle luci é sbiadita leggermente, ma il valzer s'é tramutato in una performance disco lisergica, con fiamme bianche lampeggianti furiosamente sopra il nostro tetto per almeno un paio d'ore. Nessuna immagine rende giustizia a quest'ultimo, imponente spettacolo, e la tecnologia a mia disposizione non mi permette video decenti.




Note tecniche:
Le foto sono state prese con ISO a 1250, e un altro parametro a 0 (non chiedetemi che cos'é, a parte che é simbolizzato da un anellino verde).
Ho pure provato a tenere la macchina ferma con una specie di treppiedino, ma quest'ultimo é assolutamente insufficiente quando posato sulla neve vaporosa a -10, e completamente inutile se l'aurora da fotografare sta proprio sopra le vostre teste. In questo caso le mie mani tremolanti dal freddo giustificano le immagini mosse della corona. Se qualcuno di passaggio qui ha qualche buon consiglio tecnico (a parte: 'comprati un treppiede decente'), sono bene accetti.




Thursday 21 February 2013

Ma come canti bene bella bimba


In tutti questi anni (due? tre? quattro?) di bloggamento dall'Ultima Thule e dal fantastico Mondo Gialloblú in genere, mi sono accorta che non ho speso la benché minima sillaba su alcuni degli Eventi mediali piú Cool/Cult di quest'area geopolitica.
Una delle scuse piú scontate e abusate é data dai Dittatori Fanciulli di Casa, i quali monopolizzano la tecnologia domestica e pretendono di vedere l'intera collezione di quell'altro antico Cult che é il cartone croato Balthazar mentre voi, ad esempio, vorreste rilassarvi sfogando le vostre pulsioni piú trucide con Game of Thrones.
Un'altra causa é che la sottoscritta, dal basso della sua Ignoranza e Pregiudizio, snobba a priori la visione dei sottocitati Cult perdendosi perció un'importante fetta della Cultura dello Stato in cui ha fatto sfrontata richiesta di cittadinanza.
Immagino che diversi tra i visitatori di questo blog abbiano qualche cognizione di cosa sia ed implichi il Mattone nazionalpopolare italico chiamato Festival di Sanremo (FdS). Devo ammettere che, grazie a tredici anni di lontananza dalla Madrepatria, e almeno altri dieci di Snobismo cronico, io ne ho solo un'idea parecchio vaga e distorta e quindi alcuni dei paragoni che porteró potrebbero soffrire di eclatanti inesattezze.
Comunque: prendete il FdS, tagliatelo a pezzettini, scartate eventuali ospiti internazionali, e distribuitelo con pressapochista omogeneitá su diverse cittá svedesi tra febbraio e marzo, tipicamente quattro luoghi. Prendetene una dose settimanale, ogni settimana in una cittá diversa, otto canzoni per volta, secondo lo schema corrente. Un paio di canzoni per localitá, selezionate da votazione, proseguiranno verso il Gran Finale a Stoccolma.
Condite con pacchi di lustrini et voilá: servito in tavola il Melodifestivalen, il Festival delle Melodie (cosí dette all'orecchio dei Vikinghi). A differenza del FdS, chi vince il MF va direttamente a concorrere per l'Eurovision Song Contest, riuscendo addirittura a vincerlo ogni tanto, come successe lo scorso anno.

Nonostante la sua infelice collocazione territoriale, anche il Norrland ogni tanto viene onorato dalla Manifestazione. Sabato scorso, ad esempio, é stata la volta di Skellefteå.
Skellefteå, per quei pochi che ancora non ne avessero sentito parlare, é una cittadina un po' a nord dell'Ultima Thule, dall'aspetto essenzialmente identico all'Ultima Thule, se non fosse per un Monumento al Viagra d'ispirazione sovietica che l'ha resa famosa in tutto il pianeta (ve lo googlate da soli/e, ché io sono una blogger perbene). L'ardito Monumento é collocato nella piazza principale del villaggio della cittadina, piazza che porta lo speranzoso epiteto Delle Possibilitá (möjligheternas). A giudicare dal luogo, é un po' difficile scorgerle.
Altre volte é capitato a Luleå, o Örnsköldsvik (nome pomposo per darsi un tono quando la Jantelagen non era stata ancora inventata: "Baia dello Scudo d'Aquila", manco Tolkien avrebbe fatto meglio. Qualcun altro sostiene che non era colpa del signor Thorin Scudod'Aquila Örnsköld, a cui la cittá dicesi esser dedicata, se portava quel cognome). L'Ultima Thule invece boccheggia in proposito, e non riporteró le opinioni dei maligni.

Ció che caratterizza il Melodifestivalen é l'abbondanza del popolarissimo genere Schlager, da non confondere con lo Schlager teutolandico, basato quest'ultimo su canzoni goderecce destinate all'Oktoberfest. Lo Schlager svedese, definito secondo la mia impressione di non-esperta, é un pop pieno di lustrini, pailettes, sbarluccicante e infarcito di canzoni d'ammore di vario genere (roba originalissima tipo mi ama, non mi ama, mi hai tradito, sto meglio senza di te, mi strazio il cuore senza di te, e straziamenti simili.).
Nonostante si canti in termini eteronormativi, pare che faccia l'occhiolino, se non due, alla comunitá gay, (quella maschile intendo, poiché non ho mai capito che opinione ne abbiano le lesbiche), al punto che quest'anno si é addirittura dato il caso di gente che ha denunciato il Festival per gaypropaganda.
Tra tutto quello che avrei potuto immaginarmi, mai avrei creduto che l'omosessualitá fosse assimilabile ad un qualche tipo di pericolosa ideologia politica, per la cui diffusione é necessaria addirittura un po' di propaganda. Evidentemente c'é gente con molta piú immaginazione di me, perfino qui in Svezia.
Siccome un video é meglio di tante chiacchere, ecco qui con l'iconica Lena Philipsson un esempio pratico del genere:




Nonostante io non sia esattamente una tipa da Schlager, segnalo uno dei miei favoriti, (apprezzabile da chi mastica un po' di svedese), melodia che mette d'accordo tutti i generi e tutti i sessi, oltre a rivelare alcune passioni segrete di diversi noti personaggi del teleschermo svedese.



Il discorso dei generi nel Melodifestivalen merita comunque un certo approfondimento. Se i miei padroni pargoli me lo concederanno (prima che faccia in tempo ad arrivare il MF del prossimo anno, s'intende), sará l'argomento di un prossimo post.


Thursday 14 February 2013

Ultima Thule Rising


Oggi non é solo la Giornata degli Innamorati, ma anche la Giornata di One Billion Rising.
Per quanto la Svezia sia ai migliori posti nel mondo per Pari Opportunitá tra uomini e donne, purtroppo anche qui ci sono ancora uomini che credono di avere il diritto di violare il corpo e la mente delle donne, solo perché donne.
E anche l'Ultima Thule, nella sua calma apparente, ha conosciuto il suo Hagamannen, un apparentemente insospettabile individuo che ha reso per anni le donne di questa cittadina insicure, mentre gli uomini temevano di venir scambiati per lui. Il signor Lindgren non é e non é stato l'unico uomo ad aver turbato le strade e le case dell'Ultima Thule.

Perció, il flash-mob di One Billion Rising stasera é arrivato anche qui.




Saturday 19 January 2013

Lingue a Palla



I primi giorni di Gennaio sono tempi di bilanci di Fine Anno. Il Fine Anno é quello del Mezzitalico, regalo della alla Befana venuto al mondo ormai poco piú di un anno fa in una Notte nevicchiosa: creatura volitiva, energica, dal crescente contenuto di amfetamine endogene (specie notturne), e che ha rallentato non poco l'aggiornamento del presente spazio virtuale.
A proposito di quest'ultimo, quando iniziai a scriverci il Mezzovikingo aveva piú o meno la stessa etá che ha il Mezzitalico adesso. All'epoca perció non avevo aggiornato un granché sull'evoluzione linguistica di un poppante di nazionalitá mista. Ora che ho un campione statistico sul 100% piú significativo, vale a dire due poppanti anziché uno, potrei azzardarmi a tirare qualche somma su come si sono evoluti a contatto con le due favelle, da zero alla prima parola.

Prima di tutto, varrebbe la pena riepilogare come funzionano le cose dai noi.
Il metodo adottato é quello cripticamente denominato OPOL, cioé One Parent One Language: io parlo solo ed esclusivamente italico ai pargoli in qualunque circostanza (con tutte le limitazioni e gli errori dovuti a tredici anni di permanenza all'estero), il Vikingo mio consorte parla sempre svedese.
Le pari opportunitá tra le due favelle sono pesantemente minate dal fatto che il Vikingo puó rivolgersi a me solo in svedese, ad eccezione di alcuni sporadici Vocaboli divenuti, chissá perché, Legge Linguistica Familiare (se vi interessa sapere quali, vi rientrano 'gamberetti', 'patatine', 'Amore', 'Ciao', 'prosciuttocrudo', insomma il solito stereotipo degli Italiani amoremangiare).
Anche il contesto é prevalentemente svedese, visto che i contatti col Secondo paese hanno cadenza annuale, e i nonni materni credono che Skype e internet siano indecenti creature Cthuliane.
Mentre col Mezzovikingo io ero l'unica interlocutrice italica, il Mezzitalico ha il privilegio di sentirmi usare la lingua di Dante non solo con lui ma anche col fratello. È quindi probabile, ma non ovvio, che potrebbe considerarla un pelo piú utile di quanto non faccia il fratello maggiore.
Un'altra premessa é che i due non sono particolarmente precoci dal punto di vista linguistico, per quanto abbiano la parlantina facile ed allegra. Immagino dunque che le loro prestazioni rientrino nella media.

Leggendo in giro, qualcuno ha sostenuto che i poppanti riconoscano il suono della lingua materna giá appena scodellati al mondo, e che apprezzino il significato di alcune parole d'uso frequente verso i sei mesi.
Non ho conoscenze cosí sofisticate da aver potuto rifare gli esperimenti con la mia Prole, ma posso dire che i due, rispettivamente a 8 mesi e mezzo e 9, erano in grado di rispondere alle domande, poste nelle due lingue: 
Dov'é la palla? 
Var är bollen?
(che significano esattamente la stessa cosa)

I figlioli rispondevano guardando correttamente, e talvolta andando a prendere, l'oggetto in questione tra i diversi che contribuiscono all'Entropia dei nostri pavimenti. Il motivo per cui la Palla sia uno dei primissimi oggetti riconosciuti linguisticamente tra altri, resta un mistero la cui risoluzione affido a qualche psicologo infantile.
Nel corso dei mesi seguenti, una reazione simile si poteva man mano estendere ad altri oggetti e persone d'interesse.
Per motivi oscuri, la -relativamente complessa- frase in italiano: 'cos'ha la mamma in testa?' grosso motivo d'ilaritá per il mio secondogenito, veniva riconosciuta correttamente dal Mezzitalico giá appena dopo i nove mesi di vita extrauterina, dal momento che il figliolo rivolgeva il suo sguardo direttamente alla sommitá del mio cranio, ci fosse o meno qualcosa sopra.

E in quanto al parlare? So che esistono fior di poppanti in grado di snocciolare frasette giá con le prime pappe, per poi cantarvi la canzoncina verso l'anno.
I miei poppanti mantengono un profilo assai piú discreto, ed entrambi cominciano a  pronunciare qualcosa di diverso dalla lallazione solo verso l'anno. La lingua in cui lo fanno non é immediatamente riconoscibile. Mamma, appannaggio del Mezzovikingo, é la stessa in entrambi gli idiomi.
Il testardissimo Mezzitalico invece ci ossessiona (lo dice anche in sogno) con un dá! dá!, accompagnato da un perentorio dito indice: la sillaba sembrerebbe la perfetta fusione tra lá! e där!, che indicano il luogo dove vuol farsi accompagnare. Ogni tanto e recentemente, sussurrando con la sua voce da basso (perció non posso assicurare di aver sentito giusto), punta il dito sulla tetta commentando appunto te-ta, oppure si rigira tra le mani un pannolino e conclude, grevemente: ca-ca. Dopodiché potrebbe agitare graziosamente la mano e abbozzare un Tao, chiaro invito filosofico a seguire il vostro Sentiero (dev'essere la somiglianza dell'Infante con un Buddino in miniatura ad aver causato tal precoce Saggezza).
Apparentemente, quindi, la madrelingua sembra esser la lingua madre fino ad adesso.

E il Primogenito che fa? Forte della sua supremazia fisica, si compiace di redarguire il fratellino al minimo segno di sconfinamento territoriale, e anche no.
Se volete sapere chi tra me e il Vikingo é il depositario della Disciplina familiare, sappiate che il Mezzovikingo, di solito refrattario alla favella della Penisola, spontaneamente si rivolge al fratello in perfetto italiano con frasi del tipo 'Non voglio!', 'No, non é per te!', 'Non puoi!'. Solo in condizioni estreme di Esproprio Proletario, emergono i sentimenti piú profondi del Giovane Capitalista, e qui si vede qual é la sua lingua delle Emozioni, giacché un deciso 'Dumma dig!' o 'bajskorv' (stupido e stronzo,) esplodono in faccia all'ignaro poppante, che rimira meravigliato la scenata.
(per i piú curiosi: no, il Vikingo non usa pronunciare tali graziosi epiteti in famiglia. Vedete che succede a mandare i bambini all'asilo?)



 
63°49'LatitudineNord © 2008. Template by BloggerBuster.