Thursday 23 January 2014

L'Invenzione delle Lingue e altre macedonie



Nell'attesa di scrivere il seguito del post sulla Storia del Norrland, realizzo che Mezzitalico e Mezzovikingo stanno crescendo, e con essi anche la loro Capacitá Comunicativa. Era da un po' che non aggiornavo sugli Sviluppi Bilinguistici del fantastico duo, e quindi potrebbe darsi il caso di segnarmi sul Diario qualcuno dei loro progressi.

Col Mezzovikingo eravamo rimasti al rientro dalle italiche vacanze di un paio di anni fa. In quell'occasione il biondino aveva solennemente dichiarato che della parlata Mediterranea non gliene poteva calar di meno e quindi, cortesemente, che la smettessi di rivolgermi a lui nella mia esotica (e, di certo!) inutile favella.
Il primogenito non ha ancora subito lezioni di Genetica, e perció non é affatto cosciente dell'origine ereditaria di quel suo bel tratto caratteriale che é la Cocciutaggine. Perció, io ho continuato bellamente ad insistere con la lingua del Manzoni, e il ragazzetto se l'é dovuta metter via.
Per qualche oscura ragione, le ferie dell'anno successivo han prodotto un effetto completamente diverso. Che sia l'etá prescolare, l'aria salmastra e allucinogena delle Spiagge Adriatiche, o l'improvvisa coscienza che l'italiano, in effetti, puó servire a interagire meglio coi marmocchi suoi pari quando si rincorrono granchietti e pesci-ago, fatto sta che il Mezzitalico ha cominciato a sciorinare spontaneamente intere frasi ed intercalari nella sua Favella materna. L'effetto si é prolungato diversi mesi dopo, quando ormai le tenebre boreali avevano scolorato i ricordi dell'estate.
Allo stato attuale, il Mezzovikingo riesce a comporre senza troppo sforzo frasi in italiano con una sottile cantilena trevigiano-vesterbottnica di sottofondo. Un'eccezione curiosa é quando vuole, coscientemente, scimmiottare l'italianitá e quindi s'esibisce in esclamazioni secondo perfetto stereotipo: "paaastaaa! piiizzaaa! Ammmooore! mangiaaarreee!" condite da un accento simil-meridionale. Non chiedetemi da chi l'ha imparato, perché non ne ho idea, comunque sono felice che nella lista non siano compresi Maafiaa!, bberluscooniii! vaffancuulooo! beellaaa fig...! o amenitá del genere.
La grammatica é curiosamente ricalcata su quella svedese, con gli aggettivi regolarmente messi prima dei sostantivi, e con l'uso delle preposizioni copiato paro paro da quello vikingo. Se vuole attirare l'attenzione, non mi dice, semplicemente, "guardami!", o "guarda me!", ma "guarda su di me!", che non é altro che la traduzione di "titta mig!". Questo non é l'unico esempio, ma é il primo che mi viene in mente.
Coi verbi, non sempre é ovvio che persone diverse richiedano forme verbali diverse. C'é perció da aspettare ancora qualche anno prima di pretendere una certa padronanza dei congiuntivi.

Che ne é del Mezzitalico, invece? Il piccolo bebé Ciccione con la voce cavernosa da indemoniato si é trasformato in un Abitatore della Notte, gli é stato affibbiato il nomignolo Conan the Barbarian per motivi che risultano ovvi a chi lo incontra, onora il mito dei terrible two comunicando le sue emozioni con l'imitazione di un noto camelide domestico sudamericano. Ogni tanto, per rimarcare l'opinione a riguardo, aggiunge l'aggettivo äcklig (schifo). Secondo la sua personale filosofia del mondo, una moltitudine di situazioni é äcklig. Quelle rare cose/proposte che lo vedono entusiasta, lo fanno invece pronunciare un sommesso yippi! , tipicamente svedese, e con compostezza nordica, (l'ho udito anche dai tedeschi).
Il Mezzitalico non fa parte di quei bimbi-prodigio che a due anni sanno contare fino a 30, conoscono tutte le capitali europee e recitano il Petrarca a comando. Perció, si puó dire che il suo sviluppo linguistico é ancora un po' da vedere, e per ora consiste di singole parole, o di coppie di parole nel tentativo di fraseggio.
Il suo vocabolario ha una percentuale di lemmi svedesi superiore a quello del fratello alla stessa etá, anche se esistono diverse parole italiane, tanto da indurre i suoi insegnanti all'asilo a chiedermi una lista per le doverose traduzioni. Quando il pargolo chiede ackla, devono sapere che é acqua l'oggetto del bisogno. Quando indica una kata (casa) o un claclo (cavallo), chi non é allenato nella sua lingua materna ovviamente ha delle perplessitá.
Il Mezzitalico peró non si accontenta, e si é lanciato in una personale impresa: la creazione del Proprio Linguaggio. Se il Padre ha il suo, la Madre il proprio (il fratello é äcklig e non va considerato), perché diamine non puó avere pure lui una propria favella?
Ad esempio, alzi la mano chi sa cos'é un Mep.
Quello di Odd Todd?


No, non ci siamo.
In Vernacolo Mezzitalichese, il Mep é un.... elefante! Il Mezzitalico capisce benissimo quando gli diciamo elefante, ma si ostina ad usare il piú pratico e spiccio Mep. Essendo la sua bestia preferita, probabilmente merita un vocabolo tutto suo.
Altri concetti di Enorme Importanza hanno ricevuto l'Onore di vocaboli mezzitalichesi. Il camion, per dire, é un Nath, cioé né un Camion né tantomeno un Lastbil. Quella -th, fralaltro é pronunciata in modo misteriosamente anglosassone. Prima di suggerire che il piccolo Conan nella sua vita precedente fosse stato cittadino d'Albione, devo precisare che il figliolo, invece di dire Alce, o Älg (pronunciato 'eli')  come fanno i suoi genitori, preferisce un perfetto Elch, detto proprio cosí, con quella -ch cosi teutonica.
Per noi rimane un mistero la provenienza di tutti questi accenti esotici.
Molto piú semplice é invece chiarire come mai un maiale per lui possa essere sia un Gris che un Pig, oppure che un furgone venga chiamato pick-ap. Come appartenente all'ultima Generazione, il delicato pargoletto sa far scorrere con precisione i delicati ditini sul Pinne del padre. Per coloro cosí duri di comprendonio, specifico che Pinne non é certo un'appendice ittica (per gli italiani) o un volgare bastoncino (per gli svedesi).
Il Pinne é, ovviamente, l'iPad.
I termini di sospetta origine inglese il Mezzitalico li scova perció tramite deliziosi filmini per bimbi in inglese su Youtube (abbiamo anche tentato di nasconderne l'icona dentro remotissime cartelle, ma l'ostinazione e l'intuito informatico del figliolo glie l'han fatta scoprire in tempi brevissimi)

L'aspetto piú preoccupante di tutta la faccenda, é che ormai l'intera famiglia Mezzovikinga, non paga di sole due lingue in casa, ha cominciato ad usare Pinne e Mep nelle conversazioni quotidiane, anche senza Mezzitalico nei paraggi. Gli sviluppi dell'intera situazione si preannunciano interessanti.



Thursday 21 November 2013

Anche chi muore si rivede -1-



Un esempio pratico dell'affermazione del titolo qui sopra, é per dire, la tenutaria del qui presente blog: risucchiata di linfa vitale da alcuni marmocchi non specificabili (ma non solo), riemerge sotto forma di zombie dalle melme grigiastre del periodo piú cupo dell'anno. A differenza di altri spazi virtuali, e a sommo vantaggio di chi legge, la mia faccia con annesse occhiaie mai verrá usata per illustrare le pareti di questa stanza.
Il mese di Halloween, Allahelgon, Samhain o quel che volete é perció il momento migliore per riprendere in mano questo spazio ormai desolato ed ammuffito.
In uno dei miei primi post avevo raccontato dei motivi che mi avevano condotto all'Ultima Thule. Avevo pure citato l'incoraggiante commento della mia genitrice prima della mia partenza, che suonava piú o meno cosí :
"non ci andrei mai in un posto cosí freddo"
L'osservazione climatica é abbastanza corretta, anche se il freddo (a differenza dell'oscuritá pre-solstizio) non é un grosso problema per vivere qui. Al giorno d'oggi la scienza e la tecnica han provvisto l'oramai comodo Norrlandese di tripli vetri, coibentazioni eccellenti, abiti hightech, auto coi sedili scaldaderetano, prese elettriche per i motori, pneumatici a prova di ghiaccio, sistemi di riscaldamento efficienti, ecologici ed economici come questo (in svedese), e tanti, tanti godis a buon prezzo. Quando si sprofonda sotto lo zero Celsius, l'aria diventa asciutta e profuma di neve, e non porta via troppo calore corporeo. Mica per niente preferisco trascorrere le ferie di Natale qui anziché nell'umidiccia Padania.

Per la mia curiositá, é assai piú interessante capire come accidenti sopravvivevano in questi luoghi quando le sopraelencate meraviglie tecnologiche ancora non esistevano. Chi erano gli Ultimathulesi di cento, duecento anni fa? Quali misteriose qualitá della psiche e del fisico li tenevano legati ad un suolo ingrato, carente di pomodori freschi, di affreschi rinascimentali e della biodiversitá di molteplici invasori stranieri a movimentarne lo spirito?

Nella libreria del Vikingo si mimetizza un fascicoletto scritto in Word, dalla copertina bianca, in cui campeggia la foto di un tizio austero e la dicitura "Cronache della Famiglia Vikingström e Antenati".
Poiché il Vikingo non sembra aver beneficiato di ascendenti illustri, ricchi e meridionali, l'incartamento narra perció un succulento viaggio, all'indietro di qualche secolo, nella vita di alcuni popolani Norrlandesi che vengono riportati in vita attraverso i registri delle chiese, atti di tribunali, inventari e testamenti.
L'autore della Krönika dice, nella sua prefazione:
"..ho trovato 14 vissuti nel 1500, 57 nel 1600 e 43 nel 1700. Piú di 20 generazioni a ritroso nel tempo...[...] La maggior parte erano contadini e coloni. Molti hanno fondato villaggi dalle parti di Lycksele e Degerfors, e perció avuto parte attiva nella colonizzazione della Lapponia. Uno di loro fu Jonas Nilsson, citato nella letteratura tedesca.
Alcuni divennero funzionari, tra loro Mårten Mårtensson, che contribuí con geni lapponi (lapponi e svedesi non usavano accoppiarsi, per cui l'evento é notevole ndt).
Poche donne vennero citate dai preti. Quei tempi erano cosí. Ma ce ne furono alcune. Malin Andersdotter si prese una colonia a Björksele e fondó quel villaggio. Margareta Grenholm fu la prima ostetrica del comune di Degerfors.
Molte tragedie han toccato il parentado nelle persone di giovani uomini, arruolati come soldati, mandati in guerra e ammazzati quasi subito da esperti militari di professione in Europa"

Ció che serve, nelle ricerche genealogiche, é il cognome degli antenati. L'uso di un unico termine per indicare una famiglia secondo ascendenza al maschile é una soluzione relativamente moderna da queste parti. Il primo Vikingström che ritroviamo nelle carte é un tal Olof Johansson Vikingström di Hornefors, nato nel 1793 e undicesimo di quindici figli. Prima di allora, si risolveva alla spiccia col patronimico, per cui il padre, per l'appunto Johan, porta il nome di Johan Nils-son, da cui si capisce che il nonno paterno di Olof non puó esser altri che Nils.
Ulrika, l'ultima sorellina di Olof, avrá invece e senza dubbio portato il nome di Johansdotter. Facile, no?
Il sistema del cognome-patronimico sembra dunque il piú usato in Svezia prima del diciannovesimo secolo, a partire dal quale diversi cominciano ad attribuirsi un cognome: come ad esempio i figli di tal Anna Sofia e Per Persson, che si faran chiamare Berggren (ramo di monte) , i nostri Vikingsström, e un Jonas, che si fece Flodin.

Parlando di prole piú o meno numerosa, le famiglie ottocentesche descritte nella Krönika hanno come comun denominatore un'incredibile prolificitá. Mentre io sto qui a far la Vittima e piangere il morto per soli due marmocchi che fan le ore piccole, gli Antenati, e soprattutto le Antenate del Vikingo, i morti li piangevano per davvero e indubbiamente dovevano aspettar la menopausa come una gran Liberazione.
Prendiamo ad esempio la famiglia di Nils Petter Carlsson, colono, ed Eva Charlotta Olofsdotter.
Si sposano a 24 anni, e mettono subito in moto la Fabbrica della Prole. Eva Charlotta sfornerá 11 creature, l'ultima all'etá di 43 anni, tanto per raccontare di puerpere attempate. Mi permetto di osservare che le primipare quarantenni dei giorni nostri, spesso criticatissime, arrivano al parto in condizioni molto meno sfatte di Eva Charlotta e colleghe.
E la Discendenza? Il primo figlio della coppia muore poco dopo un mese. Esattamente nove mesi dopo il triste evento, nasce il secondo, che batterá il fratellino vivendo fino a quasi 4 mesi, con la mamma giá incinta della terza. Si noti che il signor Nils Petter non deve aver nemmeno aspettato che la moglie smettesse di avere le lochiazioni, e che la fertilitá di costoro fu comunque impressionante.
La terza figlia raggiunge il record d'etá, e vive fino a 14 mesi, salutando la nascita della quarta, Sara Lotta, la quale sará molto piú fortunata e riuscirá a vivere fino a 90 anni. Sara Lotta, rimasta vedova e poverissima, s'ingegnó a sopravvivere diventando accattona professionista, al punto da divenire una celebritá dei luoghi, col soprannome di Mjöldomta (presa di farina, che frequentemente mendicava). Per chi é curioso su Sara Lotta, troverá un approfondimento (in svedese) qui.
La quinta -definita malaticcia- se ne andrá a 20 anni, vedendo un'altra sorellina morire a 5 mesi. I successivi, restanti figli, se la cavano giá meglio e, tranne una sedicenne, arriveranno a sperimentare i dolori dell'etá adulta.

Scorrendo le pagine della Krönika, si vede che piú o meno anche le altre famiglie spartivano un destino simile: il racconto di un professore tedesco, Friedrich Wilhelm von Schubert, in viaggio da queste parti cosí descrive il suo incontro con alcuni Antenati del Vikingo, nel luglio 1817 (tradotto dallo svedese dell'epoca):

"... Lillsele é un aggregato isolato, abitato da un colono di Piteå. Un destino avverso aveva colpito il pover'uomo. Aveva perso moglie e alcune figlie per la scarlattina. Tutti in casa si erano ammalati, perfino il bestiame a causa della mancanza di cure. I sopravvissuti ora erano sani. Lo stesso padrone di casa, uno svelto 70-enne, venne giú alla barca e ci invitó, a dispetto della sua povertá, a mangiar pesce ed uova fresche. Quando respinsi l'offerta, vennero alcune sue figlie con un po' di latte. Una di loro mi porse la ciotola con tal gentilezza e fermezza, che non potei piú rifiutare. Alla fine, scesi dalla barca ed entrai nel cortile. Tutto era lindo e piacevole a vedersi. Di quattordici figli ne vivevano sette. Le tre figlie si occupavano dei lavori domestici. Per il nutrimento di vacche e pecore venivan seccate foglie di betulla e pioppo, raccolte allo scopo anche da altre parti del Norrland, specialmente in Västerbotten e Ångermanland."

Non tutti questi antenati riuscirono nel tenersi una linda, seppur povera, piccola fattoria. In vari documenti della Krönika si legge di famiglie che contrassero debiti, non riuscirono a pagarli e perció emigrarono in altre parti del Paese.
Tra quelli rimasti, la Krönika narra di certi divenuti delinquenti, sorpresi a rubacchiare e condannati: come Samuel Andresson, il quale tra l'altro osó, con un parente, rubare un cavallo e mangiarselo. In un tempo in cui non si mangiavano cavalli, pare che le autoritá premiassero chi aveva il coraggio di una tale azione, e non chiedetemi il perché. Di quel parente, anch'egli un tipo losco, si é trovato scritto che una volta fu condannato alla gogna davanti alla chiesa, e altre volte alla frusta.
Tra coloro che erano rimasti, i mestieri piú in voga era quelli di contadino ed operaio, ma anche flottningsarbetare, ossia coloro che si occupavano del trasporto del legname per via fluviale (dopo la costruzione, in tempi piú moderni, di numerose dighe lungo i fiumi del Norrland, la flottazione fu dismessa come metodo di trasporto). Tra le donne, coloro che non erano assorbite a tempo pieno dagli impegni familiari spesso erano impiegate come serve, altre furono contadine e un paio addirittura ostetriche.

Piú avanti nel 19esimo secolo, fortune alterne divisero gli Antenati. Verso la fine del 19esimo secolo almeno 1.3 milioni di svedesi lasciarono alle spalle uno Stato enormemente povero e rinchiuso in un conservatorismo religioso politico e sociale, e si cercarono una Nuova Vita nel Nuovo Continente. Diversi ebbero fortuna.
Tra loro, alcuni degli antenati del Vikingo, che salparono verso l'America: alcuni ci restarono, altri ritornarono per la vecchiaia. L'economia nel primo Novecento divenne migliore, certi trovarono la fortuna nella Cittá dell'Ultima Thule (se il concetto di Cittá é relativo), qualcuno fece storia contribuendo all'introduzione del Cinema in questo Luogo scarno d'intrattenimenti.
Tuttavia, gli aneddoti piú interessanti si ritrovano nei secoli precedenti, e per comoditá li lasceró a un post successivo, Discendenti permettendo.


Friday 21 June 2013

Sogno di una Mezza Notte d'Estate

Questa, stando alle piú recenti app disponibili, é stata tra le notti piú corte dell'anno, (il che si capisce scientificamente subendo osservando il Ciclo Circadiano della mia Prole, ad esempio).
Poiché a causa di un'unica Congiunzione Astrale il Cielo del Norrland era pure limpido, ecco alcune fasi del fenomeno in progressione.
Si ringrazia il Mezzitalico per il supporto logistico offerto durante le ore piccole.

C'é ancora tempo per la grigliatina. Ore 22:23 



Il tramonto, passato da quattro minuti. Ore 23:07.




Il Momento di Mezzo, e culmine d'Oscuritá: ore 00:38.


Un po' piú tardi, al lato opposto della stuga: Elisa avrebbe dovuto cambiare il titolo di una delle sue piú riuscite canzoni. Il cielo si prepara per un'Alba a Nordest, ore 01: 29.



L'Alba arriverá quasi nemmeno un'ora dopo, alle 02:17. Qui peró, egrazziaddio, il Mezzitalico ha interrotto la sua collaborazione, e riferito che, se volevo svegliarmi di nuovo per immortalare tal trascurabile e quotidiano evento, avrei dovuto farlo senz'aiuti da parte sua.

Buona Midsommar a tutti.

Friday 31 May 2013

Lotta al Pregiudizio

Dunque, ricapitolando:

non é vero che la Svezia é sta patria del suicidio: leggere qui e, piú recentemente, anche da Antonio

non é vero neppure che si ubriacano piú di tanti altri.

ma, soprattutto, é una menzogna galattica affermare che in Norrland fa freddo:



(Questa é effettivamente la temperatura indoor, all'ombra e in presenza di corrente d'aria, registrata ierisera alle 19, tanto per fare i precisini. La temperatura outdoor non é registrata, perché adesso mica penserete che i termometri venduti qua siano tarati per valori superiori ai 31?)

Ora si tratta di indovinare quale delle seguenti famiglie si stia approfittando delle condizioni meteo e si stia dando ai bagordi:

1- la Famiglia Mezzovikinga
2- la Famiglia delle Viole Tricolor
3- la Famiglia Culicidae


Saturday 18 May 2013

Abitudini da cambiare

Come tutti forse (non) sanno, qua nel Regno Gialloblú se vi mandano una raccomandata, é molto probabile che dobbiate ritirarla al supermercato, oppure ad un vicino distributore di benzina, luoghi che di solito sono aperti anche in orari e giornate inusuali.
Fatto sta che oggi ho fatto un salto al distributore, perché un fogliettino ficcato nella nostra buca delle lettere indicava che c'é posta per me. Vabbé ecchécimporta, risuona nella mente di chi ha letto fin qui.
A chi ha visitato queste pagine in precedenza, m'é capitato di raccontare altre volte l'epilogo di fatti e decisioni costate l'attesa di nove mesi. Perció, qui arriva l'ultima puntata del processo iniziato appunto un nove mesi fa e descritto in questo post: l'invio della domanda per avere la cittadinanza svedese e quindi, finalmente, poter iniziare la mia scalata per la Presidenza del grigio Paese degli Alcolizzati Depressi. 
Gli sviluppi sono stati, in successione, questi:
- dopo un mesetto dalla mia ansökan, decido che rivoglio il mio passaporto, che non si sa mai che abbia voglia di farmi qualche viaggetto. Incredibile ma vero, é stata sufficiente una telefonata e 3-4 giorni d'attesa per rivedermelo a casa.
- un mese fa mi arriva una graziosa letterina del solito Migrationsverket, la quale suona all'incirca cosí:
rispediscimi quel tuo passaporto, che abbiamo scavato nella pila di ansökan, e abbiam ritrovato la tua. Ma ti é servito, poi? Su, raccontaci se ti sei fatta qualche giretto al di fuori della TuaProbabileFuturaPatria (qua ci annoiamo e ci piacerebbe qualche descrizione di luoghi esotici)
E poi senti, ma noi non abbiamo mica capito se tu qua hai un permesso di soggiorno permanente o no. Mica per niente siamo il Migrationsverket, eh. Fatti mandare una carta dal tuo datore di lavoro che indichi che non sei stata qua a sbafo negli ultimi cinque anni, e se sei stata a sbafo, chiedi la stessa carta all'ufficio occupazione (Arbetsförmedling) o alla mutua (Försäkringskassan).
Conoscendo il basaltico tempismo del MV, telefono direttamente all'ufficio indicato per aver rassicurazioni:
-Ciao belli. Mi avete richiesto il passaporto. Dal momento che voglio diventare svedese, potete immaginare che io dopo Midsommar vado in ferie con la famigghia, esattamente come tutti i buoni svedesi fanno, e il documento mi serve.Voi ce la fate prima d'allora?
-Uh, certo!
-E poi, capisco che vogliate sapere se io un lavoro ce l'ho. Ma, visto che siete una Myndighet, non potevate chiedere direttamente a Skatteverket, che vi forniva tutti i dati aggiornati in tempo reale e anche di piú, invece di farvi mandare una carta dal mio datore di lavoro?
-Ehm sí, effettivamente. Maaa, queste sono le regole. Eeehm, credo sia per la privacy.

L'ultima spiegazione é abbastanza esilarante, ma decido di non fare obiezioni. Dopotutto, potrebbe essere la stessa tizia che sta al telefono con me a decidere dei miei destini.

Il risultato finale di questa specie di gravidanza é una busta minimal, spedita ad un distributore di benzina durante un maggio straordinariamente torrido e contenente il mio passaporto italico, insieme a questo foglietto un po' piú bellino:


A questo punto siamo in tre in famiglia ad avere la doppia cittadinanza. Il Vikingo, forte della sua vera et unica (mica comprata come la mia!), ha proposto un brindisi serale, elencando poi i miei nuovi Doveri di Cittadina:
- mangiare solo pane di tipo knäckebröd, con su spalmati 100 grammi di burro a fetta.
- assicurarmi sempre della presenza del burro in frigo, in quantitá adeguate.
- alimentarmi, almeno 3-4 volte a settimana, con macaroni, falukorv e ketchup, e dire che sono buonissimi, volevo dire, jättegott.
- se qualcuno dovesse ispirarmi ira e disappunto, smetterla di esprimere sentimenti come una volgare mediterranea qualsiasi. Dire solamente 'bara bra' e poi denunciare la persona in questione allo Skatteverket. Dopotutto, quando quelli rumano, salta sempre fuori qualcosa.
- Almeno una strofetta dell'inno nazionale te la devi imparare.
- Smettila di rifiutarti di cantare smågrodorna attorno al palo di Midsommar.

azz.





Friday 26 April 2013

Vantaggi col Padre non Bilingue


Di solito in questo spazio virtuale non riporto aneddoti troppo personali: primo, perché é uno spazio pubblico e gli aneddoti personali sono, perlappunto, personali. Secondo, perché sono sicura che risulterebbero tremendamente noiosi, o almeno ancor piú noiosi del solito ammorbante contenuto Ultimathuliano da queste lande dimenticate da Thor.
Questo blog non ha nemmeno l'intenzione di essere molto mammesco, perché ci son giá un sacco di genitrici in rete che aggiornano sull'Epopee della propria Prole, e riescono a farlo con stile molto piú interessante del mio.

Siccome peró qui si parla anche di come vivere mezzovikingamente in Patria Vikinga, ecco che ogni tanto saltano fuori situazioni-chiave che -forse- meritano d'esser riportate.
Il Mezzovikingo cresce, ed ha quasi raggiunto la ragguardevole etá dei cinque anni: fatto che implica l'adorante ammirazione del fratello minore e una buona dose di furbizie terribilmente naïve dirette a noi adulti. Il Mezzovikingo, nonostante l'aspetto molto Vikingo, ha preso comunque alcuni tratti da me, compresa una certa debolezza per i Carboidrati semplici.
È cosí che, in tempi di ricorrenti visite da virus, al Pargolo vien concesso di gustarsi qualche gelato per placare le fauci infiammate. In via di guarigione, stamane ci prova col Vikingo, e domanda un gelato a colazione, che tentar non nuoce.
Il padre decide che non é affatto necessario.
Il Mezzovikingo si dirige perció verso di me, e con i migliori occhioni blu da Bambi che si ritrova mi fa: 
-Mamma, posso mangiare un gelato per colazione? ieri sera mi hai detto che potevo perché avevo la tosse.
-No bello, ieri sera potevi, ma stamattina no. Ti faccio un panino.
Gli occhioni da Bambi si abbassano sotto le lunghe ciglia, e il proprietario si allontana deluso senza proferire verbo. Mezzo secondo dopo, l'illuminazione: perfettamente consapevole delle scarse conoscenze linguistiche del padre, si accosta a lui di nuovo e gli spiega con aria da venditore professionista:
-papá, la mamma ha detto che posso avere un gelato, perché ho la tosse e anche ieri sera l'ho avuto.

Il Vikingo mi squadra in stato confusionale. Fortunatamente, lo salva qualche nozione del messaggio dei segni mediterraneo.

Tuesday 23 April 2013

La Barchetta

Row, row, row your boat,
Gently down the stream.
Merrily, merrily, merrily, merrily,
Life is but a dream.


Mentre un famosissimo Stato Mediterraneo riprende il suo torpido Letargo popolato d'Incubi, l'Ultima Thule continua nella sua fase di Risveglio, accelerata da quelle che qua vengon dette, senza alcun'apparente ironia, temperature primaverili, ossia quelle comprese tra zero e dieci gradi Celsius: quelle che bastano, ai sensi del Norrlandese, per liberarsi dalle cuticole invernali, mettersi in maniche corte in piazza a sfoggiare le cruditá, comprare decine di vasetti di viole pansé, ed inaugurare l'Epopea dell'Idrocarburo Aromatico Policiclico, ossia della Grigliata.
Nel giro di un paio di settimane i miei concittadini riscoprono geografie dimenticate e ricoperte da mezz'anno di nevi grigiastre, riscoprono l'esistenza del colore verde marrone e sognano perció di ampliare le proprie tavolozze. La Natura corre timidamente in aiuto con le Tussilago e i Crocus (qui sotto una primizia catturata in stuga):



Se l'animo romantico et gentile che si annida in qualche anfratto del mio neurone mi fa apprezzare cigni e fiorelletti come segni preferiti del cambio di Stagione, quell'altra parte chimica mefitica et sientifica del mio Essere non puó fare a meno di registrare i Cambiamenti di Stato del monossido d'hydrogeno, se non altro perché se n'é accumulato parecchio nei mesi precedenti.
Lo strato di ghiaccio che copre il mare davanti alla stuga ha le ore contate, e presto sará di nuovo disponibile per quei corroboranti bagnetti che allietano il cosiddetto 'inverno verde'* dei Norrlandesi. Poiché quest'ultimi sono tremendamente putibondi, e diciamo pure inetti nel promuovere le bellezze della loro Terra presso il pubblico, m'accollo io quest'impegno, e assicuro che nella stagione giusta il Norrland offre infinite spiagge candide e acque di splendore cristallino:



(A chi osasse mettere in dubbio la mia ultima affermazione consiglio serenamente di dare una ripassata ai propri vecchi testi di Fisica delle superiori, eh.)

Un altro importante Luogo d'Acqua dell'Ultima Thule é sicuramente il grande ed oscuro Fiume che l'attraversa, serpente testimone di incaute immersioni e pesca di frodo a salmoni ripieni di diossina. Anche il Fiume si cala una coperta di ghiaccio quando arriva l'inverno, e se la toglie a pezzi piú o meno in questo periodo, proprio quando i gabbiani  fan ressa sulle sue rive per disputarsi i resti degli hamburger del sabato sera.
L'Evento del Disgelo del fiume é atteso con una curiosa scommessa: dal 1966, ogni inverno gli Ultimathuliani usano calare su un certo punto del ghiaccio del fiume una curiosa barchetta a vela dall'esotico e pretenzioso nome di UmanRiver, costruita con due canoe e una veletta piena di pubblicitá. Contemporaneamente é possibile scommettere sul momento del Disgelo, segnato dal veleggiare della barchetta, non piú ferma nei ghiacci, verso un traguardo un po' piú a valle.
Ignoro se chi vince venga ricompensato per l'acuta previsione, ma gli organizzatori dell'Evento assicurano che l'incasso dei biglietti viene devoluto a scopi benefici. Quest'anno é la ricerca sul cancro ad aver tratto vantaggio da questo Segnale di Primavera, che ha avuto luogo dunque il 21 aprile alle 14.28, perfettamente nella norma se si guarda la tabella nella pagina dedicata in Wikipedia.


* l'interessante definizione dell'estate nordica come 'inverno verde' fu data dalla prima Regina Bernadotte di Svezia, la francese Desirée o Desideria, la quale nel suo grande Amore verso la sua patria adottiva dichiaró che in Svezia vi sono solo due stagioni: l'Inverno Bianco, e l'Inverno Verde. E tutto che non abitava neppure nel Norrland.
 
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