Monday 30 July 2012

Volatilizzarsi



Volatile é un aggettivo che purtroppo si adatta benissimo alla sottoscritta, almeno per quel che riguarda la presenza su questo blog. Declino ogni responsabilitá e, da brava italiota come lo Stereotipo insegna, scarico il barile al Mezzitalico e alle sue 3-4 poppate notturne. Facile, no?
Volatile, e quindi perfetta Uccel di Bosco nei dintorni della Stuga, non ho peró fatto scioperare la digitale, e mi é capitato di usarla con altri Uccelli di Bosco e di Mare che frequentano queste Boreali latitudini.

Ecco qui allora qualche scorcio di Volatili volati e volteggianti nei dintorni dell'Ultima Thule. Mi é capitato ancora di inserirli in precedenti Foto del Mese, ma voglio lo stesso dedicare un -incompleto- post solo a loro, dalla gioia di vederli ogni giorno nei cangianti cielo ed acqua intorno a me.
La qualitá delle immagini lascia spesso a desiderare: le bestie di questo luogo sono schive e lo zoom fa quel che puó.

Visitatori costanti delle nostre acque e della spiaggetta sono gli Storskrakar, o Smergo maggiore, o Mergus Merganser per chi ha fatto le scuole alte.
Giá da aprile, nonostante il clima ancora poco invitante, cominciano a darsi da fare, e formano delle affezionate coppiette amoreggianti teneramente. I maschi sfoggiano un'elegante livrea bianconera, e passano il tempo a portare in giro le fidanzate a mangiare dei pescetti piccoli e secchi detti Spigg in svedese, e a bisticciare l'un coll'altro.


Da maggio peró i signori maschi si, diciamo, volatilizzano, e le femmine devono arrangiarsi per i fatti loro a cercare un posto adatto per la cova.


Passano le settimane. Un'uggiosa giornata di luglio, una mamma compare con 3-4 morbidi anatroccoli in cerca di Spigg e di tranquillitá sulla spiaggia.


Un altro paio di settimane e quasi non li si distingue piú dalla genitrice:


Chi mi ama mi segua: questa popolare femmina ha raccolto oltre una ventina di anatroccoli seguaci, certamente non tutti suoi. Una bella classe ordinata, tutti in fila e senza protestare.



Un'altra Anatide che volentieri ci fa visita e riempie le rive di guano a bitorzoli é l'Oca del Canadá (Kanadagås). Le livree di maschio e femmina sono praticamente identiche, e non so proprio dire se gli adulti che in Giugno accompagnano le ochette siano una Combutta mammesca, o un paio di coppie paritarie.


Molte sono le specie di Anatre che si trastullano sulle onde. Tra queste anche la Moretta, o Vigg (Aythya Fuligula), che sembra apprezzare la vita in compagnia:



O quest'altra:


La solita coppia di Cigni Reali ci concede molto raramente l'onore di una visita, preferendo l'altra sponda. Qualche giorno fa solo il binocolo ha potuto rivelarci che cinque cignetti accompagnano questi due adulti, qui ripresi a giugno ancora soli soletti:


Il Vikingo dá ai Cormorani l'appellativo Uccelli della Morte, per la loro estetica disgraziatamente un po' sinistra. In realtá sono gente timida, e si limitano a mangiarsi qualche pesce, né piú né meno dei numerosissimi gabbiani, e ad asciugarsi le ali al sole




Una fugace Ospite per le Ferie é la Rondine (Svala). Nelle foto dell'Estate 2011 avevo mostrato come questo grazioso uccelletto si affretti a levare le tende giá dai primi d'agosto, quando ormai i Sintomi dell'Autunno sono evidenti. L'arrivo, almeno dalle nostre parti, riesco a datarlo al piú presto verso la metá di maggio, come da questa immagine:


Questo esemplare invece aveva pensato bene di ispezionare la nostra stuga, ma a quanto pare non ha apprezzato la compagnia (e ci credo bene!)


Una Beccaccia di mare (Strandskata, cioé gazza di spiaggia come la chiamano gli svedesi, o Haematopus ostralegus come la chiamava Linné) saccheggia con metodo il prato dei miei suoceri. Non é proprio frequentissimo vederla da noi.


Altri saccheggiatori metodici includono il Merlo (Koltrast), come il coscienzioso padre di famiglia qui sotto. Per chi é nato nel Belpaese vedere un merlo non é una gran notizia, ma quassú ho avuto la possibilitá di avvistarne uno soltanto quest'anno, degli otto che ho vissuto qui.


Aggiungiamo pure un bel Picchio Rosso Maggiore (Större hackspett, o Dendrocopus major), qui rappresentato da un bel maschione della specie:


e dai suoi buchi:



E potrei continuare con la Cinciarella (Blåmes):



oppure coi numerosi Fringuelli, i non comuni Ciuffolotti, le Ballerine bianche, i Beccofrusoni, le innumerevoli Cinciallegre e altri che ho giá mostrato da altre parti, o che ho visto da lontano e senza avere un obiettivo a disposizione, come la Gru, o la coppia di Aquile Reali che ha sorvolato il cielo per qualche settimana durante la primavera, ma mi fermo qui, perché le ore si fanno piccole, e il Mezzitalico tra non molto esigerá il suo bianco tributo.




Tuesday 10 July 2012

Una Lingua al prezzo di due


(Questa nota Cittá veneta é evidentemente un Protettorato svedese,
ma lo sappiamo solo noi)

Passano le settimane, i giorni, e lentamente anche i mesi, mentre l'Abulia da Risveglio notturno riduce al silenzio quei residui di attivitá, mentale e non, della sottoscritta.
In aggiunta, la solerzia dell'Ambasciata italiana nella Capitale trecoronata, rivelatasi in uno dei Giugni piú oscenamente freddi e umidi della Storia, ha permesso alla Famiglia Mezzovikinga di sfuggire la Padellina umidiccia del Norrland, per passare alla Brace di Caronte e degli altri suoi Amichetti con la pressione alta.
Da questa visita, imparo che nel Belpaese i Concetti d'Estetica Anatomica sono relativi, e raggiungono gli Antipodi nell'Esame della Coscia presso la Donna e il Poppante: mentre la prima si accetta con ammirazione solo se accuratamente ripulita di qualunque traccia d'adipe, le gambe del secondo, rappresentate dalla Sfericitá del Ciccione Mezzitalico, suscitano estatica meraviglia, a voce alta, presso qualunque estraneo, di qualunque sesso ed etá, incontrato nelle nostre passeggiate italiche.

Tra i vari e nobili Motivi per cui noialtri ci sottoponiamo annualmente al Supplizio della Brace, troviamo quello di far conoscere e praticare attivamente alla Progenie Mezzovikinga l'esercizio del linguaggio piú bello-romantico-sensuale-fantastico-calciofilo-culturale-eccetera del Mondo intero e certamente anche dell'Universo, l'unico parlato dal Bosone di Higgs e, naturalmente, da Caronte.
È da un po' di tempo che non mi capitava di raccontare come procede il Bilinguismo degli Uomini di casa, perció rinfresco gli aggiornamenti qui.
Come ho raccontato in altre circostanze, il metodo seguito da noi é quello cosiddetto OPOL, cioé Un-Genitore-Una-Lingua. Metodo applicato inflessibilmente, caparbiamente e senza eccezioni di sorta, condito di libri e DVD faticosamente trascinati a valigiate in giro per gli aeroporti di mezza Europa, e con l'ausilio sia del Tubo, che della simpatica Maestra di Italiano un'ora alla settimana all'Asilo.
Trascurando il Vikingo (la cui risposta classica, da anni, in ambienti italici é 'io no capisce italiano, solo poco'), e il Ciccione Mezzitalico (il quale preferisce l'esperanto infantile del babbabbabbaba -ghe-prrrrr!), i riflettori sono puntati sul Mezzovikingo. 
Il quattrenne fanciullo, dopo tutti gli sforzi di stimolazione neolatina a cui é stato sottoposto, reagisce all'impatto col Belpaese con grande nonchalance. Durante la prima settimana, nonostante gli venga detto chiaramente che 'se non parli italiano nessuno ti capirá', rimane patriotticamente fedele alla vulgata gialloblu. Nel frattempo, scimmiotta la sottoscritta genitrice facendo la finta predica al padre Vikingo, e ricordandogli che ' Du är i Italien, och måste parlare italiaanoo!', facendo seguire una sfilza di vocaboli in svedese e costringendo il pover'uomo a tradurli seduta stante nella Favella di Manzoni. La parte piú interessante di tale conversazione é rappresentata dalle petulanti critiche dell'Infante alla Pronuncia del Padre.
Il passare dei giorni produce miglioramenti quasi impercettibili nel bilinguismo del Mezzovikingo. Per ovvi motivi di sopravvivenza, i successi maggiori si ottengono nelle frasi che contengono il concetto: 'mangiare un gelato alla fragola, una coppetta con due palline'.
Riassunta il piú brevemente possibile: il bilinguismo -attivo- del Mezzovikingo non sta funzionando un granché. I progressi piú lampanti si notano solo in occasioni di acuta sopravvivenza, come quella del gelato sopracitata, oppure quando al Nostro é offerta l'opportunitá di interagire con coetanei. Gli adulti non raggiungono assolutamente il livello di carisma necessario ad innescare nel fanciullo il desiderio di usare l'Italiano.
Perció chiedo, a chi passa di qui e si trova (o si é trovato) nella situazione di insegnare una lingua minoritaria alla propria Prole: 
con voi ha funzionato? 
come avete fatto? 
ci sono differenze tra fratelli? (magari col Mezzitalico ci va meglio) 
c'é un'etá in cui avviene un Passaggio Magico, e la lingua minoritaria verrá quindi usata con improvvisa fluenza?

Sull'aereo per il ritorno, un diretto per Stoccolma, siamo circondati da svedesi, ed il Vikingo si sente finalmente nel suo elemento. Io chiedo non-ricordo-piú-cosa al Mezzovikingo. La sua risposta, fulminante, inattesa, e lacerante fa piú o meno cosí: 'mamma, vi är inte i Italien, jag vill inte prata italienska nåt mer!' (mamma, non siamo piú in Italia, non voglio piú parlare italiano).
Le mie belle speranze sprofondano nella bianca coltre di nubi che sorge a nord dell'arco alpino, sotto i nostri finestrini.


 
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