Wednesday 30 September 2009

Come ti rovino il pupo (per sempre!)



Fra tutto questo parlare d'autunno, di fresco e funghi e fiori, ho dimenticato un importante avvenimento della Famiglia Mezzavikinga: l'inizio del dagis, ovvero l'asilo nido, per il Mezzovikingo.
Sebbene la parola dagis sia correlata con dag, cioé giorno, non é raro che un nido abbia anche una sezione notturna, dove quei genitori che hanno turni di notte al lavoro possono lasciare i propri figli.

Qualche tempo fa, quando il Mezzovikingo era ancora un'idea mella mia testa, la Ministra tedesca von der Leyen propose di triplicare il numero di posti negli asili nido della Teutolandia, per permettere alle donne tedesche che lo desideravano, di tornare a lavorare. (Ne sa qualcosa la mia amica di Monaco, K., la quale ha dovuto in pratica buttare alle ortiche il suo ottimo PhD in Chimica perché desiderava ANCHE avere figli oltre alla carriera, ma i posti al nido son quel che sono.)
Alla proposta dell'illustre signora seguirono le aspre critiche del Vescovo di Augsburg, Mixa, che l'accusó di rovinare i bambini con una politica socialista stile DDR, sottraendoli in tenera etá alle loro madri (perché solo le madri e non anche i padri? aggiungo io). La sociologa tedesca Kuby rincaró la dose affermando "che, ad esempio, un terzo dei bambini svedesi sono rovinati psicologicamente perché hanno frequentato l'asilo".
Diciamo che gli Svedesi non furono particolarmente entusiasti di questo giudizio lapidario. Per ironia della sorte, piú o meno contemporaneamente qua si discuteva se il governo dovesse multare i Comuni che non garantivano posti asilo a TUTTI i propri bambini.

Dunque: noi abbiamo fatto iniziare il nido al Mezzovikingo alla tenera etá di 15 mesi. Ergo: siamo genitori degeneri, esponendo nostro figlio ad un rischio di malattia mentale del 30% piú alto rispetto alla norma. Soprattutto io, in quanto madre, sono la peggiore tra noi due, visto che é la femmina che dovrebbe stare a casa ad occuparsi della discendenza.

Ho sempre pensato di istruirmi perché mi piaceva, e ho sempre pensato di lavorare per avere una sicurezza economica personale, per occuparmi di qualcosa di interessante nella vita, per contribuire alla societá in qualche modo. Ma ora vengo a sapere che sono stata plagiata in profonditá dalla mentalitá capitalista (o sovietica, se si preferisce). Mmmmm...
Vero é che il mio lavoro é un po' privilegiato e presuppone una certa passione, per cui mi piace abbastanza il concetto di mamma che lavora. Questa é una faccenda mia personale, e sono conscia che esistono comunque un sacco di mamme, le quali, pur non amando il proprio lavoro, lo devono fare per tirare avanti la carretta in collaborazione, o meno, col papá.

Da piccola sono andata all'asilo, anche se dai tre anni. Se si escludono i pomodori a pranzo, ricordo che mi piaceva un sacco: c'erano altri bambini attorno a me, c'erano tanti di quei giochi e attivitá che a casa me li sognavo. Mi sentivo anche un po' indipendente, addirittura (questo potrebbe effettivamente essere un problema di salute mentale di certe donne, si dice).
Penso e spero che pure il Mezzovikingo possa averne la stessa impressione (sull'asilo, non sulla mia salute mentale). Pensavo inoltre che sarebbe istruttivo per lui vedere che i genitori, compresa la parte femmina, vedono il lavoro come cosa positiva. Quindi, perché no l'asilo?

Ma forse mi sbagliavo e in realtá sono solo una madre degenere.
Snobbando incoscientemente molte autorevoli opinioni, ho spedito lo stesso il Mezzovikingo al nido.
Con 1260 Corone al mese, cioé poco piú di 100 Euro (cifra massima da pagare visto che i nostri redditi sono alti, sennó si paga di meno) mi scrollo di dosso le mie responsabilitá di madre e lascio il povero Mezzovikingo a quattro genitori surrogati di evidente stampo socialista (seguono perfino il metodo pedagogico Reggio Emilia, questi rossi!), i quali li istruiscono su attivitá degradanti e sovversive come giocare con sabbia e acqua, leggere, pastrocciare coi colori o portare in giro pentoline e trenini, insieme ai compagni (oops!...).
Dopotutto, hanno solo 6-7 marmocchi per uno, non dovrebbero poi cavarsela cosí male.

Monday 28 September 2009

Cena al Gambero Rosso

Dopo un po' che se ne parlava, questo weekend si é consumata dai suoceri una delle tradizioni svedesi dell'autunno, cioé l'annuale e autunnale kräftskiva. La kräftskiva consiste nella mangiata collettiva dei gamberoni di fiume, qui chiamati kräftor, i quali si comprano giá cotti e surgelati, e solitamente costano un patrimonio anche se importati dalla Cina, ragion per cui noialtri non la facciamo spesso. Per ulteriori dettagli, e per pigrizia mia, vi rimando qua.
La kräftskiva implica tutta una serie di accessori kitch rossi e decorati con, o a forma di, gamberoni: salviette, piatti, pinze per curiosare dentro le chele, (nel caso ci siano alcuni milligrammi di polpa nascosti), coltellini per tagliare la cuticola dei poderosi crostacei e far uscire un mignolino di preziosissima carne.
Per l'occasione, i miei altrimenti seriossimi suoceri hanno addirittura ostentato cappellini con cotillion.
Puó essere interessante e pratico sapere che ogni anno i giornali tentano di assicurarsi extralettori pubblicando dettagliati test degustativi con punteggi su varie marche di kräftor e consigli di chef vari.

Dunque, dopo aver controllato di avere gli accessori coordinati e aver comprato i kräftor giusti secondo i consigli dell'Aftonbladet, si inizia che tutto é bello e carino e il piatto si presenta all'incirca cosí:



Dopo un'oretta, il vostro piatto si sará trasformato in un classico esempio di Entropia (non vale per il Metodico, vedi sotto):



L'erbetta verdastra é l'aneto, qua chiamato dill. L'aneto é la Spezia-Universale-per-Pesce-e-Affini in Svezia, ed é usata ed abusata allo stesso modo del prezzemolo per gli italici. Se ordinate pesce, state sicuri che vi sará servito insieme ad una foresta d'aneto.
Mangiare i kräftor richiede certe abilitá manuali, e durante la cena sono emerse le seguenti categorie di consumatori:
Io speriamo che me la cavo (mia suocera): non ha una tecnica precisa, toglie testa e chele e si cimenta in diversi tentativi di estrarre dignitosamente la coda piú o meno intera.
L'Artista, ovvero il Chirurgo (il Vikingo): lo scopo é estrarre elegantemente una coda intera col minimo numero di operazioni manuali.
Il Metodico (mio suocero): indipendentemente dalla tecnica, il suo piatto alla fine di tutte le operazioni sará un ordinatissimo raggruppamento di teste, chele e gusci vuoti severamente divisi.
Il Biologo-Patologo ingordo (io): viviseziona e scompone la testa dei crostacei alla ricerca del burro della kräfta: cremetta gialla che si trova in determinate parti sotto la cuticola della testa.
L'Approfittatore (il Mezzovikingo): si fa sgusciare i kräftor da altri.

La kräftskiva non é l'unico punto dell'anno in cui ci si riunisce con mangiate ittiche e pseudo-ittiche: si va dalla Midsommar con le aringhe conservate (sill), alle mangiate di surströmming (aringhe marce). Tutte queste occasioni servono a nascondere discretamente il vero scopo della mangiata: farsi una ciucca di snaps, ossia acquavite di vari gusti (uno peggio dell'altro, a parer mio).
La bevuta di snaps é un rito collettivo che contempla l'esibizione canora dei partecipanti su apposite snapsvisor (canzoni popolari da snaps), intonate a intervalli regolari durante la libagione.
Siccome la sottoscritta non é una fanatica dell'alcol, e la snaps proprio non mi piace (é amara), é una gran bella cosa trovarsi ancora nella condizione di MammaMucca ed avere una scusa elegante per sottrarsi a quest'obbligo sociale (rifiutare l'alcol, per molti svedesi denota un carattere snob e antisociale). Essere un'emigrante mi offre pure il vantaggio di (far finta di) non conoscere le diverse snapsvisor ed evitare una serie di figure barbine.

Siccome i kräftor da soli hanno una scarsa resa dal punto di vista calorico, si é reso necessario integrare la kräftskiva con piatti tipici, in grado di assicurare un giusto apporto di colesterolo. Orgoglio e vanto del Norrland é il formaggio Västerbotten, con cui si puó preparare la famosissima torta salata Västerbottenpaj:



A chi interessa, ecco la ricetta:

Mescolare 3.5 dl di farina con 150 g di burro e un pochetto d'acqua. Farne una pastafrolla, foderare una tortiera e cuocere in forno a 225 gradi per 10 minuti, poi estrarre e lasciar intiepidire.
Nel frattempo, sbattere velocemente 3 uova con sale, pepe, 2 dl di panna e formaggio Västerbotten grattuggiato (dai 150 ai 300 g, secondo le fonti. Fate voi). Il formaggio puó all'occorrenza essere sostituito con qualunque altro tipo, purché stagionato e sufficientemente grasso.
Versare il tutto nella tortiera e mettere in forno per 20-30 minuti a 200 gradi.
(se si vuole una versione piú leggera si puó usare panna da cucina al 4% di grassi anziché 35, e 100 g di burro anziché 150. Funziona egregiamente lo stesso).

Smaklig måltid. (buon appetito)

Thursday 24 September 2009

buonanotte, buonanotte fiorellino....



Con alcuni giorni di ritardo, mi accorgo che abbiamo passato l'equinozio d'autunno.
É il giro di boa dove le giornate diventano piú corte che nel resto d'Europa e non ci si puó piú vantare presso i conoscenti mediterranei "che qua fa ancora chiaro", perché da ora in poi saranno loro a sfoggiare un sorrisetto di compassione (o compatimento, a seconda dei rapporti) verso la poveretta emigrante.
Ascoltando il meteo svedese, si impara che i concetti di "autunno", "inverno", eccetera, da queste parti sono molto flessibili e difettano di significato astronomico.
Se il Sole a novembre si scopre vergognoso per qualche settimana e quindi si nasconde dietro nubi basse color caminetto sporco, sapere a che ora l'astro sorge e tramonta é assolutamente ininfluente*. Tanto é buio pesto comunque.
Meglio allora basarsi su concetti piú solidi e di piú facile verifica scientifica, come la temperatura.
Di regola, in Svezia si parla di:
inverno quando la temperatura media é < 0 gradi Celsius; autunno e primavera se la Tmedia é compresa tra 0 e 10 gradi;
estate se é superiore ai 10 gradi.
(io che sono mediterranea rigetto tutto ció e aggiungo 10 gradi alle rispettive definizioni)

Non so da quanto ormai siamo in autunno: i telegiornali ce lo raccontano puntualmente, ma il Mezzovikingo, per pietá nei miei confronti, m'impedisce di ascoltarli. Soltanto stasera son riuscita a vedere che nei prossimi giorni le temperature scenderanno finalmente sotto lo zero di notte e quindi l'aria prenderá quel che di frizzantino, come il mio migliore amico in Italia (un montanaro) la definisce.

Le conseguenze pratiche sono diverse. È ora di comprare le zucche (quelle Hokkaido, non quelle di Halloween che non san da niente e sembrano fatte con polpa di agrumi).
Ci si puó mettere il cuore in pace sulla raccolta funghi (cosí la suocera tirerá un sospiro di sollievo, visto che non potró piú avvelenare il figliolo coi Porcini. Non sa che in freezer ce ne sono parecchi congelati).
Si puó cominciare a dire che fra solo tre mesi é Natale.

Ma, soprattutto, é ora di chiudere col kolonilott (per chi si collega solo adesso, la spiegazione é qui). Mentre mio padre puó ancora sfoggiare con orgoglio i pomodori maturi, l'insalata croccante, e pianificare quando vendemmiare, io mi ritrovo a dover estirpare i mozziconi delle verdure bruciate dalla prima brina. Seguono: veloce salvataggio del Prezzemolo che -si spera- potrebbe continuare a crescere in un vaso in cucina; rivoltamento delle aiole per mescolarle con compost e stallatico; copertura delle piante piú delicate coi rami di lamponi secchi e potati via. Dopodiché ci si vota al Padre Inverno e lo si scongiura di essere abbastanza secco e freddo da non far marcire i bulbi dei Crocus (giá messi a dimora da un po'), ma non troppo freddo da stroncare definitivamente la disgraziata Lavanda, che ogni anno arranca sempre piú.
Per quest'anno non c'é comunque molto da rimpiangere: il raccolto é stato deludente e ha contribuito a migliorare notevolmente l'autostima dei miei vicini di kolonilott. Questa é la punizione per l'accidioso coltivatore che l'anno prima non concima e fa crescere erbacce in modo indecente.
La veritá é che ogni tanto mi piace cambiare il mio modo di fare agricoltura: cosí l'estate scorsa, in attivissima collaborazione col Mezzovikingo, mi barbatruccai da BarbaMucca, invece di concimare il radicchio. Ogni due ore. Muuhhh.

Buonanotte allora, fiorellini: e arrivederci a metá maggio, se le leggi dell'evoluzione e i capricci del clima saranno dalla vostra. Prima di allora il terreno sará ancora troppo gelato per piantare un badile a profonditá decenti, e piú di avervi concimati in tempo, quest'anno, non potevo fare.


* qualche mese fa trovai su un forum del Corriere la seguente barzelletta sugli Svedesi:
uno parla ad un amico e dice: "l'estate scorsa abbiamo avuto il sole". L'altro: " sí, mi ricordo, era un giovedí". Neppure nel weekend, insomma.


Tuesday 15 September 2009

Ma chi ti credi di essere? Ovvero vivere lagom secondo la legge di Jante (parte seconda)

Dunque, come giá descritto, allo svedese medio piacciono le cose lagom, equilibrate.
Il concetto si applica anche ai rapporti sociali: la normalitá e l'equilibrio, in senso comportamentale, economico e di relazione in genere, sono grandemente apprezzati. Non che non siano apprezzati anche altrove, ma in Svezia ci si é spinti a livelli talmente raffinati tanto da introdurre la cosiddetta Jantelagen, o legge di Jante.
Una definizione diffusa delle origini e dei punti della Jantelagen si trova sulla sempre comoda Wikipedia, qui (in italiano) ; é comunque utile farne un riassunto (sempre copyright di Wikipedia):

1. Non devi credere di essere qualcosa.
2. Non devi credere di valere quanto noi.
3. Non devi credere di essere più intelligente di noi.
4. Non devi immaginarti di essere migliore di noi.
5. Non devi credere di saperne più di noi.
6. Non devi credere di essere più di noi.
7. Non devi credere di essere capace di qualcosa.
8. Non devi ridere di noi.
9. Non devi credere che a qualcuno importi di te.
10. Non devi credere di poterci insegnare qualcosa.

C'è inoltre un undicesimo articolo, sibillino e intimidatorio, detto la legge penale di Jante:

* Forse non sai che so qualcosa su di te?


La Jantelagen non é, naturalmente, un pezzo della Costituzione svedese, ma si dice che sia comunque la conseguenza oscura della gestione socialdemocratica. Ad esempio, la legge penale di Jante riassume l'uso burocratico che si fa del personnummer (codice fiscale), il quale é un'istituzione talmente importante che meriterá un post a sé.
Il resto della Jantelagen si rispecchia nel fatto che il perfetto cittadino deve essere lagom: in particolare, l'eccellenza in campo intellettuale, e specialmente economico é punita con la disapprovazione sociale.
Vittime illustri di questa mentalitá furono gli ABBA nel loro periodo di splendore: colpevoli di essersi eccessivamente arricchiti con la loro arte, furono a suo tempo tanto osannati all'estero quanto snobbati in patria (secondo la versione del Vikingo).

Ora le cose sono leggermente cambiate (non per niente l'attuale gestione del Paese é di centro-destra liberale), e nelle grandi cittá l'attitudine puó essere di fatto opposta, ma non dimentichiamo che qui si disserta del Norrland, dove i socialdemocratici hanno la loro roccaforte e dove grandi cittá di fatto non ce ne sono quasi. Se si leggono i commenti dei lettori alle notizie nei giornali locali, si possono gustare parecchi assaggi della mentalitá Jante.

Ora, preciso subito una cosa: a me non piacciono le eccessive disparitá sociali, specie se ingiuste e derivanti dallo sfruttamento del lavoro (altrui). Io apprezzo parecchio il sistema di welfare svedese, e non ultimi tutti gli sforzi fatti per eliminare le disparitá di genere, e per attuare le Pari Opportunitá.
Personalmente, peró, sono critica rispetto alla mentalitá Jantelagen perché di fatto, invece di incoraggiare , lodare ed, eventualmente, emulare chi riesce nella vita, si crea intorno a questa persona un'atmosfera di disapprovazione e, diciamolo pure, invidia.
Il discorso si estende anche ai bambini a scuola. Un bambino capace e creativo rischia di vedersi le ali tarpate.
Un'altra conseguenza (molto visibile nella gestione dell'architettura dell'Ultima Thule, ad esempio), é che tutti devono avere uno stile di vita ugualmente noioso. Gli attacchi di creativitá personale sono guardati con sospetto in quanto non lagom (meglio, olagom, in norrlandese) e non appropriati.

All'estremo opposto, chi ha difficoltá a raggiungere un livello medio, viene generosamente aiutato dallo Stato. Vale per disoccupati, malati, persone con problemi sociali, minoranze. Cosa che personalmente trovo lodevole e molto positiva.
Il rovescio della medaglia si é verificato peró quando l' "aiuto" é diventato ridondante: specie qui nel Norrland molti hanno preferito sdraiarsi sui sussidi statali senza tentare un minimo sforzo di migliorare la propria condizione. Perché cercare lavoro quando lo Stato mi paga un ottimo sussidio di disoccupazione?
Non sono neppure rari i casi in cui i generosi contributi sono stati ottenuti anche senza reali condizioni di bisogno.

Come si puó vedere, il discorso é abbastanza complesso, e ritornerá spesso, in diverse sfumature, anche in futuri post (per tutti coloro che avranno voglia di starseli a leggere). Dopodiché si puó fare pure una pausa dopo tutti questi post cosí seriosi.

Monday 14 September 2009

Ma chi ti credi di essere? Ovvero vivere lagom secondo la legge di Jante (parte prima)

Ricordo quando ero alle medie, la notizia dell'assassinio di Olof Palme, primo ministro svedese. Ero una ragazzina molto naiv e la mia prima reazione fu: ma allora non c'é piú un posto sulla Terra che sia puro.
All'epoca avevamo studiato in Geografia l'Europa e i Paesi scandinavi sul libro di Folco Quilici; ero reduce da un'infanzia in cui le notizie di mafia e terrorismo alla TV italiana erano ordine del giorno.
L'Italia come Paese retrogrado e violento, mafioso e corrotto. La Scandinavia come espressione suprema di civiltá, giustizia, buona organizzazione e mancanza di crimine.
Se la Svezia ha avuto il potere di lasciare dietro di sé questa reputazione, come una donna spande una scia di buon profumo, molto lo si deve alla politica della gestione socialdemocratica degli ultimi decenni, impuntata sul welfare, l'uguaglianza sociale, il controllo dei costumi e le Pari opportunitá nel segno del politically correct. Su quest'ultimo punto ritorneró a proposito del Systembolaget, cioé la vendita statalizzata di alcolici.

Esiste un aspetto piú desolato legato a questo quadretto idilliaco.

Le guide turistiche e i manualetti di svedese non mancano di citare l'essenza dello spirito Svedese, che é il lagom.
Lagom é un aggettivo direttamente intraducibile con la nostra lingua ricca di temperamento, come dicono qui, ma potrei dire che é qualcosa in stile con 'medio', 'nella giusta misura', 'né troppo né troppo poco'.
Lo stile di vita svedese é difficilmente estremo. I rapporti umani sono misurati, cordiali e distanti. Ci si comporta in modo adeguato alle circostanze, le discussioni sono prudenti, prudenti al punto che, dopo aver frequentato per cinque anni le ragazze con cui esco (o meglio, uscivo prima che arrivasse il Mezzovikingo), ancora non so che opinioni politiche abbiano.
Tutto é sempre molto politically correct. Trovare qualcuno che dice quel che pensi é abbastanza difficile.

(a onor del vero, forse una valvola di sfogo esiste: il lagom-comportamento viene ampiamente disatteso nei fine settimana, quando i compassati nordici si sentono in dovere di testare alcolici in quantitá non propriamente lagom)


Alla luce della lagom-filosofia, mi chiedo ogni tanto come fanno gli svedesi a tollerare le manifestazioni estreme della Natura con cui vivono a contatto.
Giá solo nell'Ultima Thule ci sono escursioni termiche di una cinquantina di gradi tra estate e inverno.
Se il sole si fa vedere per sole quattro ore il 21 dicembre, splende invece ininterrotto in tutta la sua gloria dalle 2.20 alle 23 nel solstizio d'estate.
E le aurore boreali, che incendiano a volte il cielo d'inverno con selvaggi roghi bianchi e verdi?
No, per fortuna almeno la Natura non é lagom da queste parti, e io ne sono felice, perché, da buona mediterranea ho ancora un po' di temperamento.

La storia non finisce qui...

Sunday 6 September 2009

Quell'ifa é un ufo (parte seconda)



Come anticipato nella prima parte del resoconto sui funghi nordici, ci sono buone probabilitá di riempire una cesta se si passa da queste latitudini verso agosto-settembre e, soprattutto, se non si cerca di imitare gli autoctoni disdegnando tutto ció che non sia Cantarello.

A proposito di Cantarelli, non potevo dimenticare di raccontarvi che, se la stagione é avanti (come adesso) e il cantarello torna a nascondere le sue ife all'ombra del suo albero protettore, lo Svedese non si da' per vinto. Che autunno é senza cantarelli?
Fortunatamente gli dei Asi non dimenticarono i loro fedeli durante l'avanzare dell'umido, freddo et oscuro autunno nordico, e donarono loro la Finferla (Cantharellus tubaeformis, per non sbagliarsi), detta anche Trattkantarell. Siccome peró i regali degli Dei non possono essere cosí, gratis, si da' il caso che il buon funghetto riesca a mimetizzarsi accuratamente tra le foglie brune e gialle che ormai stanno cadendo. Solo i Vikinghi dalla vista migliore potranno aggiudicarseli.

Se invece siete (anche di nascosto) incalliti degustatori del formaggio casu marzu, allora la generosissima famiglia dei Leccinum puó fare al caso vostro. Questi bei funghi, facilmente riconoscibili, tutti commestibili e di sapore non disprezzabile, stanno ai Ditteri e i loro piccoli come il cantarello sta ai Vikinghi.
Qualora un vago senso di pietá vi imponesse di lasciar stare la progenie delle mosche, sará il caso che i Leccinum li raccogliate quando sono ancora mezzi sottoterra. Passato quel limite il cappello del fungo sará stato inesorabilmente crivellato dalle mosche che cercano di moltiplicarsi. Forse superfluo ma utile ricordare che, se raccogliete i piccoli Leccinum, questi vanno cucinati la sera stessa per evitare di tentare qualche mamma mosca...

Nei boschi locali vi é anche una buona abbondanza di Russule di vario tipo. Confesso che, passato il primo entusiasmo iniziale, ho smesso di raccoglierle: assaggiare ogni esemplare per sentire se brucia la lingua o meno é una faccenda noiosa e stancante, specie se ci sono un bel po' di Porcini nei dintorni, di piú facile identificazione.

Una delle attivitá estive principali degli Svedesi é la Grigliata. La Grigliata é il simbolo dell'Estate, una buona occasione per gli uomini di mangiarsi un bel tocco di carne come i veri Uomini fanno, e un'ottima occasione per le donne di evitare di cucinare per la serata (per qualche strano motivo, sebbene la Svezia sia avanti nelle Pari Opportunitá, grigliare é spesso considerato attivitá da Maschi).
In una di tali occasioni, riuscii a convincere il Vikingo che era possibile fare uno spiedo di uova col guscio: diventano morbide, profumate e non disprezzabili se condite con olio sale e pepe.
Infilzare sullo spiedino qualche bell'esemplare fresco e bianco di Vescie assicura la riuscita dello scherzetto. Uno Svedese-mangia-solo-cantarelli non avrebbe mai immaginato che molte Vescie sono commestibili.

E poi? E poi potrei continuare ancora.
Col delicato Coprino da inchiostro (Coprinus Comatus), che peró quassú potrebbe essere improponibile, visto che é incompatibile con l'uso di alcol (si fosse giá formata qualche traccia di inchiostro).
Con l'ottimo Goliatmusseron (Tricholoma matsutake), il quale effettivamente esiste solo in certi posti segreti.
Oppure coi Chiodini: anche se l'unica volta che li ho visti quassú, crescevano a quintalate su un sorbo. La scienza fungina di mio padre avverte che il Chiodino ha sapore piú o meno buono a seconda dell'albero parassitato. Sul sorbo non ho avuto indicazioni sufficienti.
Le primaverili Spugnole (Morchella): sempre per pigrizia, ammetto che non ho voglia di occuparmi di un fungo che richiede bollitura ed eliminazione dell'acqua affinché diventi sicuramente innocuo.
E ci sono lo Steccherino bruno (Hydnum imbricatum) per far la polvere di fungo, il Poliporo ovino e altri ancora.

Alla fine di questa tiritera mi sono resa conto di una cosa: Che il Porcino, dopotutto, sta a me italica come il Cantarello sta agli svedesi.
Forse che dovrei prenderli in giro un po' meno?

Wednesday 2 September 2009

Dov'é mia sorella? ovvero il mondo di Maja

Confesso di essermi occupata del mondo artistico svedese in modo in po' superficiale.
Per colpa (e merito) del Mezzovikingo, sto cominciando a fare qualche scoperta.
Qualcuna proprio inaspettatissima.
Tutto inizió qualche mese fa, con uno snervante ritardo del volo da Stoccolma all'Ultima Thule, dopo che ci eravamo sciroppati quelli dal Belpaese.
Cosa si fa dunque, con un Mezzovikingo che vuole andare a spasso senza sosta?
Beh, lo si porta nell'area giochi dell'aeroporto, sperando che non chieda di fare per venti volte due rampe di scalette-nella-casa-gioco troppo strette per le natiche della genitrice.
E lí, rivelazione: un grande murales poetico e surrealista. Ma chi l'ha fatto e chi non l'ha fatto. Maledetta ignoranza della cultura locale, mi dico.

Stasera in un negozio, mentre cercavo tutt'altro, vedo questo libro:



Ma é lo stesso murales! Di Sven Nordqvist, autore anche di una serie piuttosto popolare qui, "Pettson e Findus" (la quale non tratta delle avventure di un pacco di spinaci surgelati col meteorismo, ma di un tizio col suo gatto).
Noi ci siamo innamorati delle illustrazioni, e il Mezzovikingo avrá qualcosa con cui trastullarsi a Natale.
Per chi fosse interessato, si trova anche in Italia, ma col titolo "il mondo di Maja". (giuro che non mi hanno pagata, per fare la pubblicitá)
 
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