Sunday 30 January 2011

Le Foto di Gennaio 2011

Inizia un Anno e finisce un Mese. Ricominciano ad apparire le Foto del mese.
Anche stavolta, per ovvi motivi, la protagonista assoluta é una molecoletta semplice semplice, chiamata in gergo Acqua. Tuttavia, inizio le danze con un saluto alle feste natalizie, che con l'Epifania, o Trettondedag (tredicesimo giorno -dal Natale-) se ne vanno. Uno dei simboli svedesi per questo periodo é senza dubbio la possente inflorescenza dell'Amaryllus, che da noi, ovviamente, é sbocciato quando ormai il natale era giá finito da tempo:


E quindi arrivano altri Fiori, altrettanto graziosi, ma di certo piú effimeri:




Il prossimo passo verso il Mondo Macroscopico diventa il Fiocco di Neve. Quando essi raggiungono alcuni centimetri di diametro, vengono detti Lapphandskar, ovvero Guanti (di) Lappone:



L'Acqua, si legge, é incolore. Io direi anche bianca, almeno in certi casi:


La Luce del Sole, o quella della Luna per le anime piú dark, suggeriscono altre tavolozze:


L'Estate scorsa qualcuno che é passato di qua scrisse di apprezzare i tramonti. Dico peró che anche le Albe hanno certe qualitá cromatiche, specie se l'Aurora arriva nell'orario in cui si inizia a lavorare:


Ovvero, come coniugare in una stessa immagine il Bello e il Brutto dell'Ultima Thule:


Spalare la neve dai tetti riempie la luce dell'ora di punta con una pioggia di diamanti (oltre che a nascondere un certo meraviglioso panorama dietro sé).


Si riconosce la Nevicata Fresca da quelli che io chiamo i Coni Positivi (durante il Disgelo, attorno agli stessi rametti cresceranno i corrispondenti Coni Negativi, ovverossia buchi conici nella neve):


Dopo aver inaugurato questo post con alcune forme di Vita Vegetale, mi par opportuno terminarlo con alcune Bestie che si possono scorgere alle presenti Latitudini, ad esempio un paio d'esemplari di Homo et Femina Norrlandicus che cercano di imitare le prestazioni sportive di un certo Profeta palestinese:


Come assoluto finale vi lascio peró in compagnia di uno stormo di piú graziosi volatili, dal nome altrettanto poetico di Sidensvans (letteralmente : coda di seta, Bombycilla garrulus o anche Beccofrusone), qui ritratti mentre saccheggiano i sorbi davanti la stuga. Poiché il massimo che lo zoom ha consentito sono queste immagini grigiastre, é possibile che piú avanti posteró un ritratto dipinto, il quale possa rendere giustizia al delicato piumaggio di questi uccelletti. Sennó, se proprio non ci tenete a vedere i miei obbrobri, c'é sempre Google.

Tuesday 25 January 2011

Il Gelo e l'Arte della Conduzione della Bicicletta


Quando arrivate in Svezia (o in qualsiasi altro posto nuovo), é abbastanza naturale cercare di stabilire dei contatti sociali. Se ci arrivate da soli, senza portarvi dietro/raggiungere un partner giá esistente, é pure abbastanza probabile che prima o poi vi dedichiate alla ricerca di un/a rappresentante del sesso che preferite, allo scopo di condividere alcuni dei Piaceri Corporali che la Vita riserva ai piú.
Non é che io sia sfuggita a questa tendenza, e quindi, diverso tempo fa, mi capitó di partecipare con altre amiche single a delle sessioni di cosiddetta Caccia&Pesca nelle vaste pianure nordiche. Durante tali sessioni, la controparte di solito tende a sfoggiare i propri pregi. Nel caso degli/delle svedesi, notai che immancabilmente ostentano il fatto che lei/lui tränar. Cioé, fa ginnastica, movimento, sport, di qualche tipo. 
Indipendentemente dalla presenza di una Panza Imperiale, ad un certo punto della conversazione vi verrá  dunque raccontato che "io scio, gioco a hockey, vado in palestra, passeggio nel bosco, vado sui pattini basket yoga afrodanza powergympa beachwolley innebandy styrketräning konditionsträning jogging eccetera". Per farvi un esempio, in uno dei nostri primi appuntamenti il Vikingo mi propose di passare una domenica pomeriggio in una Spa, con oretta di cyclette inclusa. Help me.
Io, devo dire, non sono cosí (e si vede). Nel gergo svedese verrei irrimediabilmente qualificata come soffpotatis, cioé soffice patata da divano, che non é una creatura lasciva come si potrebbe pensare, ma indica semplicemente un'entitá rammollita e galleggiante sulla propria epa, tipo la sottoscritta. Si capisce come, in tali situazioni sociali, per me l'imbarazzo fosse alle stelle. 
Che cavolo di training mi invento per fare colpo sul malcapitato?
Trovato! Io vado al lavoro in bicicletta. (vado anche a funghi. Meglio di niente, insomma: il Vikingo mi volle bene lo stesso)
Andare in bicicletta all'Ultima Thule non é la stessa cosa che scorrazzare con grazia e prestanza sulle lievi ondulazioni della Pianura Padana. Qui la neve arriva in ottobre e scompare in aprile, e andarci sopra implica che si debbano imparare alcune strategie di sopravvivenza, specialmente quando uno é disastrosamente pigro come me e non si cura di mettere le gomme chiodate. Si puó anche dire che, se gli ematomi fossero permanenti, a quest'ora avrei un incarnato degno degli abitanti di Pandora in Avatar.
Dopo sette anni di residenza, posso perció riassumere in categorie di temperatura la mia Educazione al Fondo Stradale Innevato.

0 / -3 gradi: 
non lasciatavi ingannare dal fatto che fa caldo. Con queste temperature, la neve é bagnata, pesante, infingarda. Voi andate in bicicletta e vi lasciate dietro solchi pesanti come il cielo di Novembre. Le buche nascoste sotto la paciosa coltre bianca si riveleranno all'improvviso, facendovi affondare, sbandare, precipitare il vostro Regale Deretano nella vergogna. Nell'Ultima Thule succede anche che le piste ciclabili, impeccabili nel resto della cittá, vengano spazzate con particolare incuria proprio attorno all'Ospedale e all'Universitá: dopotutto, lá il pronto soccorso é a portata di piede, e ci potete andare benissimo da soli.


Durante il giorno puó capitare che la neve a tratti si sciolga, formando pozze che durante la notte si ricristallizzano in superfici con coefficiente d'attrito pari all'inverso del Numero di Avogadro. Non é infrequente che tali superfici vengano ricoperte di nevischio e rese invisibili, e quindi il giorno dopo il vostro Regale Deretano faccia la fine di cui sopra. Con lo stesso meccanismo, il lucchetto del vostro mezzo si riempirá d'acqua liquida mentre voi siete al lavoro, mentre alla sera, quando dovrete tornarvene alla vostra dimora, non ci saranno santi che lo libereranno dal ghiaccio raggelatosi all'interno. Lycka till.  
Per fortuna, i trasporti pubblici non sono male.

-4/-12 gradi:
questa é la situazione migliore. La neve che cade a queste temperature é soffice e leggiadra, e ricopre le strade con una coltre compatta e abbastanza stabile. Dopo diverse settimane, peró, la neve cosí compattata si fará liscia in punti assolutamente imprevedibili, si formeranno montagnole e solchi piú o meno paralleli, e se le ruote dovessero assumere un'inclinazione inopportuna ecco che il solito, Regale Deretano dovrá rassegnarsi al peggio. Il risultato é che per sopravvivere, il ciclista deve avere cura di seguire fanaticamente il suo Solco. 
In effetti, tutto il Culto del Ciclismo su Neve ha un unico Dogma:  
Segui il Solco Dio tuo. Chi lo lascia é caduto.
Il Dogma del Solco diventa importante anche quando gli spazzaneve decidono che é ora di dare una grattatina al manto stradale: i denti delle pale sono (sadicamente?) poco piú larghi delle gomme della bicicletta, e lasciano solchi nel ghiaccio profondi alcuni centimetri e paralleli al senso di marcia. I sopracitati spazzaneve hanno anche cura di lasciare buche seminascoste e mucchietti di neve improvvisamente soffici in punti a caso del vostro percorso.
Una soluzione molto intelligente, anche se illegale, é andare in bici sui marciapiedi, dove le pedate randomizzate assicurano una superficie libera da solchi.

-12/-17 gradi:
vedi sopra, piú o meno. Si comincia a notare che il lubrificante dei perni della bicicletta comincia ad indurirsi, proprio un pochetto, per il disappunto delle vostre amate riserve di ciccia.
A queste temperature va in affanno il riscaldamento che la municipalitá dell'Ultima Thule generosamente offre nelle sue piazze principali e sulle piste ciclabili ad elevata pendenza.  Il risultato é che la neve vicina all'asfalto si sciogliucchia, per poi ricongelare, con la formazione di un beffardo strato di ghiaccio a montagnole. Siccome il suddetto riscaldamento é assicurato da tubi sotterranei, capita che il ghiaccio si sciolga solo immediatamente sopra i tubi, con la formazione di, indovinate? solchi nel ghiaccio. Ovviamente paralleli al senso di marcia. Se in salita la situazione é sotto controllo, in discesa avrete la possibilitá di stimolare l'adrenalina a buoni livelli.

-18/ in giú: 
non pervenuta per sopravvenuta cristallizzazione della sottoscritta. 
L'ho pur detto che il servizio Trasporti Pubblici (qui pomposamente battezzato ULTRA, cioé  UltimaThule Lokal Trafik) non é affatto male, sebbene leggermente caro. Sarei sciocca a non approfittarne.

Monday 17 January 2011

Le Condizioni al Contorno

Ecco un altro post di carattere gastronomico. Davvero?
In un certo senso: perché, nonostante tutto, una delle cose che mi danno un profumo di nostalgia quando ripenso al territorio dove sono nata, é la scelta del buon cibo che si ha da quelle parti. 
Il piacere della frutta e della verdura fresca a poco prezzo nella Piazza (Frutti o Erbe?) di Padova, di un bell'arrosto di coniglio, dei pomodori caldi di sole appena raccolti dall'orto, o delle piante di basilico alte mezzo metro, della salvia o del rosmarino che profumano fino a dare il mal di testa nei meriggi estivi.
Bene. Poi arriva il Vikingo e si mette a discutere di quanto l'Ultima Thule sia piccola, di come ci si debba andare in giro almeno con quaranta strati di vestiti addosso per otto-nove mesi all'anno, di come non ci sia molto da fare e del fatto che potremmo pensare a trasferirci prima o poi, perlomeno in un ambiente un pelo piú stimolante. Il ragionamento non fa una piega.
Succede pure che uno si ritrova a dare un'occhiatina ai quotidiani italici online e, tra qualche culo, un par di tette, le importantissime rivelazioni sul GF e le facce in decomposizione avanzata dell'élite politica italiana si scopre che é stato varato un provvedimento per incentivare il ritorno dei cervelli verso l'amato suolo del Belpaese.
Bene.
Sorvolo sul fatto che qui si vuole incentivare solo il ritorno dei ricercatori/scienziati/gente-che-fa-qualche tipo di ricerca, come se non ci fossero altri tipi di competenze che il Belpaese ha perso (voglio dire, e i cuochi? gli ingegneri? traduttori? chessó. Tutto coniugato al maschile e femminile, s'intende). Sorvolo anche sul fatto che un provvedimento del genere mi riguarda poco, perché tutto sto cervello d'eccellenza nel mio cranio non si riesce a beccarlo.
Il pensiero che mi vien su spontaneo, ad ogni modo, é che i legislatori pensano al ritorno dei cervelli, dimenticando che una persona é fatta anche d'altre parti anatomiche.
Voglio dire: facciamo che st* Serenissim* scienziat* torni alla Gloriosa Universitá del Paese dei Cachi e dei Limoni. Gli diamo un ufficio e una careghetta, ops, seggioletta. E poi?
Adesso, per far ricerca, specie scientifica, ci vogliono un pacco di Pecunie per comprarsi degli strumenti, dei reagenti. Forse ci vogliono anche delle Pecunie per affittare i locali (almeno qui nell'ultima Thule si fa cosí, giú in Italia non so), per pagarsi la partecipazione a qualche congresso, cose cosí di sopravvivenza.
Ok. Come tutti fanno, sti soldi te li devi procurare per i fatti tuoi con applications di qualche tipo. Non eri cosí intelligente? Vedrai che la Comunitá Europea ti fará qualche elemosina. Allora, mentre ti danni tutto il giorno per scrivere le applications, devi procurarti qualche schiavo che lavori per te in lab: a questi disgraziati qualche borsa gliela devi dare perché possa pagarsi l'affitto.
Queste Pecunie, esistono? O gliele avete date tutte alle Scuolette del Vaticano, nonché alla Prestigiosissima Istituzione Cepu, Punta di Diamante delle piú feroci battutacce tra studenti?
Facciamo anche finta che sei in etá riproduttiva, e, magari, nella tua incosciente e infingarda fuga all'Estero, hai pure avuto il coraggio di mettere al mondo della prole.
Cosicché, mentre il tuo Cervello lavora per la Gloria della Penisola sul Formaggino, il Resto del tuo nobile Corpo rimane ad occuparsi di problemi piú prosaici e contingenti. Se sei ritornat* dalla Svezia, ti rendi conto che l'asilo nido ti costerá 3-4 volte tanto il livello di prima. Se crederai di poter mettere al mondo qualche altro discendente, scoprirai che ti faranno un pacco di storie perché vuoi l'epidurale, e che non é previsto che il tuo compagno ti dia il cambio per 6 mesi di congedo paternitá.
E poi, vogliamo parlare delle prospettive lavorative per il partner?
Oppure, quando il tuo Stomaco s'appresterá a gustare i Piatti della Gloriosa Tradizione Mediterranea, butterai l'occhio su queste notiziole, e ti verrá il dubbio se ció che hai comprato al negozietto é salutare per il corpo e l'anima, oppure é Una Gloriosa Porcheria.
Alla sera, dopo aver capito che il Tiggí del Minzolini non sará mai candidato al Pulitzer, decidi di buttarti in Rete: per scoprire che la connessione non te l'hanno ancora attivata, e i prezzi sono inversamente proporzionali alla qualitá della linea.
(ci sono sarebbero anche un sacco di altre cose che il resto del corpo, e del cervello di un re-immigrante troverebbero poco attraenti, al ritorno, ma non voglio essere troppo polemica, e mi fermo qui)

Ecco, pregiati legislatori, il nocciolo della questione é il seguente: far rientrare solo i cervelli, é una grande Illusione. C'é anche il resto del corpo che rientra e questo resto del corpo si vizia con incredibile facilitá. Per dire, il fatto che alle Rientranti femmine regaliate un'aliquota fiscale del 20% anziché del 30, non cancella le grosse mancanze sulle Pari Opportunitá che ci sono in un sacco di altri campi. Questa non é solamente una questione di principio, qua si tratta anche di quanto la vita diventi piú semplice, sulle cose pratiche, voglio dire.
Insomma, cari legislatori, se volete che alla gente piaccia tornare indietro, dovete mettere anche un po' di Condizioni al Contorno, perché quelle che ci sono adesso sono proprio insufficienti.

Sunday 9 January 2011

Storia di un Gatto Silvestre

Poco prima di installarmi nell'Ultima Thule, qualche svedese un po' piú meridionale mi avvertí che andavo a finire in mezzo ai boschi, ai lupi, le renne e le alci, e avrei dovuto fare attenzione, manco a dirlo, a fare incontri fortuiti con qualche orso.
In effetti, abitare in queste zone puó riservare emozioni zoofile e contatti inaspettati, e uno dei metodi migliori per realizzarle é dedicarsi al safari automobilistico. Non per niente, uno dei luoghi comuni sulla Svezia e simbolo per i turisti é proprio questo qua:


Sia a me che al Vikingo é capitata infatti la visione sfuggente di tali Bestione incuranti del traffico, a cui gl'italici Epiteti di Cornuto e Tua Madre Vacca farebbero l'effetto di un Complimento, o di un'Ovvia Veritá.
Avevo anche giá raccontato che in altre occasioni ci furono una Gru (Trana), uno schivo Tasso (Grävling) o dei branchi di Renne ad incrociare i nostri cammini, per fortuna senza troppe conseguenze da entrambe le parti.
Non é che vada sempre cosí bene. Fu cosí che molti, moltissimi anni fa, un allievo di mio suocero s'imbatté in un altro schivo abitante delle selve, e la sorte non fu troppo favorevole a quest'ultimo. L'automobilista raccolse la carcassa, la scuoió grossolanamente, e portó la grezza pelle al proprio insegnante. Il gesto doveva essere di riconoscenza per alcuni favori ricevuti: poiché mia suocera all'epoca confezionava copricapi, il tizio aveva pensato che la pregiata pelliccia sarebbe potuta servire all'uopo.
Mia suocera ancora ricorda il senso di disagio nel vedere quella pelliccia folta e sanguinolenta, dall'odore ormai poco sopportabile: questa venne fatta pulire e conciare. Poiché era intatta, ai genitori del Vikingo sembró sprecato usarla per dei berretti, e l'appesero invece ad una parete della loro stuga, trofeo acquisito di una caccia grossa per caso.
Qualche tempo dopo, la stuga andó incontro ad uno dei vizi preferiti del Norrlandese tipico: fu ristrutturata. La pelliccia finí in qualche cassetto e nessuno ne parló piú, fino a che, qualche giorno fa, non fu rispolverata, e data in omaggio al Vikingo.
Ecco dunque a voi l'incontro piú ravvicinato che possa offrirvi con un esemplare di Lince, detta anche Lo o Lodjur da queste parti, bestia che in tempi molto andati fu chiamata Göpan:


Una femmina di questa specie non é tanto piú grande del Mezzovikingo com'é adesso, e le zampe, a giudicare dalla pelle, devono essere lunghe e sottili.
I caratteristici ciuffetti sulle orecchie sono ancora ben visibili:


Come pure le possenti unghiacce sulle larghe zampe, capaci di catturare ed uccidere un cervo o una renna:


la pelliccia é incredibilmente morbida e folta sulla pancia:


Attualmente, le linci in Scandinavia non sono piú animali protetti come lo erano nel secolo scorso, quando la caccia indiscriminata ai cervi decimó pure la dispensa naturale di questi gattoni, e infatti nei paesini dell'interno e vicino alle montagne puó capitare di vederne qualcuna aggirarsi furtiva, com'é successo al signor Erik Jansson a Laisholm. Il tipo é stato abbastanza lesto di mano per riuscire a catturarne un'immagine e spedirla a un quotidiano locale, dove potete ammirarla cliccando qui
Stavolta l'incontro umano-lince é stato un po' meno cruento.

Tuesday 4 January 2011

Corsi e Ricorsi

Chi mi legge lo saprá giá, se una volta per caso avesse letto qui, che quando avvengono interessanti eventi astronomici, e i suddetti hanno il loro apice europeo proprio vicinissimo all'Ultima Thule, ovviamente le condizioni atmosferiche in quel momento devono essere queste:


Beh, per fortuna che lo spettacolo di un'alba col sole a spicchio d'arancia me l'ero giá assicurato qualche anno fa a Monaco di Baviera.

 
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