Sunday 29 November 2009

M'illumino d'Avvento (versione dei privati)

Ed ecco finalmente arrivata la prima Domenica d'Avvento.
Il finalmente non ha nulla a che vedere con l'attitudine religiosa di Casa Mezzovikinga (io sono un'atea agnostica, il Vikingo un ateo gnostico, il Mezzovikingo crede solo alla Tetta, ammesso che a qualcuno interessi la nostra filosofia casalinga). L'avverbio é relativo alla sospirata, enorme quantitá di luminarie che invadono la visuale dell'Ultima Thule, e di molti altri posti in Svezia. Quando il Sole (sempre che si degni di mostrarsi) sorge verso le 8:45 del mattino per rituffarsi nelle tenebre appena dopo pranzo, alle 14 circa, é allora che ci si accorge di come ci stia pericolosamente avvicinando al Buco Nero del Solstizio d'Inverno. A questo punto gli svedesi fanno come Frodo e Sam a Mordor, e tirano fuori la loro versione della Fiala di Galadriel per allontanare la Tenebra come nel Signore degli Anelli. Non avendo a disposizione acqua impregnata di Luce della Stella di Eärendil, gli autoctoni si arrangiano in qualche modo con le risorse idriche ed eoliche locali per produrre elettricitá ed alimentare una serie d'oggetti natalizi d'ordinanza.
Il primo é senza dubbio l'irrinunciabile Julstake, da mettere obbligatoriamente ad ogni finestra. Qui se ne mostra la versione piú tradizionale (bianca o rossa), ma ne esistono di diverse dimensioni, angoli al vertice, decorazioni alle candeline, stili, forme (e prezzi, naturalmente).



La tradizione vuole che vengano accesi nella prima domenica d'Avvento, ma quest'anno, visto il clima da Prozac, (vedi anche qua), c'é un bel po' di gente che ha imbrogliato (si dia un'occhiata all'ultima foto del post precedente).

Un'altra, gettonatissima fonte di luce natalizia é la Stella dell'Avvento (Adventstjärna), anche questa da appendere alle finestre. Inutile dire che pure qui la fantasia si scatena.



Per chi invece vuole assicurarsi un'atmosfera ovattata e intima, non puó mancare il piú tradizionale di tutti, ovvero il candelabro dell'Avvento, sul quale trovano posto quattro candele. L'oggetto, che in molti casi é il subdolo responsabile di misteriose autocombustioni casalinghe, funziona cosí: ad ogni domenica, si accende una candela della quattro. La prima domenica inizia la prima, la seconda domenica se ne accendono due, e cosí via. Alla fine del giochetto si ha una piacevole composizione di quattro candele consumate a scaletta.



Una versione piú pratica implica l'uso di un candelone graduato, il quale va acceso un pochetto ogni giorno: le tacche devono essere fatte rigorosamente coincidere col giorno indicato. Il candelone é una tradizione che abbiamo al lavoro (a questo punto avverto che i commenti non pertinenti verranno censurati), ragion per cui non ho ancora un'illustrazione a portata di mano.

La prima domenica d'Avvento coincide con l'inaugurazione (ma vedi un po'!) della stagione dello shopping natalizio. L'Ultima Thule chiama quest'evento Skyltsöndag (domenica delle vetrine): i negozi restano aperti piú a lungo e il nome deriva dal fatto che le vetrine inaugurano i loro addobbi delle Feste. La definizione é ormai tecnicamente errata da un pezzo perché, allineandosi al resto del Mondo Occidentale, le ninnolerie natalizie sono giá fuori almeno da un paio di settimane, se non di piú. Con l'occasione si inaugurano pure diverse soluzioni illuminate della cosa pubblica (non posso scrivere res publica perché siamo in fin dei conti  in una Monarchia), ma a questo punto mi sa che si puó farne un post a parte.


Thursday 26 November 2009

Le Foto di Novembre

Avvicinandoci al Natale, periodo di numerosi fenomeni ottici, ho deciso di far partire un appuntamento mensile di questo blog, ovvero le Foto del Mese. Ne metteró un certo numero, facciamo sette-otto, alla fine di ogni mese, scelte tra quelle che ho scattato qui e lá e che non sono state incluse in qualche post.
Preciso che non vi é alcuna pretesa artistica né chissaquale tentativo di fornire immagini eccezionali (spesso le foto sono state prese col cellulare o con la mia macchinetta da quattro soldi, quando l'avevo a disposizione), diciamo che servono quasi di piú a me per documentare con molta spontaneitá paesaggi e cose di questa Latitudine, e per rivederli fra qualche tempo quando la mia memoria a lungo e medio termine avrá fatto cilecca. Eventuali commenti sono comunque benvenuti, come sempre.

Ecco quindi le Foto di Novembre 2009:

Il mare d'inverno





Grigio scuro di novembre:

 
 

Ogni tanto arriva anche il sole 
(notare che l'anno scorso, nello stesso periodo, il fiume si stava giá ghiacciando)
 

In attesa di essere appesa (luminarie di Natale)....

 

....ma qualcuno non ha saputo aspettare la data canonica: (notare le decorazioni alle finestre)



Monday 23 November 2009

Chemicals da supermercato (Lode al Pancreas 2)

Nella lunga lotta alla depressione stagionale, tutte le armi sono ammesse. Come raccontavo in un precedente post, i carboidrati semplici sono una di queste, e combinano pure l'utile al dilettevole. Tuttavia, come nella migliore tradizione Galenica, spesso é necessario utilizzare una serie di Eccipienti per aumentare l'efficacia del principio attivo.
Dopo sei anni quasi esatti di soggiorno nel Regno di Svezia, faccio ancora fatica ad abituarmi all'enorme assortimento di caramelle, dette godis, di cui ogni supermercato é provvisto. Venduti sfusi (alla faccia dell'influenza A e parenti) in lunghi scaffali, e posizionati strategicamente vicino alle casse, affinché la prole martellante faccia capitolare i genitori in coda (i quali saran tentati a loro volta di provarli), la presenza dei godis é annunciata giá dietro l'angolo da un persistente odore stantio di gelatine ed aromi artificiali scaduti, ossidati ed idrolizzati dall'atmosfera .

Guardando piú da vicino, si scopre una varietá di forme, colori ed ingredienti da far invidia all'armadio dei chemicals nel mio laboratorio (invidia senza ombra di esagerazione: io lavoro pressoché solo con robe bianchiccie).


Forse solo il catalogo Sigma-Aldrich (o Fluka, a piacere) regge il confronto. L'unica differenza é che i godis sono infinitamente piú economici.
È pure molto probabile che queste ditte forniscano ai produttori di caramelle abbondanti quantitá di salmiak, cioé Cloruro d'Ammonio, il quale é un altro tipo di godis-sottodroga legalizzata molto popolare in Scandinavia. Venni a conoscenza del salmiak come ingrediente dei godis da una dottoranda danese nei lontani tempi teutonici, la quale distribuiva entusiasticamente a noi colleghi degli ovuli dolce-salati di un sospetto colore blu elettrico. Nella mia miopia alimentare, fino ad allora avevo candidamente creduto che il Cloruro d'Ammonio potesse impiegarsi solo per fermare le reazioni organometalliche o affini.
La sottodroga salmiak é spesso combinata all'altra sottodroga da godis che é la liquirizia (per amore di precisione, gli esperti di quest'ultima formulazione sono piú spesso i vicinanti finlandesi).

Sulla scia dell'industria del tabacco, devo ammettere che si registrano alcuni tentativi etici da parte dei produttori di godis, i quali invano cercano di ricordare ai consumatori l'aspetto di un possibile futuro lavoro del tuo dentista:


Non molto tempo fa uscí un articolo nell'Expressen dove si sostiene che gli svedesi sono tra i piú grandi consumatori di godis nel mondo, per la precisione 17 chili all'anno, i quali saranno certamente un po' di piú visto che esiste anche gente come la sottoscritta che li snobba apertamente. D'altro canto, visto il peso specifico dei godis, credo sia molto facile raggiungere i 17 Kg annuali senza neppure accorgersene (corrispondono a circa tre etti abbondanti la settimana).
La notizia non mi stupisce affatto, se penso a tutte le scuse che gli autoctoni accampano per ingozzarsi di queste surreali caramelle: l'uovo pieno di godis a Pasqua, le uscite al cinema, gli obbligatori sacchettini per i bimbi invitati alle feste di compleanno, per non parlare del rituale dei lördagsgodis (caramelle del sabato) in cui si concede ai piccoli Vikinghi una selezione dell'arsenale chimico (neanche tanto nascosto) del Regno Svedese. Probabilmente, se Bush a suo tempo avesse mandato i suoi ispettori all'ICA o al Pressbyrå anziché in Irak, avrebbe avuto piú soddisfazione.

Quando ero piccola la presenza di un padre Ingegnere Chimico, che arcignamente condannava tutti gli additivi alimentari con l'epiteto porcherie che san da petrolio, mi instilló un'inconscia repulsione verso questo tipo di alimenti, se cosí si posson chiamare. Mi domando se riusciró ad avere altrettanto carisma nei confronti del Mezzovikingo quando il desiderio di omologazione con gli amichetti lo porterá a fare scene madri di fronte agli scaffali dei godis (viste!).

A proposito di alimentazione per bambini, mi ha sempre sorpresa invece la contraddizione che esiste tra il somministrare indefessamente godis ai pargoli, e la rigorosa composizione dei cibi per infanti (da 4 mesi a 1 anno circa): su quest'ultimi il Paese Scandinavo guadagna in effetti parecchi punti rispetto al Belpaese. Seguendo le raccomandazioni pediatriche, i vasetti che compravamo quassú per il Mezzovikingo sono tutti al naturale, mentre durante le nostre visite italiche era necessario un lavoro investigativo per scovare omogeneizzati di frutta che non fossero generosamente zuccherati. Gli italici vasetti di carne o verdure per l'infanzia sono invece spesso e volentieri salati, talvolta riportando subdolamente la dicitura "cloruro di sodio", anziché sale, cosí la povera gnorante massaia no capisse, e magari crede sia una vitamina. (non ho questa bassa opinione delle massaie, ma sospetto che l'industria conserviera italiana non sia nuova nel cercare di abbindolare gli affezionati clienti)

Friday 20 November 2009

Autumn Light Festival - il Festival della luce 2009

Ricordate la lanternina fatta dal Mezzovikingo all'asilo? (la vedete qua) Qualche giorno dopo, chiesi alle maestre se potevo portarmela a casa, per usarla come sorpresa per la festa del Papá.
La richiesta fu gentilmente rifiutata, perché la lanterna, insieme ad altre 3000 fatte da tutti i bambini degli asili del Comune, sarebbe servita a creare una grande installazione per il Festival della Luce (Höstljus) che si tiene ogni anno qui da noi.

L'idea nacque ispirandosi alla piú grande e bella Fete des Lumières che si tiene annualmente a Lione, in Francia. Siccome l'Ultima Thule soffre di mancanza di luce in autunno e inverno, com'é noto, la cosa é sembrata molto appropriata a queste latitudini.
L'iniziativa ha ormai qualche anno, ed ha riscosso molto successo, al punto che i miei compaesani non capiscono come mai debba durare solo pochi giorni (quest'anno dal 20 al 29 novembre) invece di venire estesa a tutto il periodo in cui la luce scarseggia. Problemi di budget, si sussurra.

Ed ecco il risultato del lavoro di tremila bambini (e dei loro educatori). Nonostante la giornata uggiosissima, sono state tantissime le famiglie che sono venute in cerca della "loro" lanterna:


Con un'incredibile botta di fortuna, siamo riusciti a beccare anche quella del Mezzovikingo (che molto probabilmente qualcuno avrá cura di trafugare nei prossimi giorni, a installazione conclusa)



Segue qualche assaggio delle installazioni cittadine. Sono cosciente che la qualitá delle foto é tremenda, ma il tempo é quello che é, e la macchina pure.

Abbraccio nel ghiaccio (con le temperature che abbiamo adesso, voglio vedere quanto resiste)
Aggiornamento: l'hanno vandalizzata nel weekend. Complimenti.

L'igloo del global warming (a base di pratici e resistenti sacchetti del pattume).

Soggiorno all'aperto (o Sole mio)




Tramonto a mezzanotte (per esorcizzare i tramonti quasi a mezzogiorno)

Cittadino arrangiati (questa, che é nella nostra via, é la piú interattiva di tutte: gli artisti si limitano a distribuire agli entusiasti passanti delle lucette led dotate di magnete, che vengono lanciate a caso sulla ciminiera sperando che vi si attacchino. Un successone!)

Tuesday 17 November 2009

La dolce vita (Lode al Pancreas 1)

Immagino che chi capita da queste parti sia ormai ben stufo di sentirsi raccontare la lagna di quanto é buio Novembre e l'Inverno, e che noia e che barba e che depressione, e insomma fatti un grappino, anzi un'Absolut Vodka e smettila di ripeterti, miserabile noiosissima blogger. Al limite fatti una vacanza in Thailanda, mi si dirá, come va molto di moda in Svezia (e altrove, alla faccia del global warming).
L'attuale stagione mi fornisce peró un'eccellente scusa per raccontare di un'altra droga legalizzata svedese.
Ogni tanto salta fuori l'Etanolo, che resta in assoluto la numero uno; poi é venuto il turno dell'altra droga legalizzata e a consumo limitato, cioé la nicotina (numero cinque) di cui s'é giá parlato a proposito di snus e affini. Adesso é il turno di quelle completamente legali e a consumo illimitato.
Siccome la sottoscritta é nota per essere molto disordinata, salto di palo in frasca e arrivo alla numero tre, che é: zucchero e affini (per essere pignoli chimicamente, ci sono il saccarosio, il fruttosio e il glucosio in diverse combinazioni, il tipo di dipendenza comunque non cambia).

Fonti scientifiche molto piú autorevoli di me raccontano che esiste un evidente legame tra consumo di carboidrati e depressione stagionale: i primi aiuterebbero a combattere la seconda, via serotonina.
A giudicare dagli scaffali degli alimentari svedesi, la teoria sembrebbe empiricamente confermata. Per mia solita deformazione professionale, ho il malvezzo di leggermi gli ingredienti prima di comprare qualcosa, che si tratti di pane, shampoo o cioccolato fondente. La curiositá aumenta esponenzialmente quando mi capita di andare in un Paese nuovo.
A parte il discorso sui semilavorati alimentari addolciti, che sicuramente é transnazionale, scoprii perció abbastanza rapidamente che in Svezia molte popolarissime ricette tradizionali sono insospettabilmente zuccherate: il sill (aringhe marinate) e il gravad lax (salmone marinato all'aneto) sono stati ad esempio trattati con zucchero, per non parlare del blodpudding (specie di sanguinacci) o della leverpastej (un paté di fegato suino).
Per introdurre qualcosa che sará presto attuale, anticipo pure che un sacco di salse nello julbord (sontuosi pranzo o cena prenatalizi) sono di tipo agrodolce. Ma su questo ce ne sará abbondantemente da raccontare a tempo debito.
L'unica volta in cui non lessi gli ingredienti fu quando, presa da un attacco di nostalgia verso i sapori veneti, decisi di comperare un salsicciotto di bönorsoppa, cioé minestra di fagioli. Colore e consistenza identici, gusto tremendamente dolciastro: nella bönorsoppa c'é il syrap, cioé lo sciroppo di zucchero invertito, quello usato anche nella ricetta dei pepparkakor, per intenderci, e io da brava ingenua non avevo letto la composizione.

Il problema, devo ammetterlo, é mio: abituata (e affezionata) alla cucina mediterranea, sono cresciuta con l'idea che il dolce vada col dolce e il salato col salato (non me ne vogliano i siciliani, che hanno stupendi piatti agrodolci nella loro cucina). Pertanto, faccio ancora fatica a comprare il tipico pane svedese, che spesso e volentieri riporta la seguente composizione:

Varav sockerarter indica quanto zucchero c'é. Un 9 % é un po' tanto per le mie papille gustative, a meno che non voglia spalmarci marmellata sopra (notare anche la chiavetta verde, che é il simbolo per il cibo sano, ovvero con pochi grassi). Fortunatamente per il mio palato fine, da qualche anno é venuta in auge la moda del Glycemic Index per vivere piú magri e belli eccetera, e i panificatori industriali si sono adattati alle regole del mercato producendo pane con solo il 3% di zucchero (per la lievitazione, dicono, anche se quando faccio la pasta per pizza non mi é mai servito zuccherare per attivare i lieviti, boh. Consulteró Bressanini). Per rendere giustizia alla tradizione svedese, devo peró aggiungere che l'addolcimento del pane é una novitá introdotta negli anni '80 (mi dicono): i panificatori volevano dare l'impressione che il pane fosse piú buono e lussuoso, trasformandolo in pratica in merendina.

Morale della favola: ma che nausea tutto questo zucchero. Quasi quasi vado a farmi un sano panino di Nutella.

Friday 13 November 2009

Appendi la Conoscenza a un Chiodo

Come in ogni Gruppo che si rispetti, anche nel nostro ci sono degli schiavi occupanti diversi gradini di Gerarchia.
Si parte dallo schiavo del livello inferiore, detto ex-jobb, il quale fa una toccata-e-fuga di alcune settimane, dilettandosi nel compiere un lavoretto utile al Gruppo che lo ospita, e per cui lo stesso Gruppo si prende pure qualche soldo dall'Universitá per finanziarne i Pastrocciamenti di Laboratorio. Il nome suona ironicamente come ex-lavoro, ma in realtá sarebbe la contrazione di examens-jobb (lavoro per l'esame -finale- prima del titolo). Gli svedesi sono pragmatici e con una innocente e pratica abbreviazione ricordano alla vittima il futuro che l'attende.

All'altro estremo della scala di Schiavitú troviamo il Doktorand (anche al femminile, e in effetti nel mio gruppo le donne sono la maggioranza assoluta). Qualcuno potrebbe obiettare che il Dottorando schiavo non é, in quanto pagato discretamente, ma non dimentichiamo che questa é manodopera d'eccellenza al costo di un operaio, e gli straordinari sono una parola vuota in busta paga. Ad ogni modo, rispetto agli standard del Dottorando di un Paese-a-caso-piú-a-Sud, quello svedese non se la passa neanche male, molti hanno pure famiglia e spesso si permettono addirittura di ampliarla durante l'internato.

Per affrancarsi dalla propria Condizione di Schiavitú, il Doktorand deve compiere un cammino di Iniziazione costellato di Rituali. Questi han luogo dopo che la vittima ha prodotto un lavoro corrispondente a 3-4 articoli pubblicabili in Autorevoli Riviste Internazionali, ci ha scritto sopra una Tesi, o Avhandling, l'ha fatta stampare ed é pronto/a a rivelarne il contenuto all'Universo dei Sapienti.

Il primo passo é l'affissione pubblica del quadernetto su un'apposita bacheca all'Universitá. L'affissione é un rituale detto anche spikning, che significa inchiodatura, e ha luogo tre settimane prima della discussione pubblica della Tesi. Lo scopo originario era di rendere pubblica la tesi al mondo prima della sua discussione. Al giorno d'oggi la faccenda si risolve agevolmente via Internet, ma la tradizione é rimasta.
Si narra che il rituale fu ispirato da un tal tedesco Martin Luther nel 1517, quando pensó bene di affiggere le sue famose 95 tesi sul portone della Chiesa di Wittemberg; la tradizione é diffusa in molte, o forse anche tutte le Universitá svedesi, per quel che ne so. Quest'ultime sono tuttavia molto piú clementi, e di tesi ne é sufficiente una sola, anziché 95.
La cosa interessante é che il rituale fu inventato in Germania, ma nella Teutolandia odierna non se ne trova traccia: i preliminari e la discussione di una tesi di PhD in quest'ultimo Paese sono una faccenda molto privata tra la vittima, un manipolo di Professori sadici, e qualche segretaria piú o meno annoiata che si piglia l'incombenza di divertirsi con la Burocrazia.

La procedura di spikning nell'Ultima Thule si svolge all'incirca cosí, aggiornata alla data odierna (a coloro che faranno insinuazioni irriguardose sulla scelta del giorno, ricordo che anche il Mezzovikingo é nato un venerdí 13). Vittima designata é la nostra C; il tutto dura circa una decina di minuti.

Una Dignitaria dell'Universitá rammenta al doktorand l'edificante origine della tradizione dell'inchiodatura, dopodiché domanda formalmente se quest'inchiodatura veramente s'ha da fare (se il doktorand rifiutasse, ci dovrebbero essere delle conseguenze, ma non ricordo quali).
A risposta affermativa, la vittima vien fatta avvicinare al patibolo, il quale, dato il simbolismo dell'Ultima Thule, puó esser solo che di legno di Betulla:


La vittima dovrá prendere il Quadernetto, accettare un martello, e cercare di conficcare un Chiodo nel cantuccio superiore del Quadernetto, in modo da attraversarlo, ma senza fissarlo irrimediabilmente al ceppo. Sbagliare la manovra attirerá sorte infausta sull'inetto artigiano del Sapere, e si sa che qui nel Norrland é considerato fondamentale sapersi destreggiare con la Falegnameria. Una volta fissato il Chiodo alla Tesi, l'Opera potrá essere comodamente conficcata sulla bacheca. Poiché lo schiavo per affrancarsi dalla sua condizione deve sottostare a pubbliche Umiliazioni, gli si racconta che porta bene farsi dare un calcio nel deretano dalla sopracitata Dignitaria:


Per farsi perdonare, la Dignitaria offrirá in seguito una caramellina-contentino alla vittima ed a ognuno degli astanti, mentre la vittima stessa avrá avuto cura (neanche a dirlo!) di far trovare al rientro l'irrinunciabile fika, preferibilmente condita da prodotti a base alcolica.
Appuntamento fra tre settimane circa per il seguito del rituale!


Monday 9 November 2009

Qualche punto fermo. Nella terra.

Non tutto é fermo, immobile e grigio, nell'Ultima Thule di Novembre. Questo fine settimana, guardando le mie piante grasse, pensavo che sono ormai almeno dodici-tredici anni che la mia Mammillaria Plumosa apre i suoi pallidi e piccoli fiori. Caparbiamente un anno dopo l'altro, e puntualmente ogni volta all'inizio di novembre.


Sopravvissuta a complessivamente almeno cinque traslochi da 45°22' a 63°50' Latitudine Nord, una gatta, un Mezzovikingo e un viaggio in treno da München all'Ultima Thule in quattro tappe, ho pensato che una piccola menzione se l'é ampiamente meritata.

8 domande su di me

Ricevo da Letizia di Bilinguepergioco, (mia Bibbia sulle questioni del Bilinguismo) e volentieri accetto (cosí qualcuno dei miei lettori che non mi conosce si puó fare un'idea). È anche molto interessante, secondo me, farsi il cammino a ritroso per vedere da dove é partita e come é arrivata:

1) sei nomi con cui ti chiamano
Gianna, Mamma, Älskling, Amore, Vecia, S......... (questa é dal Vikingo, ma é censurata)

2) tre cose che indossi in questo momento
Maglia (nera), due paia di calzini , occhiaie (nere) (oltre al resto, naturalmente, mica fa cosí caldo qua)

3) tre cose che hai fatto stanotte, ieri e oggi
Nell'ordine: allattato, dipinto un quadro di Ramon Pujol (con risultati di gran lunga inferiori all'originale), fatto partire l'HPLC (per grazia sua).

4) due cose che hai mangiato oggi
Cioccolato fondente al lampone. Pancake alle verdure e prosciutto

5) due persone a cui hai telefonato oggi
a un collega, al Vikingo

6) due cose che farai domani
Un noioso telemeeting. Un meeting di coccole sul lettone coi miei due uomini.

7) tre bibite preferite
Cioccolata calda, acqua, succo di frutta tropicale

8) tre cose che desideri intensamente (questa non c'era sul formulario di Letizia, ma l'ho pescata a ritroso da Sybille, visto che si parlava di otto domande)
DORMIRE interamente tutta la notte, per almeno un mese. Eliminare il global warming. Andare a vedere un concerto di Loreena McKennitt.

E adesso, come da regola del gioco, arrivano le cinque designate vittime che se vorranno potranno continuarlo:

Fotosciop
Il coltello di Banjas
Gattosolitario
Zarinaia
Un tresor dans le neige

Sunday 8 November 2009

Onora il Padre

Ebbene, siccome il mese di Novembre non offre molte scuse per festeggiare qualcosa di gioioso, ecco che gli svedesi hanno ben pensato di infilarci la Festa del Papá, piú precisamente nella seconda domenica del mese. Il motivo ufficiale della sua collocazione in questo periodo é per bilanciare esattamente nel calendario la festa della Mamma, che cade sei mesi prima.
Il Papá nordico, in svedese detto Pappa in quanto non disdegna di prepararla ed amministrarla ai propri pargoli, é una figura su cui le mamme mediterranee ricamano molti stereotipi positivi. Ricordo che uno o due anni fa ci fu un test sul Corriere della Sera online, con un titolo sul genere "com'é il tuo uomo?". Dopo aver fatto il test basandomi sulle caratteristiche del Vikingo, cosí tanto per ridere, ottenni un risultato che suonava all'incirca cosí: "Il tuo compagno é un tipico uomo svedese. Cambia senza problemi un pannolino, sa come si fa partire una lavatrice e non ha paura di fronte ai fornelli".
Eccetto che per l'ultimo dettaglio, il responso mi diede l'inquietante sensazione di essere stata spiata dal Grande Fratello del Corriere nella mia vita intima, specialmente sul "é un tipico uomo svedese".
Ad onor del vero, il Vikingo rientra nei suddetti parametri.

Non perché sia una mosca bianca, ma perché una buona parte di uomini svedesi considera un'ovvietá il pulire dove sporcano, riordinare dove hanno creato Entropia, prendersi cura della discendenza visto che teoricamente esprime un 50% del loro DNA (per amor di precisione, siccome esistono anche le famiglie allargate, e quelle con bambini adottati, molti padri si prendono amorevolmente cura anche di prole che col loro DNA ha poco a che vedere)
Il Vikingo, come la maggioranza dei suoi colleghi, amici e conoscenti maschi con bambini, si é preso i suoi 6-7 mesi di congedo parentale dopo i miei, fa a giorni alterni con me quando il Mezzovikingo é ammalato, tenta di alzarsi la notte quando il suddetto Mezzovikingo ha le crisi di astinenza da Tetta, pulisce il sedere al figliolo quando ha fatto la cacca nonostanti gli evidenti conati di vomito, non disdegna di assumere pose molto ridicole per far ridere suo figlio, eccetera. Considera tutte queste faccende inevitabili e normalissime (quantunque stancanti), salvo poi scendere nella Penisola e sentirsi dire ma che bravo! di qua e di lá dalle mie parenti femmine. In questo frangente -mi confessó- comincia a gongolare e credere veramente di aver prodotto delle prestazioni eccezionali. Forse é il caso che riorganizzamo le nostre ferie nel Belpaese.

Al giorno d'oggi, la festa del Papá é diventata, manco a dirlo, la solita Occasione Consumistica, dalle quale non rifuggo perché tutto sommato farsi regalini ravviva la coppia.
Ho trovato comunque delle interessanti istruzioni di altri tempi per il festeggiamento della festa del Papá, adattate da quelle per la festa della Mamma (trovate sull'onnipresente Wikipedia):
  1. Si issi la bandiera svedese.
  2. Il Padre venga svegliato al mattino dal canto dei figli. (intendono questo? daddáaa! lalalah, tadada TADUMMM!! papamma! Beh, allora no problem. L'unica concessione del Mezzovikingo é che per la festa del Papá il rituale é stato gentilmente spostato dalle 6:30 alle 7:45)
  3. Gli si porti la colazione a letto con buon caffé e pane, preparato dai figli. Egli sará onorato con fiori e un regalino. (una fettina di pan biscotto premasticato, e offerto con le proprie manine, in effetti puó anche starci)
  4. Gli si conceda, finché possibile, tranquillitá e libertá da tutti i lavori di casa durante il giorno. I figli facciano il letto, spazzino per terra, preparino da mangiare e lavino i piatti.
  5. Durante il caffé del pomeriggio o verso sera si tenga una piccola festa, a cui partecipi la madre. Si legga qualcosa di bello e si ringrazi di cuore il Padre, che é la forza che tiene unita la casa (Star Wars, tipo). I figli chiedano perdono al Padre per essere stati disobbedienti, non sufficientemente grati, per tutto ció che ha causato al Padre dispiacere, sospiri, preoccupazioni e difficoltá. (il Mezzovikingo protesta per queste insinuazioni. Di notte lui vuole la Tetta, il Padre che c'entra?)
  6. I figli assenti rechino un saluto per lettera o telegramma o cartolina, preparata appositamente per la festa del Papá.
Sul punto 4: un'immagine vale piú di tante parole



Thursday 5 November 2009

L'Oracolo della Neve


Una delle iniziative piú intelligenti della mia prof. di Italiano delle medie fu costringere noi alunni 'gnoranti svaccati e beoti a leggere il libro "L'anello di acque lucenti" di Gavin Maxwell.
Il tascabile, che oggi non é piú in ristampa e viene ricercato in Rete da una serie di disperati ammiratori (un grazie ufficiale a Stefano che me l'ha ri-procurato), racconta le avventure dell'autore in una casetta isolatissima e spersa nel Nord della Scozia, insieme alle sue lontre (eh sí, son tutti capaci di tenersi un cane per animale domestico, provate con qualche lontra invece).
In un passo del libro, l'autore descrive tutte le superstizioni locali legate all'albero detto Sorbo degli Uccellatori (Sorbus Aucuparia): mi colpí molto, tra le altre cose, il fatto che tagliare o danneggiare un Sorbo avesse il potere di attirare una certa qual malasorte sull'incauto vandalo. I poteri terribili e soprannaturali del grazioso alberetto erano confermati da accurate testimonianze di attendibili abitanti del luogo, tanto per essere scientifici e corretti.
Il libro ebbe il potere di influenzarmi cosí tanto che a tutt'oggi sono molto indecisa se tagliare un Sorbo che cresce ai margini del mio kolonilott, nonostante lanci insane ombre sull'aiola dell'insalata durante la bella stagione.

Ben, adesso qualcuno potrebbe obiettare: ma che ce n'importa a noi del Nord della Scozia, che tu sei qua per raccontarci del Nord della Svezia. Beh, sí e no, il Nord sempre Nord sia e non si trascurino i punti in comune, che talvolta sono inaspettati.
Tanto per cominciare, il Sorbo é stato pianta magica non solo per i Celti, ma pure per i Vichinghi. Sembra addirittura che il nome svedese, Rönn, sia riconducibile all'etimo runa, almeno secondo un certo Olof Rudbeck il Vecchio, eminente scienziato svedese.
I Vichinghi asserirono che il dio Thor e il suo compare Loke furono salvati dall'annegamento grazie ad un ramo del gracile albero (ma che dio é, uno che manco ha i poteri di salvarsi se sta per annegare? ndt), il quale fu in seguito considerato in grado di proteggere dalle tempeste, e di curare le ferite. Molto piú prosaicamente, le menzionate proprietá possono derivare dai seguenti fatti:
- il Sorbo ha una consistente rete di radici che lo rendono resistente ai forti venti;
- le bacche del Sorbo contengono impressionanti quantitá di vitamina C, che male non fa.

Questo cresciutello parente delle Rose io lo trovo peró un po' gracilino. Attorno alla stuga del Vikingo ne sono cresciuti diversi esemplari: non raggiungono mai dimensioni maestose, e spesso vengono attaccati da Entitá Fungine Striscianti che ne seccano i rami in un fragile abbraccio d'ife.
Un paio di anni fa il Vikingo, sprezzando apertamente gli avvertimenti scozzesi, decise di abbattere un intero albero dopo che questo era stato posseduto fino all'agonia da una prospera colonia di Chiodini. Ancora quest'autunno era possibile intuire l'ampia rete radicale del fu-Sorbo, osservando la distribuzione delle famigliole del fungo intorno al ceppo.

Dato lo scetticismo di fronte ai vari Servizi Metereologici Nazionali, capita tuttora che qualche svedese moderno attinga alla vecchie tradizioni magiche ed elegga il Sorbo a sicuro Oracolo della Neve.
Qui nel Norrland si é fermamente convinti che un Sorbo che porti molte bacche non possa sostenere uno spesso manto nevoso. Se un tale albero sará riccamente adornato di rosso per l'Autunno, la scarsitá di neve per l'Inverno che viene sará certa.
Per coerenza, gli Svedesi del meridione sostengono esattamente il contrario. La spiegazione, altrettanto scientifica, é data dal fatto che con molta neve gli uccellini avranno bisogno di molto piú cibo, che il Sorbo generosamente s'affretta a fornire alle alate creature, in Armonia con la Natura.


E se abitate nella Svezia centrale? Gli abitanti del Dalarna arrivano furbescamente ad un compromesso, e accettano diplomaticamente entrambe le teorie. Che il sorbo faccia poche, o molte bacche, é sempre possibile confermare autorevolmente (a posteriori, s'intende) la veridicitá di una o dell'altra asserzione. L'unica cosa che varia sará la quantitá di gelé di bacche preparabile in quell'anno (ottima con la carne di selvaggina, per gli interessati)

Bene. Quest'anno nell'Ultima Thule il raccolto di bacche di Sorbo é stato magro, uno dei piú scarsi da quando abito qui, come forse s'intuisce da questa brutta foto:

Secondo la versione del Norrland, ci si dovran perció aspettare nevicate abbondantissime. Posso giá anticipare che l'anno scorso le bacche furono abbondanti e Novembre altrettanto copiosamente innevato, mentre quest'anno il paesaggio tende piú al grigio che al bianco. Ma siamo ancora agli inizi e quindi la stagione é tutta da vedere.
Appuntamento dunque ad Aprile 2010: per verificare quale delle teorie sia stata verificata, oppure se l'Ultima Thule sia da considerare sorbicamente appartenente al Sud o al Nord della Svezia.

(e se avessero ragione i Dalecarlici?)


Tack så mycket!

(Molte grazie!)

Una piccola pausa per ringraziare pubblicamente due bloggers che seguo con piacere, e che sono state cosí gentili da coinvolgermi in due iniziative molto carine:

Daniela de Il coltello di Banjas (che io apprezzo per i riferimenti multiculturali, le foto, e la cucina), la quale ha segnalato il mio blog nel suo.
La netiquette vorrebbe che ora, a mia volta, segnalassi altrettanti blog che sono di particolare interesse per me. Non senza una punta di diplomazia tipica svedese, vorrei dire che non mi é semplice fare una selezione. Una lista di blog che seguo e che mi piacciono si trova qui a fianco nel Blogroll o sotto il mio profilo, e li trovo tutti egualmente raccomandabili. Risottolineo, come da titolo, che la lista non é completa a causa dell'accidia della sottoscritta nell'aggiornare i settings. Potete anche andare qui per trovarne altri, specifici dalla Svezia, che seguo con regolaritá.

La seconda é Sybille di Buntglas, la quale ha avuto la bellissima iniziativa di far partire uno scambio di cartoline molto poco virtuali.
Dipinta da lei, questa qui sotto é quella che mi é toccata in sorte, e il tema é indiscutibilmente adatto all'Ultima Thule:


Importante aggiunta a posteriori, dopo uno scambio privato di mail con Orma: chiunque desideri una cartolina dall'Ultima Thule é benvenuto/a! Nelle vicinanze di Natale cominciano pure a sbucare quelle kitchissime con renne, folletti e cose simili.

Tack igen, tjejer! (grazie ancora, ragazze!)

Monday 2 November 2009

Controffensiva

"Le nuvole non possono annientare il Sole" F. Battiato, Lode all'Inviolato

Come giá detto, e come molti mi confermano, il tipico Cielo di Novembre nell'Ultima Thule é particolarmente stimolante, ispirando urgenti pensieri di vacanza in una qualche isola tropicale:

Le maestre del nido del Mezzovikingo, con anni di nordica esperienza alle spalle, hanno perció deciso di rubare qualche luminosa idea a Paesi di latitudine decisamente piú meridionale, organizzando per oggi pomeriggio la Festa della Luce, altrove detta anche Diwali. Sebbene la versione ufficiale di quest'anno si collochi al 17 Ottobre, alle accorte donne (e un uomo) é sembrato piú saggio spostarla a Novembre, come primo, concreto segno di controffensiva verso l'Oscuritá del Tardo Autunno.

Il Mezzovikingo e i suoi amichetti hanno anche avuto qualcosa da preparare per l'occasione, perché insomma, mica solo gli educatori devono lavorare....

infine, concedetemi qualche (casuale?) esternazione di un po' di orgoglio di mammá


 
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