Monday 8 March 2010

Questa o Quello per me ímpari sono....

Avevo scritto nel post precedente che per la Giornata Internazionale della Donna non avrei avuto molto da postare. Di solito uso dire di come le Pari Opportunitá siano qualcosa che percepisco con mano in molti aspetti, pubblici o privati, della mia vita svedese. Mi capita anche di ricordare spesso ai miei interlocutori di come la suddetta quasi-Paritá sia data un po' per scontata in questo Paese e di come sarebbe bene restare sempre vigili, perché la Storia non torni indietro (ho l'impressione che qualcuno creda che la Paritá sia una caratteristica genetica degli Scandinavi. Non é vero: é il risultato di precise scelte politico-sociali di qualche decennio fa). 
Le femministe sono sempre all'allerta, ma si tratta perlopiú di donne di etá uguale o superiore alla mia.

Poi oggi m'é capitato di vedere quest'immagine sul sito del giornale svedese Aftonbladet, con relativo articolo correlato. La metto qui e sotto traduco, senza aggiungere troppo di mio. Tiratene voi le conclusioni che preferite.

 

La fetta rosa rappresenta la percentuale di donne impiegate in diversi settori, quella azzurra di uomini. Le variazioni sono riferite rispetto ad un anno fa e le percentuali indicate sono quelle relative alle donne. La legenda é tradotta da sinistra a destra e dall'alto in basso.

Presenza in parlamento: 46.6 %. Peggiorata -1.4 %
Stipendi delle donne come % di quelli maschili: 92.0%. peggiorati -1%
Disoccupazione: 44.7 %. Peggiorata -1.4%
Assenze per malattia 59.7%: Migliorate -1.2%
Congedi parentali: 78.5%. Immutata.
Possesso di un'auto: 27.1%. Immutata.
Istruzione (titolo universitario conseguito da donne): 66%. Immutata.
Governatori regionali: 43% Immutata.
Vescovi: 23 %. Migliorata +7.7%.
Giudici: 41.3%. Migliorata +0.7%.
Dirigenti di societá quotate in borsa: 3.6 %. Immutata.
Dirigenti di societá operanti nei media: 40%. Migliorata +5%.



23 comments:

Maxxfi said...

Sono un po' perplesso sul senso di riportare le assenze per malattia in un discorso di parita' uomo-donna.
Quale sarebbe la situazione paritaria, 50% ?
Tra l'altro, se intendo bene il sottotitolo sembra misurato tramite i sussidi malattia, nel qual caso la misura dipenderebbe anche dal costo unitario del sussidio (se non e' uguale per tutti diventa difficile fare confronti).

orma said...

Sì, non bisogna abbassare la guardia.
Qua credo (sono sicura) che le percentuali nei vari settori (vescovi esclusi) siano decisamente peggiori.

ophmac said...

Cosa vuol dire "Disoccupazione: 44.7%" esattamente? Qual e' la definizione di disoccupato? E' qualcuno che riceve sussidio di disoccupazione? Si contano anche quelli che magari sono rimasti senza lavoro solo per qualche mese? Inoltre come fa ad essere peggiorata se e' dimnuita? (-1.4%).

In una statistica di natura demografica come questa se non si spiegano i criteri i numeri non hanno alcun valore a mio parere.

ophmac said...

Ovviamente non ce l'ho con te ma con i giornali che pubblicano statistiche senza spiegare.

GattoVI said...

ma la percentuale dei vescovi donna in Italia, quale è? hi hi hi

Odysseus said...

Nella statistica del cerchio del della tazza del gabinetto peró vincete voi perché lo trovo abbassato quasi sempre (a discapito dell'igiene?) e a testimonianza di una certa ipocrisia.
Aftonbladet (che è un lupo rosso travestito da pecora nera) non la cita.
Acidità a parte, è un po' triste constatare che come dici tu le parti opportunità svedesi non sono altro che frutto di lotta politica.
Io ne sono in parte felice (poter stare a casa coi bimbi è una grande cosa) e mia moglie (e la bimbina quando sará grande?) può scegliere come un uomo.
Delle conseguenze negative di certe scelte nessuno ha il coraggio di parlarne nonostante viva il concetto di "yttrandefriheten".
Talibansimo "à la suédoise".

Morgaine le Fée said...

@maxxfi: le assenze per malattia sono contate in base ai giorni (dagar), indipendentemente dal costo del sussidio. Si usa guardare questo fattore per vedere quanto una persona, in media, 'sta bene' nel posto di lavoro.
@ophmac: hai ragione sulla percentuale mostrata, non saprei cosa risponderti. In quanto alla misura dell'occupazione, dovrebbe essere basata su parametri ufficiali (chi lavora é automaticamente registrato dalla finanza), considerare il lavoro in nero é piú difficile. Questa statistica é elaborata su base annua, quindi include anche possibili variazioni di qualche mese.
@gattoVI: :D
@orma: da qualche parte nel blog 'ilcorpodelledonne' citano un libro intitolato 'il paese piú maschilista d'europa', o una cosa del genere, riferito ovviamente a .... :(
@odysseus: a me la discussione sulla tavoletta del water é sempre sembrata una faccenda da perditempo :D. A casa nostra il problema non esiste: chi la vuole in un certo modo se la mette in un certo modo.
In quanto alle scelte paritarie di natura politica: quali sono esattamente quelle che contesti? io onestamente sono ben contenta che certe misure siano state attuate, visto poi come é cambiata la situazione -in meglio- per le donne e di riflesso anche per il paese.
Se ti riferisci all'obbligo dei 60 giorni di congedo per il padre, io ti risponderei che é un bene che ci sia. I cristianodemocratici sono contrari perché dicono che 'si toglie alla famiglia la libertá di scelta', ma io penso che il loro punto di vista sia molto ingenuo: una famiglia non ha il 100% di libertá di scelta, perché esiste anche il datore di lavoro che decide.
Conosco personalmente due casi in cui il padre, pur desiderando stare a casa é stato diffidato dal prendersi piú giorni di paternitá rispetto a quelli obbligatori, pena mancata estensione del contratto di lavoro e simili. se si togliesse del tutto questa misura si avrebbe che: molti piú padri non prenderebbero affatto il congedo (anche per forza), ergo i datori di lavoro preferirebbero ancora di piú i maschi all'assunzione, ergo, maggiore disoccupazione per le donne, allargamento delle differenze salariali tra sessi, aumentato relegamento delle donne a mansioni di minore importanza. Tu che ne dici?

orma said...

...e la situazione diventerebbe come quella italiana...

Ancamò said...

in un quadretto appeso a casa dei miei nonni c'è una lunga poesia dedicata alla donna.
non la ricordo tutta, ma ricordo il finale:
PER QUESTO IN PIEDI SIGNORI, DAVANTI AD UNA DONNA
;)

Odysseus said...

Io ho capito che in Svezia per un padre non è facile stare a casa coi figli come per una madre.
Ho subito anche io pressioni in tempi passati, ma di altro genere.
Inoltre per la gran parte dei colleghi è più normale se una donna è mammaledig che se un uomo è pappaledig e lo percepisci sul lavoro.
Comunque non ci possiamo lamentare se pensiamo al "resto del mondo".

per le critiche taciute al sistema ci vorrebbe un forum intero. Io non credo che questo sistema sia automaticamente positivo per il bambino solo per il fatto che in fondo è creato secondo me da femministe per le donne, non per i bambini.

Odysseus said...

Galadriel. qui se ti alzi davanti ad una donna possono prenderti per maniaco...

Morgaine le Fée said...

@odysseus:"Io ho capito che in Svezia per un padre non è facile stare a casa coi figli come per una madre. (...)Comunque non ci possiamo lamentare se pensiamo al "resto del mondo".
Ecco, appunto. In un sacco di altri posti il padre coi bambini proprio non ci sta, e ti danno pure dello sfigato se ne esprimi il desiderio.

Io non so dove vivi tu e con quale realtá tu sia a contatto, peró adesso mi sembra che tu esageri riguardo alla Svezia (sempre con riferimento alla realtá che conosco io).
Poi scusa, qual é il problema con le femministe? Io mi sono stufata del fatto di sentir usare il termine 'femminismo' o 'femminista' come se fosse un insulto. Il femminismo ha migliorato un sacco di cose nella societá, sennó io dovrei ancora vivere come le mie bisnonne che andavano in giro vestite di nero e col fazzoletto in testa anche a luglio sennó era sconveniente, e non potevano istruirsi, votare, prendere uno stipendio decente, eccetera. Ha dato dignitá alle donne come persone e le ha messe in condizione di partecipare lle scelte sociali.
Se poi parliamo del bene dei bambini allora potrei dirti che la Svezia ha previsto parecchio tempo di congedo pagato per permettere ai genitori di stare coi figli: 390 giorni. E secondo me é un bene sia per i bambini sia per i padri che questi ultimi stiano a casa coi figli, li curino, ci parlino, gli preparino da mangiare, li educhino, cambino loro il pannolo e cosí via. Il mio moroso é contento di averne l'opportunitá, e non capisce quegli uomini che considerano la cura dei figli una mera faccenda da donne.

@orma e galadriel: esatto :)

ophmac said...

Ah voi femministe che adesso pretendete anche di voler essere indipendenti e magari guadagnare di piu' dei vostri mariti e signori. Vergognatevi e andate a fare la calzetta, vascelli del demonio!

Burn the witch at the stake!

Scherzi a parte, a me come pagatore di tasse rompe assai le palle mantenere orde di ragazzette che sfornano figli con chiunque capiti a tiro perche' sanno che il governo le mantiene e cosi' non devono cercarsi un lavoro. Secondo me questa e' una distorsione del sistema dello stato sociale.

gattosolitario said...

Io non ho figli, ma a volte ci penso a cosa farei. E non perché non voglio stare a casa, ma perché tengo alla mia carriera. Morgaine ha comunque ragione sul fatto che ci sia un "obbligo" per il padre. Che poi sei sicura di questo ? Se vuole il padre non prende nulla per quello che so, e poi la coppia peró perde quei giorni. Considera anche che con pappa o mammaledig si prende si l'80% dello stipendio, ma fino ad un massimo di circa 32.000, che é uno stipendio medio, ma piú medio-basso. Chi guadagna di piú (e sono molti), perdono tantissimi soldi. Quindi a volte non si puó proprio.

Secondo me é una cosa buona che ci siano i pari diritti, a me piace molto e lo apprezzo. Purtroppo le distorsioni sono ovunque, che ci vuoi fare :D

Morgaine le Fée said...

@ophmac: capisco benissimo il problema, che a quanto ho capito é una piaga sociale nell'UK. Qui comunque non siamo arrivati a questa situazione. Ci sono gli approfittatori del welfare, specialmente qui nel Norrland, ma si tratta perlopiú di persone con falsi permessi malattia. Le ragazze invece sembrano molto determinate a studiare e trovarsi un lavoro, il che é un grosso problema sempre qui nel Norrland visto che i villaggi si svuotano di femmine e restano solo maschi.

@gattosolitario (welcome back ;-) ): quella di decidere tra carriera e famiglia é una scelta molto personale e credo che l'avresti comunque, dovunque tu ti trovi. Dipenderá dalla motivazione che hai in quel momento, mi sa. Devo dire che dopo aver avuto nostro figlio le nostre prioritá esistenziali si sono molto ridistribuite (la carriera é importante ma gli affetti di piú, sia per me che per il mio moroso), ma non é necessariamente qualcosa che deve valere per tutti.
Sul discorso del congedo parentale e reddito: é vero quando dici che sopra un certo tetto si perdono molti soldi. Noi siamo entrambi sopra quel reddito, abbiamo perso parecchie entrate coi congedi, ma d'altro canto, proprio a causa dei nostri stipendi, non ci é pesato piú di tanto economicamente e abbiamo fatto la stessa vita di prima (nottatacce a parte). Sarebbe stato peggio, per quelle che sono le nostre prioritá, perdere il diritto a quei giorni.
Purtroppo il sistema ideale per regolare i congedi parentali non esiste, ma d'altro canto io continuo a pensare che sia una buona cosa 'costringere' anche i padri a stare a casa coi figli, per i motivi di cui sopra, mi pare anche che le conseguenze positive per la societá si vedano.

giorgio said...

Sono arrivato a te dal blog ilcoltellodibanjas.
Il tuo blog è interessantissimo per uno come me che è curioso degli aspetti umani dei luoghi. Il tuo modo di scrivere ironico e autoironico è il mio preferito.
Quindi grazie tante davvero. Pian piano leggerò anche i post più vecchi.
Giorgio, da Modena.

Odysseus said...

Morgaine, io sono a contatto con diversi posti in Svezia da Kiruna a Göteborg passando anche dalle tue parti. Dove sono oggi non ho problemi. In tempi passati nella Thule ultimissima, dove vivono quelli che prendono sjukpenningar per stare a casa col mal di schiena e poi costruiscono la sommarstuga mi sono trovato in difficoltà. Al lavoro c'era una sola collega mamma, gli altri erano o giovanotti o signori di una certa etá (50 e oltre) che non capivano che io stessi a casa 50%. Per es. facevano riunioni quando io ero a casa e si capiva un certo malcontento tra le righe, come se io stessi a casa a costruirmi la sommastuga....) dipende un po' dal tipo di lavoro che hai e da dove ti trovi. La Svezia è un paese molto conservatore in tanti posti e ambienti.
Se poi aggiungi che comunque io sono cresciuto e mi porto dietro un altra immagine (tradizionale) della mamma che comunque mi ha educato a fare pulizie, da mangiare e fare lavatrice e letti etc. etc.. La stessa cosa nonposso dire di tanti maschi (e anche femmine) del Nord che si esercitano a diventare uomini con il cacciavite e il martello e a casa coi figli non ci stanno.
Per la cronaca per quanto riguarda il "pappaledighet" da circa sei anni io sono decisamente sopra la media svedese (dovrei essere sul 40%?), sopra lo "scoglio" di stipendio (per cui ci "perdo soldi") e casa nostra è "jämnställd" .

Femminismo? mi piacerebbe disuterne, ma ho poco tempo e non capisco le donne.

Morgaine le Fée said...

@giorgio: grazie per il gentile commento e per essere passato di qua :). Spero che il resto dei post non deluda!

@Odysseus: mi dispiace tu abbia avuto queste esperienze negative. La mia esperienza é completamente diversa: i miei colleghi maschi, il mio moroso e i suoi dipendenti (tutti maschi) hanno tutti preso i loro mesi di congedo paternitá, e capita molto spesso che mandino un sms al mattino per dire che oggi stanno a casa con figlio/a malati.
Puó essera anche una questione generazionale perché tutte queste persone sono sui 30-40 anni e probabilmente hanno un approccio diverso da quello dei 50-enni che descrivi. parlandone col mio moroso lui dice che tra i suoi colleghi, amici e parenti, il rifiuto di stare a casa in pappaledighet é considerato cosa da pappamolle.
A casa nostra abbiamo diviso sul 50% circa sia i congedi che i permessi per malattia del piccolo.

Sulla questione donne: non credo che tu arriverei mai a capire le *donne*. Perché ognuna é diversa! Provaci te a capire 3-4 miliardi di persone tutte diverse... :D. Neanche il miglior psicanalista. Figuriamoci quando io mi provo a capire gli *uomini*...stesso discorso. :D

Odysseus said...

Se è per questo non capisco nemmeno gli uomini :!
Lo so che siamo tutti diversi ma per parlare di femminismo bisogna avere una certa sensibilità per i problemi prettamente femminili che io non ho.

Sybille said...

Come sempre, grazie per questo interessante articolo, anche per i commenti.

CarloG said...

Avere leggi che cercano di evitare la disparità di trattamento è sicuramente fondamentale, pero' alla fine è un problema di cosa è socialmente accettato e cosa no.
Il codice della strada è chiaro, pero' poi qui ci sono sempre macchine in doppia fila, parchegiate sulle strisce, motorini che con la coda passano a tutta velocità sui marciapiedi... Questo evidentemente è considerato accettabile anche se ovviamente non lo è ed anzi la legge sancisce certi comportamenti (legge che poi sistematicamente non viene applicata). Il problema è che la discriminazione di una donna sul luogo di lavoro (e non solo) è ritenuta accettabile. I figli sono il nosto futuro, pero' poi se una donna resta incinta e poi partorisce si parla solo di costi etc... da tutti i punti di vista è una forma di suicidio morale, intellettuale e sociale... che tristezza

Andrea Parma said...

Hai una mail non letta :)

Morgaine le Fée said...

@sybille: danke! ;-)
@andrea: letta e risposta! (siamo stati fuori alla stuga nel weekend).
@carlo: sono d'accordo su tutto quello che scrivi. per questo io sarei favorevole alle quote rosa, come intervento legislativo per rompere certi muri e abituare il sistema a cambiare mentalitá, il che é quello che é stato fatto in Scandinavia e ha contribuito alla mentalitá paritaria attuale. Ad esempio, il fatto di aver introdotto l'obbligo del congedo paterno ha fatto sí che la mia generazione adesso consideri normale che un papá stia a casa. Poi quando le cose saranno cambiate allora si potrá dire che le quote rosa sono una discriminazione a favore delle donne, ma ora come ora in Italia sono necessarie queste misure per contrastare la mentalitá corrente, secondo me.

 
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