Sunday 13 December 2009

Il Solstizio prima del Solstizio



Ed ecco arrivato anche il 13 dicembre, Santa Lucia, el dí pí corto che ghe sia, usavano dire i miei nonni e genitori. Questo é stato un mistero sempre irrisolto della sottoscritta fin dai tempi dell' infanzia, essendo io stata indottrinata dalla Scienza Ufficiale e dai Sussidiari delle Elementari che il giorno piú corto é il 21 dicembre. Solo molti anni piú avanti venni a conoscenza da Wikipedia che la faccenda deriva semplicemente dall'antico calendario Giuliano, in cui i giorni erano sfalsati di un numero tale da far coincidere il 13 Dicembre con l'effetivo Solstizio d'Inverno.
Perció, molto prima che i Nordici venissero a conoscenza della Santa siciliana, essi festeggiavano il 13 dicembre con riti pagani e arcaici, perché il Sole aveva smesso di ritirarsi nelle Tenebre e la Natura tutta raccoglieva le sue forze per il ritorno della Luce: si diceva che gli animali potessero parlare, il Soprannaturale iniziare Riti Oscuri, e quindi era meglio tenersi svegli e fare attenzione agli Spiriti che si aggiravano, prima tra tutti la terribile Lussi, con un seguito di collaboratori detti lussiferda (il riferimento a Lucifero, che in origine era, infatti, il portatore di luce, non é casuale). Per tenersi in forze, sarebbe stato necessario mangiar bene e, manco a dirlo, bere con abbondanza. Tutti i preparativi per l'inverno dovevano essere stati terminati, il maiale macellato e le decorazioni natalizie pronte, altrimenti Lussi avrebbe punito l'indolente famiglia.

Poi, tanto per cambiare, venne il Cristianesimo e la sua smania di ribattezzare cose e persone, e fu deciso che Lussi sarebbe diventata buona e avrebbe cambiato il suo nome in Lucia, la Santa della Luce di un luogo lontano la quale, a dispetto delle sue radici mediterranee, aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri come una qualsiasi Emma o Gunilla di stirpe Vichinga.
Sebbene mi sia capitato di vedere Santa Lucia di persona, in una chiesa Veneziana quando ero piccola, non sono in grado di raccontare se il mito corrisponde a veritá: il corpicino della ragazzina aveva la testa scolpita e dorata, il corpo ricoperto di ricchi broccati. Le uniche parti (autentiche?) che si potessero ancora vedere erano mani e piedi:  incartapecoriti e marroncini dopo quasi duemila anni di peripezie. Adesso, quando gli autoctoni svedesi mi chiedono lumi su cosa si puó vedere dei miei luoghi d'origine, racconto loro dell'incontro che potrebbero fare di persona con la loro Santa preferita, tanto preferita che é una dei pochi ad aver dedicata una festa tutta per sé.

La Lucia Svedese del giorno d'oggi ha perso un po' della sua aura mistica ed é diventata una ragazzina dagli uno ai cent'anni che va in giro vestita con una tonachetta bianca stile Prima Comunione e una coroncina di candele elettriche in testa, quest'ultime per evitare che la cera di candele vere e brucianti trasformi la chioma della Prescelta in una tipica acconciatura Rastafari. Non si dice, ma immagino che ci siano una serie di intrighi e rivalitá sotterraneee tra molte scolare per farsi eleggere Lucia dell'anno.
Una volta acconciata come descritto sopra, la Fortunata se ne andrá in giro con un codazzo di amichette vestite allo stesso modo, ma senza corona, piú qualche giovanotto (detto Stjärngosse) munito di cappello a punta con stelline stile Fata Turchina. Ultimamente é successo che alcuni estremi difensori delle Pari Opportunitá svedesi si siano ribellati e abbiano deciso che pure i rappresentanti del sesso maschile avessero diritto a candidarsi a Lucia: il mio sospetto é che i poveri maschietti volessero risparmiarsi il terribile e, diciamocelo, ridicolissimo copricapo imposto dalla tradizione agli Stjärngossar.
L'allegra brigata, dunque, se ne andrá in giro a cantare con una certa solennitá una serie di canzoni tradizionali natalizie. Ovviamente non puó mancare quella dedicata a Santa Lucia, che trascrivo qui sotto:

Natten går tunga fjät, runt gård och stuga.
Kring jord som sol'n förlät, skuggorna ruva.
Då i vårt mörka hus, stiga med tända ljus,
Sankta Lucia, Sankta Lucia.

Natten var stor och stum. Nu hör det svingar,
i alla tysta rum, sus som av vingar.
Se på vår tröskel står vitkläd, med ljus i hår,
Sankta Lucia, Sankta Lucia.

Mörkret skall flykta snart ur jordens dalar.
Så hon ett underbart ord till oss talar.
Dagen skall åter ny, stiga ur rosig sky,
Sankta Lucia, Sankta Lucia


Senza prendermi la briga di tradurla  per filo e per segno, posso dire che in sintesi la canzoncina parla di quanto l'inverno sia buio, pieno di ombre e la casa immersa nell'oscuritá, quando all'improvviso arriva Lei e porta nuova Luce. A parer mio, é interessante l'assenza di qualsivoglia riferimento religioso.
Per il Vikingo fu un grandissimo shock culturale sapere che la melodia di questa canzone non é affatto natalizia, ed é presa invece da una canzoncina italianissima che elogia Napoli e il mare, e dove Santa Lucia non é affatto una bionda fanciulla biancovestita ma, a quel che ho capito, una leggiadra barchetta (anzi: un quartiere di Napoli, come mi fa presente Gattosolitario):

Sul mare luccia l'astro d'argento,
Placida è l'onda, prospero è il vento  
Venite all'agile barchetta mia...
Santa Lucia! Santa Lucia!

Con questo zeffiro, così soave
Oh! Com'è bello star su la nave!
Su passaggieri, venite via!
Santa Lucia! Santa Lucia!
... ...
(il resto ve lo cercate voi su Internet)

A questo punto il Vikingo si sentí in dovere di insegnarmi alcune versioni piú goliardiche e caciarone del solenne canto:

Sankta Lucia, ge mig en tia, 
inte en femma, för det har jag hemma!
(santa Lucia, dammi dieci corone, non cinque perché ce l'ho a casa; di quando i bambini andavano in giro a chiedere denaro per l'occasione, tipo Halloween)

Sankta Lucia, ge mig en tia
tian var trasig, Lucian var knasig
(santa Lucia dammi dieci corone, la moneta era rotta, Lucia era matta: quando i vicini regalavano soldi non validi, evidentemente)

Infine, si trovano anche un paio di versioni un po' piú indecorose, che per decenza verso i miei lettori non tradurró:
Santa Lucia ge mig en tia,  
tian var rutten dra mig i tutten!

Santa Lucia ge mig en tia,  
tian var toppen dra mig i snoppen!
 
* Nella foto: i Lussekatter, tradizionali panetti allo zafferano per la fika del 13 dicembre e dintorni. Non potevamo non farli anche noi.

11 comments:

gattosolitario said...

Santa Lucia é un quartiere di Napoli vicino al mare. Negli anni ´80 famoso per il contrabbando di sigarette :D

Morgaine le Fée said...

Grazie mille Gatto per la precisazione! finalmente adesso ho capito (molto innocente, dunque, questa Santa Lucia napoletana ;))

Carla said...

Davvero un bel post: me lo sono letto di gusto! Ciao

gattosolitario said...

Lieto di essere utile ; )

stardust said...

Quante cose ho imparato dal tuo post!!
Anch´io mi chiedevo come mai il 13 venisse considerto il giorno piu+ corto...

Morgaine le Fée said...

Thanks everybody ;)

Eleonora said...

"una ragazzina dagli uno ai cent'anni che va in giro vestita con una tonachetta bianca stile Prima Comunione e una coroncina di candele elettriche in testa" X-D ma poveraaa!!!!
oddio il cappello a punta e' davvero inguardabile, mi ricorda il cappello d'asino di pinocchio
(pinocchio-fata turchina, sempre in tema siamo :-))
Ma la figura di Lucia e' meravigliosa!!!!
Qui cantano sempre l'ultima strofa in italiano ma con un dolcissimo accento spagnolo : barcetta/ arjento...

Daniela B. said...

Ciao!!buona santa lucia anche se in ritardo!anche io ho fatto le focaccine allo zafferno ieri, ma non sono lievitate molto..pazienza..il gusto é buono comunque!!che ricetta hai usato tu?
bacioni
Daniela

Morgaine le Fée said...

@Eleonora: välkommen tillbaka! :)
essendo questo un blog di 'cronache semiserie' non potevo fare troppo la seriosa, eheh :D
@daniela: mmm... adesso ci faccio un post veloce veloce (non sia mai che anche qualcun altro voglia la ricetta, e chi non la vuole fa a meno di leggere)

Giulia said...

bellissimo post, ti leggo sempre di gusto! ma come fai ad avere cosi tanto tempo per scrivere con il Mezzovichingo, che se ho capito bene e' grande quanto il mio? il nostro piccolo guerriero mi sta sempre alle calcagna e guai se sgarro!

Morgaine le Fée said...

@Giulia: grazie ;)
I post li scrivo sempre di sera, un poco al giorno dopo che il Piccolo Tettomane é andato a dormire. Poi quando sono finiti li pubblico.
Quello dei lussekatter é stato velocissimo (cinque minuti) perché la ricetta tradotta ce l'avevo giá in Word nel computer.

 
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