Monday 26 October 2009

Sul Concetto di Casa, nella Capitale

Alla fine ho lasciato il Mezzovikingo, ovvero Il-Piccolo-Dittatore-della-Tetta, a casa con padre e nonni, e ho fatto questa veloce capatina qualche centinaio di chilometri (o decine di mil, come si usa misurare le distanze da queste parti) piú a Sud, nella Grande Capitale del Regno, per conoscere finalmente i bloggers italiani in terra svedese nella preannunciata Blogfesten. Posso dire che é stato un gran piacere (ed onore, nel caso dei bloggers storici) aver incontrato tutti in carne ed ossa.
Non metto le foto di nessuno: chi le vuole esporre ce le ha giá nel suo profilo, e chi non ce l'ha molto probabilmente preferisce non farsi vedere in Rete.
La lista potrebbe essere molto piú interessante da consultare (in ordine sparso):

Silvia e Gabriele da Norrköping, One way to Sweden;
Balorso e Zarinaia, con figlio non blogger;
Giusi e Davide da Liv i Stockholm;
Alessandro da Uppsala, ovvero Gattosolitario;
Mauro il Boffardi da Stoccolma;
Federico con Digressioni Nomadi Postmoderne;
Kralizek ovvero Renato da Stoccolma;
Silvia detta Teodora in Dal Master al Dottorato con Furore;
Sebastiano con We will show them all how much we mean;

ospiti d'onore, dall'Italia in esplorazione:
Andrea
e Orma (molto apprezzata, indirettamente, anche dal Mezzovikingo)

(Bene, spero di non aver dimenticato nessuno. Stanotte il nuovo dente del Mezzovikingo si é vendicato dei miei bagordi del weekend ed ha deciso di tenere sveglia tutta la famiglia Mezzavikinga. Nel caso avvisatemi di errori ed omissioni)

Dall'intera visita, si possono trarre un paio di capitoli.

Il primo, che non c'entra con la Blogfesten, potrebbe chiamarsi
La Capitale e l'Ultima Thule
L'abitante dell'Ultima Thule che si rechi in pellegrinaggio alla Capitale, constaterá all'istante i seguenti fatti:
- per quanto s'impegni, l'Ultima Thule é e resta inevitabilmente un paesello a confronto con la capitale. Gli abitanti sono un ventesimo, ma l'impressione é che sia un duemillesimo, specie se ci si riferisce alle aree di shopping e intrattenimento piú o meno culturale offerto dalle due localitá;
- Nella Capitale c'é Tutto. Ogni volta che ci mettiamo piede, pensiamo che nell'Ultima Thule non ci sia proprio Niente. Peró, siccome in quest'ultima ci si vive lo stesso, viene da domandarsi se il Tutto della Capitale sia proprio cosí indispensabile.
-Gamla Stan e Drottningsgatan sono tra le peggiori e piú kitsch Trappole-Per-Turisti in tutta la Svezia. Ciononostante ci ho comprato due statuine di troll per il Mezzovikingo. Lode al Consumismo.
-Con mia grande delusione, non ho trovato traccia della Betula Verrucosa f. Dalecarlica presso la Stadshuset. Si dánno tre -quattro- possibilitá: io sono molto rintronita, il che puó essere vero a prescindere; il cartello di cui parlavo qua é vistosamente errato; il cartello diceva il vero ma la Stadshuset é un'altra; i giardinieri della Stadshuset sono degli emeriti cialtroni e l'hanno fatta schiattare tempo fa.

Ciliegina tulla torta: i bloggers della capitale, quando ho rivelato loro il vero nome dell'Ultima Thule, hanno fatto tutti lo stesso commento: ma come fai ad abitare da quelle parti? (segue sorrisetto di circostanza della sottoscritta he-he-he. mmmhh.)

Il capitolo n. 2 e piú importante riguarda invece il Concetto di Casa, Ovvero del sentirsi a Casa quando si vive in un paese che non é quello di nascita. E questo, piú o meno, potrebbe essere il sunto dei discorsi fatti alla Blogfesten, a parer mio.
Diciamo che ci sono persone a cui l'idea di trasferirsi a Nord attira, per tantissimi motivi (welfare, ordine sociale, tranquillitá, poca corruzione, pari opportunitá). Curiosamente, alcuni di coloro che giá ci abitano sembrano mettere in guardia contro il pericolo di non sentirsi a casa qui, cioé essere trattati da emigranti vita natural durante.
Il discorso é un po' complesso. Per mia esperienza, esiste sia il venir trattati da emigranti, sia il farsi trattare da emigranti: il discorso lingua é rivelatorio. Ho conosciuto persone, anche con livello elevato di scolarizzazione, che non si davano pena di imparare (= usare) la lingua locale ma che al tempo stesso lamentavano la scarsa integrazione con gli autoctoni.
Dopo aver abitato in due Paesi, ho constatato che il parlare la lingua locale mi ha dato, ogni volta, parecchi punti di status sociale agli occhi della gente del posto, per cui allacciare rapporti umani e farsi accettare come si é mi é stato piú semplice. Poi, naturalmente, non si puó piacere a tutti e una certa percentuale d'ignoranti la si trova anche nei Paesi piú civili, ma questa é una grande Ovvietá.
Poi sarei tentata di dividere le persone in due categorie (come dice un certo assunto nel libriccino delle leggi di Murphy, esistono due tipi di persone: quelli che dividono le persone in due categorie, e quelli che non lo fanno) : coloro per cui la Patria é dove si sta bene, e coloro per cui é dove si é nati e cresciuti.
Io farei parte della prima categoria per una folta serie di ragioni personali, ma posso capire che altri non hanno lo stesso sentire. Altre cose pertinenti le hanno scritte molto bene Silvia e Gabriele qua, e non sto a copiare il discorso.

Come ultima cosa, ho un po' il sospetto che gli autoctoni dell'Ultima Thule abbiano il merito di essere parecchio piú bravi degli autoctoni della Capitale e dintorni nel far sentire a Casa l'immigrante.
Il fatto é che l'Ultima Thule ha come punto di forza e Motore Immobile del suo sviluppo negli ultimi anni, quello di avere una discreta Universitá. Diciamo che senza l'Universitá e la Clinica Universitaria, qua saremmo veramente un miserando agglomerato di case sperse in mezzo ai boschi.
Anche le mie amiche svedesi, ma non autoctone dell'Ultima Thule, confermano il clima molto gradevole, aperto e tollerante che si respira quassú.
Quello che succede, é che lo Straniero qui non é piú necessariamente un povero intruso venuto a portare via il lavoro agli autoctoni. È molto piú probabile che sia un simpatico studente, un brillante ricercatore o docente, oppure un medico competente (metto il maschile per comoditá ma si parla di entrambi i sessi). Insomma, qualcuno che porta un sacco di idee nuove e aiuta la cittadina a svilupparsi bene. Per quanto mi riguarda, il fatto di essere nata in terra italica é piú spesso motivo di curiositá (specie enogastronomica) che di sottile disprezzo.

Insomma, incredibile ma vero, ci sono alcuni sorprendenti vantaggi nell'abitare nell'Ultima Thule.


7 comments:

orma said...

Come non essere d'accordo...
Ho fatto davvero fatica a riprendere l'aereo per tornare a casa, avrei decisamente preferito che mi raggiungesse il resto della famiglia lassù.
Casa è dove ci si sente bene e io qua non sto bene per niente.
Grazie della splendida giornata e degli interessanti consigli, seguirà entro stasera una mail.
...Se devo essere sincera mi piacerebbe provare a vivere anche lassù dove stai tu e non solo nella capitale.

Silvia said...

Vero vero vero ! A proposito del "sentirsi a casa": ho dei colleghi che hanno lavorato ad Umeå, anche loro emigranti moderni, e descrivono l'accoglienza proprio nello stesso modo (anche qui a Norrköping non è poi così male, però !)

Morgaine le Fée said...

Tack ;-)
Orma: sto facendo un po' di research (seguirá mail). Sarebbe bello se potessi un giorno farci un salto, anche per renderti conto.
Silvia: é piacevole sapere che anche altri hanno avuto la mia stessa impressione :). D'altronde sull'"attitudine" di Stoccolma ci sono diversi commenti ironici, anche da parte degli altri svedesi.

A vivere quassú ci sono vantaggi e svantaggi, come ovunque. Dipende da cosa si vuole. D'altra parte, se la Casa Perfetta esistesse, ci si sarebbero giá trasferiti tutti!

gattosolitario said...

Casa e' dove ci si sente a casa, quindi per me Svezia al momento. Comunque secondo me gli abitanti della capitale sono molto simpatici, i piu' moderni ed europei che ho conosciuto : )

SuomItaly said...

Concordo in pieno sul discorso di imparare la lingua locale.
Aiuta certamente ad integrarsi prima.
Per quanto mi riguarda, casa è sia dove "si sta bene" sia "dove si é nati e cresciuti".

Morgaine le Fée said...

Gatto: sull'attitudine moderna degli abitanti della capitale sono d'accordo. Quassú c'é una mentalitá indubbiamente piú provinciale su parecchie cose.
Suomitaly:se anche "dove si é nati é cresciuti" ci ha fatto star bene, certamente che puó rientrare nel concetto di casa (a me non é andata cosí, ma vabbé).
Sulla faccenda lingue sei maestro visto che te la cavi bene col finlandese (lo svedese a confronto é niente) :)

Sybille said...

Interessante.
Per quanto mi riguarda posso dire che il fatto se sentirmi a casa mia oppure no dipende innanzitutto dalle persone che mi circondano e lo stile di vita che posso vivere.
Ogni tanto soffro di crisi d'identitá, peró. Ci sono giorni dove qui nella mia piccola provincia al nord dell'Italia (o al sud del Tirolo) mi sento in qualche modo straniera perché mi sento piú italiana, o piú tirolese, o addiritura tedesca, o africana o americana... Insomma ho paura che se vado avanti cosí finiró con sentirmi... marziana :)

 
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