Saturday, 10 October 2009

How did it begin.


Quando andavo alle elementari/medie, ricordo che mi ritenevo comunista, e come ovvia conseguenza(!) volevo a tutti i costi emigrare in Siberia.
Nella beata ingenuitá dell'infanzia col suo idealismo, mi vedevo in un'isba stile dottor Zivago circondata da nevi eterne e foreste di conifere. Non mancava (bene, adesso sfottetemi) un gran bel pezzo di gnocco dall'aria esotica a far da complemento alla suddetta isba.
Ero talmente invasata dall'idea di emigrare che in terza media, nel salutare un prof gli dissi: "se sentirá parlare di me, non sará in Italia".

Punto due: in un vecchio libro di geografia dei miei genitori, c'era un'immagine di una maestosa aurora boreale. Mi ero ripromessa di fare un viaggio per vederne qualcuna, prima o poi, anche se non sapevo esattamente dove e soprattutto se avrei avuto la pecunia per fare questo viaggetto.

Adesso, dopo che é passato quasi un quarto di secolo, mi sorprendo a vedere che i sogni ingenui d'infanzia si sono avvicinati parecchio alla mia vita attuale.
Abito in un posto dai paesaggi piatti e ricoperti di boschi in cui nevica da ottobre ad aprile-maggio. Non posseggo un'isba con annesso belloccio siberiano, ma usufruisco comunque della calda ed affettuosa ospitalitá del Vikingo nella sua stuga (e forse, dal punto di vista delle Pari Opportunitá, é meglio un Vikingo di un Siberiano, si dice).
Di aurore boreali ne ho viste ormai (letteralmente) di quasi tutti i colori, anche se la piú spettacolare, un enorme e lento mantello rosso kräfta (vedi figura sopra, da schizzo autentico dell'epoca), mi si era mostrata non qui, ma nella Teutolandia meridionale un mesetto prima di emigrare verso l'Ultima Thule. Segno del destino? Mettiamola cosí.

Il bello di tutta questa faccenda é che arrivare quassú non é stato il frutto di un progetto lungo anni, ma un misto di casualitá ripetute, colpi di fortuna e ricerche professionali su Google sulla -e adesso sfottetemi un'altra volta!- sindrome premestruale.


E, ripensandoci, c'é un bel po' di guadagnato tra l'essere qui anziché in Siberia. A sentire il Vikingo, in passato gli svedesi piú invasati dagli ideali socialdemocratici sognavano la civilissima Unione Sovietica come Patria Ideale. Arrivati lí, e cercando di stabilirvisi con entusiasmo, furono trattati da spie dal governo sovietico, talvolta internati o rispediti indietro dopo anni di peripezie. Quelli ritornati in patria raccontarono le proprie disavventure ai compagni rimasti a casa nella propria stuga a far la sauna. Oltre il danno la beffa: non furono creduti.


Questo é un periodo in cui mi sto chiedendo cosa mi spinge in giro per il mondo.
Se é ora di fermarsi, se fra un po' ripartiró (anzi ripartiremo, perché ormai non sono piú da sola), cosa sto cercando e da cosa me ne vado, e altre paranoie pseudo-esistenziali del genere.
Diciamo che solo dopo un paio di mesi che mi ero stabilita nell'Ultima Thule, in una serata invernale nevosa e scurissima, compresi come mai la canzone Nomadi di Battiato mi aveva sempre dato un certo brivido.


Nomadi che cercano gli angoli della tranquillità
nelle nebbie del nord
e nei tumulti delle civiltà
tra i chiari scuri e la monotonia
dei giorni che passano
camminatore che vai
cercando la pace al crepuscolo
la troverai
alla fine della strada.

(...)
forestiero che cerchi la dimensione insondabile.
La troverai, fuori città
alla fine della strada.

5 comments:

gattosolitario said...

C'e' chi e' nato per stare in un posto e chi per vedere il mondo. Quanto mi trovo bene nella seconda popolazione : ) Forse anche tu, no ?

SuomItaly said...

Non ho ancora visto una aurora boreale dal vivo (pur trovandomi a latitudini "nordiche").
Avevo quasi scambiato il disegno per una foto.

Morgaine le Fée said...

gatto: proprio cosí!
Suomiitaly: tervetuloa! da queste parti le aurore si sono fatte vedere i primi due anni che abitavo qua, ma ormai saranno almeno 3 anni che non ne vedo, e l'attivitá magnetica solare é molto scarsa.

Il disegno é tratto da uno schizzo a matita fatto dal vivo nella Germania meridionale nell'ottobre 2003, durante un periodo di tempesta solare. Poi é stato ridisegnato e colorato con Photoshop e penna/tavoletta Wacom (siccome é la prima volta che la uso é venuta cosícosí, ma l'effetto é molto simile al vero, nonostante tutto!)

Zarinaia said...

Cara Morgaine le Fée...è uno spasso leggere il tuo blog!
Sono proprio contenta che il Mezzovichingo ti lasci qualche ora libera e di poterti incontrare "dal vivo" al Blogfesten!
...anche la mia vita è spesso segnata più dal destino che da scelte meditate e lungamente progettate, nonchè dalla "sindrome"... :)

Ciao

Eleonora

Morgaine le Fée said...

Zarinaia: tack och välkommen :) (belle le cosine che mostri nel tuo blog!)

sará un piacere anche per me conoscere te e gli altri dal vivo laggiú a Stoccolma.

 
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