No, qua non intendo tirare in ballo imbarazzanti faccende di politica italica (specie per un italico/a all'estero, sono doppiamente imbarazzanti).
La tiritera del post precedente a proposito dello snus serviva, in parte, per introdurre un fatterello di cronaca di un mesetto fa, qui nell'Ultima Thule.
Se giá sapete lo svedese, lo pescate qui. Leggete pure anche i commenti degli autoctoni perché sono molto illustrativi.
Per gli altri, arriva un sunto. Con una premessa.
La premessa é che in Svezia, come giá raccontato da altre parti, esistono alcune sostanze psicotrope legalizzate, le quali vengono consumate con grande entusiasmo da grandi e -ogni tanto- piccini. Due di queste sostanze sono soggette a vendita ed utilizzo regolamentati: l'idrossi-etano e la 3-(2-(N-metilpirrolidinil))piridina, altrimenti denominate Alcol e Nicotina nel sistema filosofico Parla-come-Mangi (chiedo venia per questi raptus da deformazione professionale).
Nelle classifiche scandinave il primo posto é ostinatamente detenuto dall'Etanolo ormai dalla notte dei tempi, mentre un po' piú in giú possiamo trovare tabacco e derivati. Vendita ed utilizzo regolamentati significa che: non possono essere consumate ovunque, la vendita é riservata solo ad autorizzati, e puó essere fatta solo a maggiorenni. In tempi passati vi erano limitazioni pure nella quantitá di alcolici acquistabile mensilmente, ma ora la norma é decaduta (dettagli qua, se interessano, alla voce nordic countries).
Nella maggior parte dei punti vendita autorizzati (tra cui anche i supermercati), se avete la fortuna di sembrar giovani, qualcuno vi chiederá un documento di identitá alla cassa per dimostrare che siete maggiorenni (se il cassiere/cassiera é del sesso giusto, potrebbe essere una buona occasione per apprezzare il complimento e proporre un invito galante). I supermercati della catena ICA invece, per andar sul sicuro ed evitare chiacchere inutili, hanno istituito un sistema di controllo elettronico per cui all'acquisto di tabacco o alcolici leggeri si deve in ogni caso far scannare la carta d'identitá al computer per autorizzare lo scontrino, indipendentemente dal fatto che di anni ne abbiate 18 o 81 (nonostante la notizia sembri oziosa, potrebbe essere utile a chi é turista e vuol comprarsi le sigarette all'ICA ma non ha una carta d'identitá svedese col codice a barre leggibile elettronicamente).
Chi fa il furbo e vende alcol o tabacco a minorenni é chiamato langare (spacciatore) ed é severamente punito, com'é giusto, aggiungo io.
Fu cosí che un bel giorno una signora snusatrice decise di fare un salto ad un negozio ICA dell'Ultima Thule per comprarsi la sua droga preferita. Siccome far shopping in compagnia é piacevole, la nostra eroina si portó dietro la figlioletta 23-enne, la quale peraltro non doveva comprar nulla.
Alla cassa, la malcapitata mamma mostró correttamente la carta d'identitá, tuttavia la cassiera si rifiutó di autorizzare l'acquisto. Motivo: la signorina accanto era di giovane aspetto e poteva ben essere minorenne, ergo, la signora poteva essere una potenziale spacciatrice di tabacco e, una volta fuori poteva corrompere la giovine con le mefitiche bustine. Alla figlia fu perció richiesto di mostrare la carta d'identitá a sua volta. La signorina, non dovendo comprar nulla, tantomeno snus, non si era premurata di portarsi documenti da casa. Il direttore del negozio, chiamato in causa, difese l'operato della cassiera e rifiutó la vendita dello snus alla signora.
Questi, a mio parere, sono i problemi che possono capitare da eccessiva solerzia e regolamentazione nella societá svedese: l'applicazione di regole -per il bene pubblico- fino all'assurdo.
Da neomamma diciamo che non vedo con entusiasmo il fatto che un bambino o un adolescente abbia accesso a sostanze psicotrope. E, lavorando piú o meno nelle neuroscienze posso aggiungere che i neuroni di un cervello giovane e in evoluzione non traggono gran giovamento dall'interazione con tali composti. Da residente in Svezia dico pure che il fenomeno della vendita in nero (specie di alcolici) a minorenni é una piaga sociale e si fanno un bel po' di sforzi per limitarla.
D'altro canto, se dovessimo ragionare come la solerte cassiera, allora a questo punto si potrebbe proibire definitivamente la vendita di tali prodotti al pubblico (il risultato sarebbe, a mio parere, controproducente, vedi proibizionismo negli USA). Chi di noi, infatti, non conosce qualche minorenne? Se non é figlio nostro, potrebbe essere un parente o un conoscente. Inoltre, é piú probabile che un eventuale spacciatore/fornitore di alcolici o tabacco eviti accuratamente di andare in giro a rifornirsi in compagnia dei propri clienti.
Beh, la questione é proprio controversa.
3 comments:
Oppure si potrebbe proporre ed introdurre una cultura dell'alcool normale, e non malata da sbornia assoluta come qui. Il che deriva dal fatto che l'alcool sia "merce segreta" e quando fai 20 anni per festeggiare vai a comprare l'alcool da solo/a per la prima volta e ti ubriachi. Comunque qui l'ICA non fa "scannerizzare" la ID se compri la birra per esempio...
Eh, infatti. Ma da ste parti, se dici che ti bevi un bicchiere di vino a pranzo ogni giorno ti trattano da alcolizzato (medici compresi).
Quindi l'ICA fa cosí solo quassú?
Perché da ste parti é proprio regola, ci infatti sono un sacco di pensionati infuriati con l'ICA perché si vedono richiedere l'ID alla cassa.
Comunque noto ancora una volta come il resto della Svezia sia ancora rimasto anni 60-70 mentre Stoccolma sia una cittá moderna. Qui invece si parla spesso di avere abitudini alcoliche piú normali (ma non che ci riescano), e molte persone bevono un bicchiere di vino a cena tutti i giorni o quasi.
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