Beh, non sto parlando proprio del Mezzovikingo il quale, contravvenendo a tutte le aspettative di mia nonna, ormai da tempo ha reclamato ed ottenuto la cucinina con pentoline, l'aspirapolvere, la scopa e gli straccetti per 'pulire' (disclaimer: non ha preso da noi genitori).
Pochi giorni fa Fiammetta poneva, nel suo blog, la spinosa questione sulla reale natura e consistenza delle pari opportunitá nel Regno delle Tre Corone. Io, di mio, ho sempre apprezzato ed elogiato l'approccio paritario (relativamente al mio luogo d'origine) che mi ritrovo a vivere nel mio quotidiano da quando abito qui.
In passato ho anche specificato che questa attitudine non é un Dono Divino e Genetico concesso dagli Dei Asi ai Popoli Nordici, ma il risultato di accorte leggi e di un'illuminata filosofia della socialdemocrazia svedese di qualche decennio fa, quando ancora avevano un po' di ideali e non si erano abituati troppo a sedere sulla careghetta come stan facendo ultimamente, facendosi pagare casa e cioccolata dai contribuenti (nei casi piú illustri, almeno). Perció, siccome le influenze della tradizione resistono, non é che la paritá qui sia perfettissima e tutti i problemi a riguardo sian stati risolti.
Rispetto a quel che vedo da giornali e altre fonti online del Belpaese, bisogna ammettere comunque che qua siamo a un po' di eoni di distanza da laggiú.
Per farla breve, mentre la discussione nel salotto di Fiammetta proseguiva, l'occhio m'é capitato su questo titolo di un articolo dell'insigne quotidiano scientifico svedese Aftonbladet: Folk måste ha träkiga jobb, ovvero La gente deve avere dei lavori (proprio) noiosi.
E com'é possibile? Qui, nella terra del welfare, della fika a lavoro, e via discorrendo?
L'articolo si riveló ancora piú interessante del previsto, giacché parlava degli uomini che volentieri se ne starebbero a casa ad occuparsi del bucato e della prole, se solo avessero una moglie che guadagna a sufficienza per tutti. Ecco, mica per tutta la vita, che poi alla lunga diventa una palla anche cucinare e star dietro ai mocciosi da scarrozzare per infinite attivitá, peró un paio d'annetti non ci starebbero affatto male: questo almeno stando alle dichiarazioni di alcuni padri di famiglia intervistati.
Contemporaneamente, uno va a leggersi i commenti che molti, sia uomini che donne, rilasciano in forum tipo la 27ora del Corriere.it, e dove, in svariate salse, abbondano gli interventi del tipo: il ruolo di cura della femmina é piú naturale, (é voluto da Dio, in certi casi. A quanto pare la figura maschile di Dio sa perfettamente che lavare i pavimenti non é tanto interessante), l'uomo é fatto per stare fuori casa, e via discorrendo.
Beh, insomma, ma quanti saranno questi rammolliti poco virili che vogliono veramente stare a grattarsi a casa coi figli anziché fare un po' di sana carriera?
Allora, nonostante sia chiaro che l'Aftonbladet non é esattamente il Journal of Statistics Education, ci prova comunque a fare i propri sondaggini e a ricavarne conclusioni. Se uno va a vedere le votazioni in coda all'articolo (aggiornate al momento in cui scrivo), pare che la percentuale di chi preferisce starsene a casa con la famiglia anziché andare ad 'un lavoro che nemmeno ti apprezza e vuole averti lí (Daniel J)' sia molto simile tra uomini e donne: su circa 38000 donne, quasi un 56% preferirebbe la casalinghitudine, mentre su 20000 uomini esattamente la metá risponde che farebbe il casalingo.
Se non ci credete, chiedete al tizio che abita sopra di noi: con moglie che guadagna bene e un paio di figli, lui ha pensato bene che é molto piú interessante e piacevole dedicare il proprio tempo alla famiglia.
Ed infatti, mica é per niente che il mio terribilissimo docente di Fisica II, il Prof. V, in una delle sue memorabili sessioni d'esercizi esordí con:
"Prendiamo un circuito. Le Capacitá le chiamiamo C, le Resistenze le chiamiamo R, e poi ci calcoliamo il Lavoro. E come denominiamo il Lavoro? L? Ma noo!
Stavolta il lavoro lo chiameremo F, come Ffatica!"
A quanto pare, la questione da queste parti é proprio questa.
Mi chiedo cosa sarebbe saltato fuori da un sondaggio condotto altrove, e se la politica paritaria degli ultimi decenni abbia contribuito al fatto che diversi uomini svedesi non abbiano problemi a dire che stare al lavoro, almeno nella metá dei casi, non sia poi tutta sta gran gratificazione, e forse in famiglia si starebbe anche meglio, almeno per un paio d'anni.
Per farla breve, mentre la discussione nel salotto di Fiammetta proseguiva, l'occhio m'é capitato su questo titolo di un articolo dell'insigne quotidiano scientifico svedese Aftonbladet: Folk måste ha träkiga jobb, ovvero La gente deve avere dei lavori (proprio) noiosi.
E com'é possibile? Qui, nella terra del welfare, della fika a lavoro, e via discorrendo?
L'articolo si riveló ancora piú interessante del previsto, giacché parlava degli uomini che volentieri se ne starebbero a casa ad occuparsi del bucato e della prole, se solo avessero una moglie che guadagna a sufficienza per tutti. Ecco, mica per tutta la vita, che poi alla lunga diventa una palla anche cucinare e star dietro ai mocciosi da scarrozzare per infinite attivitá, peró un paio d'annetti non ci starebbero affatto male: questo almeno stando alle dichiarazioni di alcuni padri di famiglia intervistati.
Contemporaneamente, uno va a leggersi i commenti che molti, sia uomini che donne, rilasciano in forum tipo la 27ora del Corriere.it, e dove, in svariate salse, abbondano gli interventi del tipo: il ruolo di cura della femmina é piú naturale, (é voluto da Dio, in certi casi. A quanto pare la figura maschile di Dio sa perfettamente che lavare i pavimenti non é tanto interessante), l'uomo é fatto per stare fuori casa, e via discorrendo.
Beh, insomma, ma quanti saranno questi rammolliti poco virili che vogliono veramente stare a grattarsi a casa coi figli anziché fare un po' di sana carriera?
Allora, nonostante sia chiaro che l'Aftonbladet non é esattamente il Journal of Statistics Education, ci prova comunque a fare i propri sondaggini e a ricavarne conclusioni. Se uno va a vedere le votazioni in coda all'articolo (aggiornate al momento in cui scrivo), pare che la percentuale di chi preferisce starsene a casa con la famiglia anziché andare ad 'un lavoro che nemmeno ti apprezza e vuole averti lí (Daniel J)' sia molto simile tra uomini e donne: su circa 38000 donne, quasi un 56% preferirebbe la casalinghitudine, mentre su 20000 uomini esattamente la metá risponde che farebbe il casalingo.
Se non ci credete, chiedete al tizio che abita sopra di noi: con moglie che guadagna bene e un paio di figli, lui ha pensato bene che é molto piú interessante e piacevole dedicare il proprio tempo alla famiglia.
Ed infatti, mica é per niente che il mio terribilissimo docente di Fisica II, il Prof. V, in una delle sue memorabili sessioni d'esercizi esordí con:
"Prendiamo un circuito. Le Capacitá le chiamiamo C, le Resistenze le chiamiamo R, e poi ci calcoliamo il Lavoro. E come denominiamo il Lavoro? L? Ma noo!
Stavolta il lavoro lo chiameremo F, come Ffatica!"
A quanto pare, la questione da queste parti é proprio questa.
Mi chiedo cosa sarebbe saltato fuori da un sondaggio condotto altrove, e se la politica paritaria degli ultimi decenni abbia contribuito al fatto che diversi uomini svedesi non abbiano problemi a dire che stare al lavoro, almeno nella metá dei casi, non sia poi tutta sta gran gratificazione, e forse in famiglia si starebbe anche meglio, almeno per un paio d'anni.
4 comments:
Ciao, mi fa piacere aver ispirato un piccolo dibattito.
Secondo me la differenza fondamentale tra Italia e Svezia in questo caso non la fa l'atteggiamento più o meno paritario, ma il mercato del lavoro. In Italia sarebbe impossibile lasciare il proprio posto per due anni interi e poi tornare con le stesse mansioni. Qui invece si può fare.
Mio marito lo vuole da sempre, mi avrebbe voluto con un lavoro da tanti soldi per poter stare a casa lui (che tra le altre cose è un ottimo casalingo, cucina a parte).
Io ero una convintissima della realizzazione sul lavoro e non avevo niente in contrario, ora anch'io vorrei starmene a casa, ora che il lavoro non mi soddisfa proprio per niente.
Diciamo che faremmo volentieri i baby pensionati, ma da come vanno le cose dovremo lavorare per sempre.
Scusa se commento dopo così tanto tempo questo post. Forse guardo un pò troppo lontano, ma mi viene in mente una domanda:
Dato che in Svezia non c'è reversibilità di pensione, come potrebbe uno dei 2 coniugi non lavorare, pensando che, arrivato all'età della pensione sfigatamente proprio quello che lavorava viene (facciamo le corna) a mancare? Colui o colei che rimarrebbe dovrebbe sopravvivere con la pensione minima, ci si riesce quando magari si ha una casa da mantenere ecc.?
Ciao
Chris
@Christian: gran bella domanda. Non lo so, ho chiesto anche al Vikingo se ne sa qualcosa, ma non ne ha idea. La veritá é che in tutte le coppie che conosco lavorano entrambi.
È possibile che chi non ha reddito proprio, se arriva al quel punto possa chiedere un sussidio ai servizi sociali, ma é solo un'ipotesi.
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