Non c'é niente da fare: la Famiglia Mezzovikinga subisce ancora una volta il fascino dell'esotico, e si dirige verso luoghi piú meridionali.
Siccome l'idillio della stuga sará idillico, ma le attrattive dell'ignoto sono ben piú stimolanti, ci siamo ritrovati ancora una volta in viaggio. La nostra indole di scassazebedei ci ha portato dunque a distruggere la quiete familiare dei Piccoli Vichinghi, come se per loro non fosse giá sufficiente aver a che fare con due infanti in etá prescolare. Non paghi, abbiamo avuto la sadica idea di andare a scroccare un pranzo da Silvia e Gabriele di onewaytosweden, oltre ovviamente a permetterci di sparar sentenze su come debbano decorare la loro casa.
Ecco che, per la gran gioia del Mezzovikingo, abbiamo pigliato il solito aereo, e ci siamo recapitati a Norrköping.
Norrköping, nonostante il nome, non ha nulla a che vedere col Norr(land). Anzi, si trova un duecento chilometri piú a sud della Capitale, la quale giá appartiene, dal nostro punto di vista, ad una parte sufficientemente meridionale della Svezia.
A parte alcune descrizioni delle due famiglie di bloggers, dico subito che noialtri di Norrköping non sapevamo assolutamente nulla. Eravamo convintissimi che la scarsa capacitá di marketing turistico fosse una prerogativa di quegli introversi dei Norrlandesi, ma ci sbagliavamo.
Evidentemente, chi cura i siti turistici svedesi deve risiedere a Stoccolma, essendo questo l'unico posto che viene reclamizzato decentemente, se si esclude l'Icehotel di Kiruna. Siccome chi dimora nella Capitale si ritiene intellettualmente e culturalmente superiore al resto del Paese, va da sé che il resto del terrritorio deve venir nascosto come una vergogna.
In realtá, Norrköping é un posto che merita una visita. Innanzitutto perché ci abitano i Piccoli Vichinghi e la Famiglia di Galileo, e una chiaccherata con loro risulta sempre interessante e piacevole.
Per noi che veniamo dall'Ultima Thule poi, fa capire con un misto di ammirazione ed invidia che in effetti un centro popoloso tanto quanto l'Ultima Thule puó benissimo assomigliare ad una dignitosa cittá, e non ad un paesotto con quattro camper di rullpizza e korv nella piazza principale.
Una delle attrattive del centro storico di Norrköping é il fatto che questo non era una cittadella medievale, ma una zona industriale in piena regola. Prima che partano i commenti sarcastici, riporto una riflessione del Vikingo, il quale non si capacita di come nel secolo scorso gli edifici industriali potessero essere notevolmente piú estetici di quelli residenziali odierni.
Al posto di un Duomo ci sta dunque una Värmekyrka, in luogo dei palazzi signorili vediamo ex-edifici industriali del secolo scorso. Il fossato é rimpiazzato da una miriade di corsi d'acqua, canali, torrenti, fiumi e possenti cascate, mentre le torri di vedetta sono sostituite da eleganti ciminiere, una delle quali nasce in solitario, non si sa bene né come né perché, proprio in mezzo ad uno dei bracci del fiume.
Se avete fame, (o voglia di nånting di buono, come dice il Mezzovikingo davanti al frigo), sará possibile placare il palato mangiando dentro un Ferro da Stiro.
Dopo tutto questo, rivelo pure la sconvolgente scoperta che i bambini nati a Norrköping sono molto simpatici, e dormono giá tutta la notte a partire da pochi mesi di vita. Come avevo giá accennato in altri post, la stessa fortuna non sorride a chi decide di mettere al mondo dei pargoli nell'Ultima Thule (per questi ultimi, sembra che solo un pellegrinaggio ad Orbetello sortisca effetti salutari sul sonno e la psiche dei genitori).
Punto tre: in questa cittá prosperano champignon e porcini sulla gran parte delle zone verdi della cittá, cosí, gratis et amore dei. Se i primi han somiglianze letali con le amanite, i secondi non lasciano possibilitá di dubbio. Unendo quest'informazione a quella, mai ripetuta abbastanza, che gli autoctoni considerano pericoloso tutto ció che non sia cantarello, sapevatelo che rifornirsi di funghi pregiati non é mai stato cosí facile.
Punto quattro: é appurato che gli svedesi hanno una paura atavica dei colori vivaci. Credevo anche qua che fosse un problema tipico Ultimathulese quello di proporre per le proprie abitazioni tinte color neve sporca, non sia mai che se non ci si mimetizza in inverno, arrivino orde di lupi ed orsi ad assediare le villette di periferia. Invece anche le carine zone residenziali di Norrköping si mantengono su coloretti grigetti, cremetta e simili. Il rosso falun evidentemente fa troppo contadino, per cui non dev'essere trendy.
Rimane un mistero per me capire perché in un Paese coperto di neve almeno per metá anno, non si voglia almeno conservare un ricordo della bella stagione dipingendo le proprie abitazioni con colori un po' allegri. Naturalmente, il Vikingo ed io facciamo gli anticonformisti e abbiamo caldamente consigliato il giallo o l'azzurro a Silvia e Gabriele, preferibimente con effetto tre-klang (un colore per la facciata, uno per le liste, e un altro per le finestre, scelta poco funkis ma molto allmoge), nella delicata questione che loro descrivono qui.
E torniamo ai bambini. I due ragazzini treenni hanno pure offerto spunto per interessanti considerazioni. Prima di tutto, mi verrebbe da pensare che la proprietá privata non sia un concetto d'economia moderna, ma un istinto primordiale. La regolazione di quest'ultimo autorizza sia noialtri che i genitori Piccoli Vichinghi a candidarci come mediatori ONU sulla questione palestinese.
E poi c'é la questione lingua. Riccardo, strapiantato (come efficacemente dice il dialetto veneto) in terra vichinga, se la cava molto meglio del nostro pargolo con la favella di famiglia, c'é poco da fare.
Il Mezzovikingo, forse anche grazie a un paio di settimane nel Belpaese, quest'anno si sta rendendo conto che effettivamente ci si puó esprimere nella lingua materna con coloro che la parlano, naturalmente intervallata con pennellate nordiche. L'anno scorso a quest'ora credeva che con chiunque non fosse la mamma dovesse per forza conversare in svedese.
La faccenda non é banale: il Mezzovikingo parla italiano solo con me, nell'Ultima Thule gli italici hanno concentrazioni omeopatiche, per cui non si sa nemmeno per certo se asilo e scuola potranno garantire all'erede quell'ora settimanale di hemspråkundervisning a cui ogni bambino con origini straniere ha diritto.
Tuttavia, sembra che il Mezzovikingo non ritenga cosí inutile parlare italiano. La faccenda non é oziosa, né tantomeno si tratta di malcelato patriottismo. Riposte ormai le speranze che il Vikingo si arrangi quando andiamo a far visita ai miei parenti, resta solo da sperare che il ragazzetto, oltre a cavarsela per i fatti suoi, mi dia una mano nel compito estenuante di far da traduttore simultaneo tra persone che dichiarano di non essere portate per le lingue.
Infine, grazie ancora a Giulia, Marco, Silvia e Gabriele.
8 comments:
Probabilmente gli edifici industriali erano stati costruiti prima degli orribili edifici anni ´60 svedesi stile DDR :D Comunque sulla casa anche io farei giallo o rosso, bisogna distinguersi, é il nuovo trend svedese, un giorno arriverá anche fuori Stoccolma. Comunque é abbastanza vero che fuori della capitale non c'é niente da promuovere... okay ora sto facendo il 08:are ;) Scherzo, scherzo...
Ma in Svezia i proprietari di casette unifamiliari si possono scegliere in libertà i colori della casa? Qui, sull'altra sponda del Mare dell'Est pare che la scelta sia limitata. Tempo fa alcuni miei conoscenti avevano preso una casetta nuova e pare il Comune avesse dato loro solo una scelta limitata per i muri esterni, se non sbaglio tra un grigio topo, un beige sporco e un blu smorto (non sia mai che qualcuno ha un guizzo di originalità con cui 'rovina' l'armonia estetica del costruendo villaggio).
Assunta dall'ente del turismo palestinese e dall'Onu per fare da mediatrice tra gli stoccolmesi e tutti gli altri :-)
Grazie a voi della visita e a presto speriamo !!! E' stato bello rivedervi !
Come già detto via mail, siamo stati onorati della visita della famiglia fatata e speriamo di rivedervi presto.
Dispiace solo che il Mezzovichingo sia stato "stressato" da Rocket, che come al solito non si smentisce :D
A parte i conflitti territoriali, ho notato che i due diavoletti si intendono perfettamente nel loro mix italo-svedese mentre a me, con cervello o quel che ne rimane disperatamente monolingue, ci vuole un po' per decifrare le frasi miste (mitica questa: "Mamma säg no till lui").
@gattosolitario: ehi, non cominciare a fare lo snob, eh? :D
@maxxfi: dipende. Ad esempio, Silvia e Gabriele, in teoria, possono farlo. Nella nostra stuga possiamo farlo.
In certi quartieri dell'Ultima Thule no (ce n'é uno in cui si é costretti a scegliere tra quattro nuances di... bianco!). Comunque la scarsa sensibilitá coloristica di motli Comuni nordici mi sbalordisce, specie considerando che il paesaggio non offre variazioni di suo (non é come nel mediterraneo, dove puoi avere la casa bianca ma con la cascata di bougavillea porpora). adesso che mi dici che pure la Finlandia é cosí...
@Fiammetta: ma insomma, sti stoccolmesi sono proprio cosí ostici da richiedere un intervento ONU? :D
@Silvia e Giulia: il piacere é stato nostro. Il mix linguistico del pargolo lo capisco per abitudine. Ormai anche il Vikingo grande sta cominciando ha parlare (leggermente) mescolato.
Vengo iooooo! Vengo io a fare l'oretta settimanale in italiano!!! :D:D:D:D
ps. A tal proposito, mi sa che ti riscriverò presto un'altra mail, posso? hehehehe ^_^'
Eilan: sempre benvenuta!
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