Wednesday, 19 August 2009

Chiudi la bocca, che fa freddo!

Ieri sera mi é capitato di vedere un popolare programma sui dialetti svedesi (se capite la lingua, trovate il link qua).
Secondo l'autore, piú a nord si va, piú si fa economia di parole: pertanto il Norrland diventa un caso estremo nel pianeta (sarebbe stato interessante vedere che fanno gli Inuit). Fa freddo e buio per molto tempo all'anno, non c'é molta gente, per vedere qualcuno bisogna fare un sacco di strada in mezzo al bosco. Lo stereotipo del Norrlandese é quello di un tipo taciturno fino all'imbarazzo*.
In effetti, lo svedese é l'unica lingua di cui ho esperienza che riesce ad esprimere concetti con una lettera sola, tipo che Ö é un'isola, oppure Å un ruscelletto.
Soprattutto qui nel Norrland, si riesce ad esprimere il contrario di qualcosa semplicemente anteponendo la lettera o.
Si arriva a risultati veramente originali e fuori dalla mia immaginazione di logorroica meridionale: un bottone sbottonato, cioé "fuori" dall'abito é "o-i" ("non"-"in", non nel vestito), oppure se non ho mangiato (ätit), mi basta dire che sono oÄtit.
Un'altra conseguenza dell'economia lessicale é la serie di risucchi uussch uussch che un norrlandese emette quando é impegnato in una conversazione (sí, perché quassú una conversazione puó richiedere impegno). A dire il vero, il Vikingo e la sua famiglia non ne hanno mai emessi, ma loro sono gente di cittá.
Mi ci volle un pochetto per capire che il risucchio vuol dire "sí". Deriva da ja, il quale, se pronunciato in economia, cioé facendo solo l'inizio della j, diventa inevitabilmete un risucchio (esercitatevi per credere).
A questo proposito, gira la seguente barzelletta sui norrlandesi.
Se il vostro cestino é da svuotare, parlate con un norrlandese. Chiedetegli: "é pieno questo cestino?"
Uussch uussch, e il cestino é svuotato senza fatica. Ahahah.

La questione pratica a questo punto é: cosa succederá col Mezzovikingo?
Diventerá un individuo schizofrenico, logorroico e gesticolante nell'idioma mediterraneo, ma taciturno e risucchiante coi conterranei nordici?
Sí, perché giá la combinazione di dialetti si assicura esilarante. Il mio accento veneto é parecchio marcato (é imbarazzante per me vedere i video di compleanno dove parlo svedese con la cantilena di Treviso). Il Vikingo a sua volta registra una serie di espressioni dialettali (tranne il risucchio) e una parlata nasale nonostante il suo essere di cittá.
(e scusate se ficco dentro il Mezzovikingo in un post sí e l'altro pure, ma suo é l'onere di combinare le due culture, come da oggetto del blog)



* ciononostante, hanno il coraggio di ironizzare sui Norvegesi con la seguente storiella: due norvegesi si incontrano per giocare a scacchi. Dopo un paio d'ore, mentre uno decide la mossa l'altro fa "piove oggi, vero?". Il compare: "siamo qua per giocare, non per fare conversazione".

4 comments:

Eleonora said...

:-D :-D :-D
Ieri ho raccontato la barzelletta ad Hans-Axel e me ne ha raccontata una simile anche per gli svedesi del nord: due personaggi che vivono tipo a 100km di distanza, si incontrano in una stuga a meta' strada per bere. Alla terza bottiglia di alchool fatto in casa bevute nel piu' totale silenzio, uno si disinibisce e dice col suo bell'accento cadenzato: "ieri ho visto un alce"
E poi finisce come quella degli scacchisti norvegesi :-S
-tengo a precisare che anche lui e' di quelle zone eh!-

Da quello che ho potuto osservare fin'ora i bambini che possiedono piu' culture e le hanno assimilate non solo attraverso la lingua (tipo frequentando i vari ambienti, le varie scuole, le varie famiglie) tendono a conformarsi all'ambiente in cui si trovano probabilmente, come dici, il pupo quando si trovera' in un contesto a maggioranza latina sara' piu' loquace,gesticolante e sociale mentre quando si trovera' in un ambiente a maggioranza nordica sara' piu' ...hem... minimal (per usare un eufemismo).
ma non voglio sembrare di fare la saputella presuntuosa: non ho studiato il fenomeno e ogni bimbo e' diverso dall'altro. Ma soprattutto non vorrei mai interferire con il piacere di scoprire di persona questi piccoli miracoli.
Ah... quindi sei veneta? Allora mi sa che il pupo dovra' impararne tre di lingue, o no? :-)

Morgaine le Fée said...

:-D :-D

Tu stai cominciando a vedere come va coi tuoi figli? (vivendo in Spagna, poi mi immagino che un po' di logorrea latina l'avran vissuta).
E mi sa che il tuo campione statistisco di tre bimbi é piú affidabile del mio.

PS 1: eh si, me sa chel puteo dovará imparar anca el dialeto veneto :D
PS 2: mi piace il nick Hans-Axel von Fersen che hai dato al tuo consorte
PS 3: ho visto anche le immagini di Konstbruk. hai fatto qualcosa a Marbella? se sí sarebbe interessante dare un'occhiata, sembrano belle (andiamo lí ogni tanto)

Sybille said...

Ciao, ti ho conosciuta sul blog di Fru Fersen. Mi piace leggere come anche in altri posti si vivi il plurilinguismo. Torneró ancora!

Morgaine le Fée said...

Ciao Sybille e benvenuta (oder: Willkommen! Välkommen!)

A presto!

 
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